La Francia approva in prima lettura la legge sulla morte assistita: un passo storico - NOC Press

La Francia approva in prima lettura la legge sulla morte assistita: un passo storico



Il 27 maggio 2025, l’Assemblea Nazionale francese ha votato a favore di una proposta di legge che legalizza l’assistenza medica alla morte, con 305 voti a favore e 199 contrari. Si tratta di un momento storico per la Francia, che fino ad ora consentiva solo la sedazione profonda continua fino alla morte in casi particolarmente gravi, ma non l’eutanasia attiva o il suicidio assistito.

L’approvazione, non è definitiva: ora la proposta di legge dovrà essere votata dal Senato, ma l’approvazione all’Assemblea Nazionale è considerato comunque un passaggio storico in Francia.

La legge appena approvata stabilisce criteri chiari e restrittivi per l’accesso alla morte assistita. 

Potranno farne richiesta:

- persone maggiorenni;

- residenti in Francia o cittadini francesi;

- affette da una malattia incurabile in fase avanzata o terminale;

- che provano sofferenze fisiche o psichiche insopportabili;

- in piena capacità di intendere e volere al momento della richiesta e dell’esecuzione dell’atto.

L’iter prevede:

- Valutazione collegiale da parte di un'équipe medica (entro 15 giorni);

- Periodo di riflessione obbligatorio di almeno 48 ore;

In effetti, la proposta prevede una regolamentazione molto stringente di tutti i passaggi che compongono la pratica: la richiesta della persona che vuole accedervi, l’esame delle sue condizioni, la formulazione della decisione del medico e l’attuazione concreta della pratica.

Il paziente o la paziente può fare richiesta per iscritto o «con qualsiasi altro mezzo di espressione adatto alle sue capacità». Il personale medico che riceve la richiesta ha l’obbligo di informare la persona sul fatto che in alternativa alla morte assistita può ricorrere a un percorso di cure palliative o a qualsiasi altra alternativa possibile nella sua condizione. Il medico che valuta la richiesta deve poi valutare il caso insieme a una commissione interdisciplinare che ha 15 giorni di tempo per dare una risposta: nel caso di un accoglimento della richiesta, il paziente ha comunque la possibilità di rinunciare alla pratica quando vuole.

Scelta del metodo: la persona può assumere da sola la sostanza letale, oppure – se fisicamente impossibilitata – chiedere che sia somministrata da un medico.

In merito a questo passaggio, la proposta di legge prevede che il paziente possa morire quando vuole, circondato da chi vuole e dove vuole, a patto che siano luoghi chiusi, come case di cura, ospedali o abitazioni private. La proposta di legge vieta il ricorso a luoghi pubblici (strade, piazze, spiagge, parchi o giardini) come luogo di morte. 

Non è obbligatorio che di fianco al paziente ci sia un medico o un infermiere nel momento in cui si auto somministra il farmaco letale, ma è previsto che questo tipo di figura sia comunque nei paraggi per poter intervenire in caso di qualsiasi problema o difficoltà.

Sono esclusi i pazienti affetti da demenza avanzata, come l’Alzheimer, o in stato di incoscienza, poiché non possono esprimere un consenso valido al momento dell’atto.

Si tratta di una questione, che va oltre l'appartenenza politica, ma che interroga le coscienze e le sensibilità di ognuno.

La legge era stata presentata dal deputato Olivier Falorni dei Democratici, un gruppo parlamentare centrista che fa parte della maggioranza di governo. Il dibattito in parlamento è stato molto lungo e sono stati discussi migliaia di emendamenti.

E proprio per il tema, diversamente da quanto accade di solito i partiti non hanno dato indicazioni di voto, lasciando ai singoli deputati e alle singole deputate la scelta di orientarsi a seconda delle proprie sensibilità sull’argomento.

Infatti, il voto ha spaccato il Parlamento ma ha trovato una maggioranza trasversale. La proposta è stata sostenuta da molti deputati del centro e della sinistra, mentre l’opposizione è arrivata principalmente dai conservatori e da alcuni settori del mondo sanitario. 

Il presidente Emmanuel Macron ha definito la decisione un “passo importante per la dignità umana”. 

Il primo ministro François Bayrou si è astenuto, segnalando le divisioni interne anche nella maggioranza.

Accanto alla legge sulla morte assistita, è stata approvata all’unanimità una seconda legge che garantisce l’accesso universale alle cure palliative su tutto il territorio nazionale. Questo per assicurare che la scelta di morire non sia mai legata alla mancanza di assistenza o accompagnamento alla fine della vita.

Il testo passerà ora al Senato per la seconda lettura, con possibili modifiche. Se le due camere non troveranno un accordo, il presidente Macron ha già ipotizzato il ricorso a un referendum nazionale. L’entrata in vigore della legge non avverrà comunque prima del 2026.

Un cambiamento epocale

Con questo voto, la Francia si allinea a paesi come Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Canada, dove esistono già leggi che regolano l’aiuto medico a morire. Il dibattito, durato anni, è arrivato a una svolta, spinto dalla pressione dell’opinione pubblica e dal desiderio di riconoscere maggiore autonomia e dignità nelle scelte sul fine vita.

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