Auto elettriche: rivoluzione verde o trappola commerciale? - NOC Press

Auto elettriche: rivoluzione verde o trappola commerciale?


Cosa si nasconde dietro la corsa all’elettrificazione delle auto? Chi ci guadagna davvero? E quanto costa (davvero) al cittadino?


di Roberto Arcu Fedele – NOCPress


Il contesto: un cambiamento epocale (o imposto?)

Dal 2035, in Europa, non sarà più possibile acquistare auto nuove a benzina o diesel. Una scelta drastica, giustificata dai governi con la necessità di ridurre le emissioni di CO₂ e affrontare la crisi climatica. La “mobilità elettrica” viene presentata come la panacea per i mali dell’inquinamento urbano e della dipendenza dal petrolio. Ma la transizione ecologica, se non governata con attenzione, rischia di trasformarsi in una transizione d’élite, dove a guadagnare sono solo le grandi industrie, lasciando il cittadino con più spese, meno autonomia e molte incognite.


Perché tutto questo entusiasmo per l'elettrico?

1. Obiettivi ambientali vincolanti

L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050, e il settore dei trasporti rappresenta il 25% delle emissioni totali di gas serra. L’auto elettrica, in fase di utilizzo, non emette CO₂ dallo scarico. Ma non è così semplice: secondo il Fraunhofer ISI, le emissioni totali di un’auto elettrica (inclusa produzione e smaltimento) possono essere solo il 30-40% inferiori a quelle di un’auto diesel, se non si utilizza energia da fonti rinnovabili.

2. Indipendenza dal petrolio (e nuove dipendenze)

Abbandonare il motore termico serve anche a svincolarsi dalla dipendenza da Paesi produttori di petrolio. Ma allo stesso tempo, si crea una nuova dipendenza: da litio, cobalto, nichel e terre rare, spesso estratti in condizioni ambientali e sociali disastrose (vedi Congo, Bolivia, Cina).

3. Incentivi pubblici: soldi nostri

In Italia, i bonus per l’acquisto di auto elettriche hanno superato i 3 miliardi di euro negli ultimi anni. Dal 2024, il nuovo Ecobonus può arrivare fino a 13.750 € per veicolo (fonte: Ministero dell’Ambiente). Chi paga? Lo Stato. Ovvero, noi.


l cittadino risparmia davvero?

Un’auto elettrica costa in media 30-40% in più rispetto a un equivalente termico. Ecco una comparazione tipo:

  • Costo iniziale Auto termica € 20.000 contro  Auto elettrica € 30.000 
  • Ricarica/Carburante annuo 1.800 € (diesel) 600 € (ricariche domestiche)
  • Manutenzione annua auto termica 600 € auto elettrica 300 €
  • Durata batteria auto elettrica 8-10 anni, poi costo sostituzione tra 5.000 e 10.000 €

Risparmio potenziale solo dopo 6-8 anni, e solo se si ricarica da casa. Con le ricariche pubbliche (soprattutto Fast), i costi si avvicinano alla benzina: oltre 0,70 €/kWh.


Chi ci guadagna (davvero): le industrie auto

Le grandi case automobilistiche stanno spingendo fortemente sull’elettrico non solo per ragioni ecologiche, ma per ragioni economiche e strategiche.

1. Nuovo ciclo di consumi

Il mercato dell’auto era saturo: il motore termico è un prodotto maturo, con margini ridotti. L’elettrico offre un nuovo mercato da riconquistare: milioni di persone dovranno cambiare auto, anche se quella attuale è perfettamente funzionante.

2. Profitti maggiori

Secondo UBS (2023):


  • Tesla ha margini superiori al 18% per auto venduta, grazie a produzione snella e software proprietari.
  • Volkswagen mira a raggiungere il 10% di margine operativo sui modelli elettrici entro il 2026.
  • Il costo medio di produzione di un’auto elettrica in Cina è già inferiore del 30% rispetto all’Europa (fonte: BloombergNEF).

3. Incentivi e fondi europei

Le case auto hanno ricevuto sussidi miliardari per la riconversione degli stabilimenti. Soldi pubblici, ancora una volta. Lavoratori in parte tagliati fuori: le auto elettriche hanno meno parti meccaniche e richiedono meno manodopera.

E l’ambiente?

Una sostenibilità parziale e discutibile

  • La produzione delle batterie comporta enormi costi ambientali, con estrazioni inquinanti e spesso non etiche.
  • Il loro smaltimento e riciclo è ancora non ottimizzato: solo il 5% dei materiali viene realmente recuperato in Europa (fonte: European Environment Agency).
  • Le reti elettriche non sono sempre pronte: l’aumento dei consumi elettrici rischia di mettere in crisi i sistemi nazionali se non accompagnato da investimenti infrastrutturali.


di Redazione: mobilità verde o mobilità forzata?

Il passaggio all’elettrico non è solo una questione ambientale, ma geopolitica, finanziaria e industriale. Le grandi case auto ci guadagnano, i governi raggiungono obiettivi sulla carta, ma il cittadino paga il conto. E resta da chiarire quanto sia davvero sostenibile un futuro fatto di auto da 40.000 euro ricaricate con energia non sempre verde.

Quindi: stiamo guidando verso un futuro più pulito o stiamo semplicemente cambiando padrone?


Fonti principali:

  • Ministero dell’Ambiente – “Ecobonus 2024”
  • BloombergNEF – “Global EV Outlook 2023”
  • UBS Global Research – “EV Profitability Analysis”
  • Fraunhofer ISI – “Life Cycle Assessment of EVs”
  • European Environment Agency – “Batteries and Sustainability Report 2023”

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