Usa: psicosi del 20 aprile: timori infondati su una presunta proclamazione della legge marziale da parte di Trump - NOC Press

Usa: psicosi del 20 aprile: timori infondati su una presunta proclamazione della legge marziale da parte di Trump




Di Redazione


Negli Stati Uniti si sta diffondendo, a pochi giorni dal 20 aprile, un’ondata di allarmismo figlia di teorie del complotto e disinformazione. Secondo quanto circola su forum, social network e ambienti vicini all’estrema destra americana, l’ex presidente Donald Trump sarebbe pronto a proclamare la legge marziale in quella data. Ma si tratta di una teoria senza fondamento, che sta alimentando una psicosi collettiva, più simile a un thriller politico che a uno scenario realistico.

L’ipotesi ha preso piede nei soliti ambienti digitali dove la verità spesso cede il passo alla narrazione. Video amatoriali, post allarmistici e dichiarazioni decontestualizzate stanno rimbalzando da un canale Telegram a un podcast cospirazionista, disegnando un quadro che però non trova riscontro in nessuna fonte istituzionale o verificabile.

A rincarare la dose, c'è chi collega la data del 20 aprile – giorno del compleanno di Adolf Hitler, spesso caricato di simbolismi estremi – a un possibile evento sovversivo. Alcuni utenti online parlano addirittura di un possibile colpo di stato, agitato come spauracchio in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

Ma qual è la realtà? Al momento, nessuna dichiarazione ufficiale di Trump – né dei suoi portavoce – conferma simili intenzioni. Anzi, l’ex presidente è attualmente impegnato nella sua campagna elettorale, tra comizi e aule di tribunale, e non ha mai fatto riferimento concreto a un'eventualità tanto estrema come l’introduzione della legge marziale. Le autorità statunitensi, dal canto loro, non rilevano alcun rischio imminente.

A fomentare queste dicerie, forse, è anche il ricordo ancora vivido dei giorni concitati del gennaio 2021, quando l’assalto al Campidoglio mise a nudo la fragilità della democrazia americana. Fu allora che si parlò, seppur brevemente, dell’ipotesi che Trump potesse ricorrere a misure straordinarie per ribaltare il risultato elettorale. Anche quella volta, la realtà smentì ogni scenario apocalittico.

Oggi come allora, il pericolo più concreto non è tanto la legge marziale, quanto la manipolazione della verità. Viviamo in un’epoca in cui una notizia falsa, ben costruita, può avere un impatto maggiore di una conferenza stampa ufficiale. E in cui la paura, se alimentata, può trasformarsi in arma politica.

In conclusione, il 20 aprile non si preannuncia come la data in cui verrà stravolta la democrazia americana, ma come l’ennesimo banco di prova per la tenuta informativa del sistema. E forse anche per il senso critico collettivo, messo sempre più spesso sotto assedio.

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