Erba, nessuna verità da riscrivere: la Cassazione blinda le condanne di Olindo e Rosa - NOC Press

Erba, nessuna verità da riscrivere: la Cassazione blinda le condanne di Olindo e Rosa

 




Non ci sarà un nuovo processo per la strage di Erba. La Corte di Cassazione ha messo un punto fermo, rigettando la richiesta di revisione avanzata dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi condannati all’ergastolo per il massacro avvenuto nel dicembre 2006. La decisione arriva dopo settimane di attesa e alimenta un dibattito che, da quasi vent’anni, spacca l’opinione pubblica italiana tra chi crede nella colpevolezza della coppia e chi intravede l’ombra di un clamoroso errore giudiziario.

La Suprema Corte ha definito “solido” l’impianto accusatorio su cui si basa la sentenza. Non solo per la forza autonoma delle principali prove acquisite, ma anche per l’esistenza – si legge nelle motivazioni – di “innumerevoli e minuziosi elementi di riscontro”. Una rete probatoria, secondo i giudici, capace di reggere anche di fronte alle nuove ipotesi presentate dalla difesa.

Oltre i titoli: una vicenda che non smette di dividere

La strage di Erba è una ferita ancora aperta nel tessuto emotivo del Paese. Una vicenda oscura, che ha visto la morte di quattro persone – tra cui un bambino di due anni – in un’esplosione di violenza che ha lasciato l’Italia sotto shock. Da allora, tra confessioni ritrattate, testimoni oculari e ricostruzioni contrastanti, la domanda che aleggia è sempre la stessa: è davvero tutto chiaro?

L’ultima parola, per ora, è della Cassazione. Ma la sensazione è che la storia di Olindo e Rosa continuerà a interrogare coscienze, a nutrire dubbi, e a riempire trasmissioni televisive e pagine di cronaca. Perché quando si parla di giustizia, soprattutto in casi così estremi, la sete di verità non si spegne facilmente.

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