«Nessuno può fare un’opera più bella degli alberi», lo studio sul rapporto con l’architettura del prof. Oddo
L’evento formativo negli scorsi giorni organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC BAT.
L’albero dell’architettura ed il paradigma del rapporto tra gli stessi alberi e l’architettura. E’ questo lo studio che il Prof. Maurizio Oddo docente ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana dell’Università “Kore” di Enna ha presentato a Trani all’interno di Palazzo Covelli in un incontro formativo organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC BAT. La ricerca è stata raccolta in un volume in cui sono catalogate oltre 200 opere, un vero e proprio atlante dell’architettura sotto specie d’albero.
«Nessuno può fare un’opera più bella degli alberi», ha spiegato il prof. Maurizio Oddo nella sua relazione introduttiva prendendo spunto da una frase dell’arch. Pierluigi Nervi: «Dall’analisi critica dei progetti arriva una analisi lucida di quello che ci circonda e di dove si sta andando nel rapporto tra natura ed architettura – ha spiegato il prof. Oddo -, qualunque circostanza sul nostro pianeta ha le piante come protagoniste e l'architettura in questo senso non fa eccezione. È importante riflettere su questo tema complesso solo dopo aver eseguito una attenta analisi spaziale, con una meditazione estetica e scientifica, senza tralasciare la congiuntura odierna che vede costantemente inverarsi la tragedia della deforestazione, quale specchio evidente dell'Antropocene. Abbiamo tanto da imparare, per esempio dalla cultura orientale in tema di alberi e gestione del verde».
Un pomeriggio formativo in cui ad aprire i lavori è stato il prof. Matteo Ieva, docente del Politecnico di Bari nonchè componente della commissione cultura e pari opportunità dell’Ordine degli Architetti BAT. Al suo fianco una approfondita esegesi critica da parte del prof. Nicola Marzot, docente responsabile dell’Atelier in Architecture and Computational Design del Politecnico di Torino. Nel corso dell’intervento del prof. Maurizio Oddo c’è stato spazio anche per uno dei progetti più iconici del territorio della BAT e cioè Castel del Monte in cui si avverte «l’albero per assenza» in un ideale percorso con le foreste che accompagnavano Federico II verso il suo Maniero andriese un continuum con una torre ottagonale proprio della città di Enna da cui proviene il docente.
«Abbiamo avuto degli spunti davvero molto importanti dal prof. Oddo – ha spiegato il Presidente dell’Ordine degli Architetti BAT arch. Andrea Roselli – il rapporto con la natura ed in particolare con gli alberi ci coinvolge direttamente in quanto progettisti di bellezza e soprattutto di ambiente. Una prospettiva su cui abbiamo necessità di continuare a riflettere con molta attenzione in un’epoca in cui anche gli alberi hanno un peso essenziale sul benessere di tutti noi».
Proprio sulle scelte spesso frettolose negli abbattimenti e nelle integrazioni mancate nei progetti con la natura circostante si è poi dipanata la discussione con i tanti professionisti presenti all’incontro.
L’albero dell’architettura ed il paradigma del rapporto tra gli stessi alberi e l’architettura. E’ questo lo studio che il Prof. Maurizio Oddo docente ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana dell’Università “Kore” di Enna ha presentato a Trani all’interno di Palazzo Covelli in un incontro formativo organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC BAT. La ricerca è stata raccolta in un volume in cui sono catalogate oltre 200 opere, un vero e proprio atlante dell’architettura sotto specie d’albero.
«Nessuno può fare un’opera più bella degli alberi», ha spiegato il prof. Maurizio Oddo nella sua relazione introduttiva prendendo spunto da una frase dell’arch. Pierluigi Nervi: «Dall’analisi critica dei progetti arriva una analisi lucida di quello che ci circonda e di dove si sta andando nel rapporto tra natura ed architettura – ha spiegato il prof. Oddo -, qualunque circostanza sul nostro pianeta ha le piante come protagoniste e l'architettura in questo senso non fa eccezione. È importante riflettere su questo tema complesso solo dopo aver eseguito una attenta analisi spaziale, con una meditazione estetica e scientifica, senza tralasciare la congiuntura odierna che vede costantemente inverarsi la tragedia della deforestazione, quale specchio evidente dell'Antropocene. Abbiamo tanto da imparare, per esempio dalla cultura orientale in tema di alberi e gestione del verde».
Un pomeriggio formativo in cui ad aprire i lavori è stato il prof. Matteo Ieva, docente del Politecnico di Bari nonchè componente della commissione cultura e pari opportunità dell’Ordine degli Architetti BAT. Al suo fianco una approfondita esegesi critica da parte del prof. Nicola Marzot, docente responsabile dell’Atelier in Architecture and Computational Design del Politecnico di Torino. Nel corso dell’intervento del prof. Maurizio Oddo c’è stato spazio anche per uno dei progetti più iconici del territorio della BAT e cioè Castel del Monte in cui si avverte «l’albero per assenza» in un ideale percorso con le foreste che accompagnavano Federico II verso il suo Maniero andriese un continuum con una torre ottagonale proprio della città di Enna da cui proviene il docente.
«Abbiamo avuto degli spunti davvero molto importanti dal prof. Oddo – ha spiegato il Presidente dell’Ordine degli Architetti BAT arch. Andrea Roselli – il rapporto con la natura ed in particolare con gli alberi ci coinvolge direttamente in quanto progettisti di bellezza e soprattutto di ambiente. Una prospettiva su cui abbiamo necessità di continuare a riflettere con molta attenzione in un’epoca in cui anche gli alberi hanno un peso essenziale sul benessere di tutti noi».
Proprio sulle scelte spesso frettolose negli abbattimenti e nelle integrazioni mancate nei progetti con la natura circostante si è poi dipanata la discussione con i tanti professionisti presenti all’incontro.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.