Regione Puglia: parere non favorevole della VII Commissione alla modifica del numero dei consiglieri regionali - NOC Press

Regione Puglia: parere non favorevole della VII Commissione alla modifica del numero dei consiglieri regionali




La VII Commissione presieduta da Joseph Splendido, ha espresso parere non favorevole in merito al disegno di legge di modifica del numero dei consiglieri regionali all’articolo 24 dello Statuto della Regione Puglia, in mancanza dei tre/quarti dei voti a favore validi per superare l’esito positivo caratterizzante la Commissione alle riforme istituzionali. Si sono astenuti il presidente Splendido ed il consigliere Mazzarano, a favore hanno votato i consiglieri Galante, Amati, Campo, Tammacco, Paolicelli e Stea, assenti al momento del voto i consiglieri della Lega e di FdI.

Dopo il rinvio della seduta odierna, del 26 maggio, dalle 11,00 alle 14, 00, dettato da esigenze personali del presidente, i lavori sono stati determinati da un lungo dibattito sull’opportunità o meno di modificare lo Statuto regionale nella parte riguardante il numero dei componenti dell’Assemblea regionale pugliese all’esito delle prossime elezioni regionali, a seguito dell’atto di impulso derivante dalla Giunta regionale con l’approvazione del disegno di legge giunto all’esame della Commissione chiamata ad esprimersi.

Nella seduta precedente, su richiesta del consigliere Napoleone Cera, è stata assunta la decisione di convocare in audizione, al fine di acquisire un parere, del prof Enrico Follieri, docente ordinario di diritto amministrativo dell’Università di Foggia, il quale in un incontro informale tenutosi nella mattinata odierna, prima dell’avvio ufficiale dei lavori della Commissione, ha espresso il suo parere, lo stesso che invierà formalmente all’attenzione della Commissione.

Il prof. Follieri, ha esordito ricordando che la Costituzione italiana disciplina distintamente l’autonomia e la facoltà di scelta che ha la Regione nello Statuto e quello che ha nelle altre leggi, anche relative ai profili più propriamente inerenti ai soggetti che vanno, poi, a comporre il Consiglio regionale.

Scendendo nel dettaglio, il prof. Follieri ha detto che il numero dei consiglieri regionali è materia oggettivamente statutaria, sia che si voglia scrivere alla forma di governo, come ha evidenziato la stessa Giunta regionale nella relazione al suo disegno di legge, sia che invece lo si voglia scrivere all’organizzazione e al funzionamento. È comunque sempre materia che va disciplinata dallo Statuto regionale, e se va disciplinata dallo Statuto si deve adeguare in armonia alla Costituzione, come dice la norma e non princìpi stabiliti con legge della Repubblica, ancorché fondamentali, come dispone l’articolo 122 della Costituzione che dice, invece, che il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e incompatibilità del presidente e degli altri componenti della Giunta regionale, nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione, nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.

Nella stessa relazione al disegno di legge regionale, infatti, sulla modifica dell’articolo 24 dello Statuto si afferma che si tratta di questione attinente alla forma di Governo come tale oggetto dello Statuto. Pertanto, si prevede la modifica dell’articolo 24 dello Statuto, che oggi dispone di 50 consiglieri. Da qui dunque, nessun dubbio secondo il prof. Follieri, la modifica dell’articolo 24 deve rispettare le norme espressamente previste nella Costituzione.

Lo Statuto, dunque, rispetta la Costituzione e non è tenuto a rispettare i princìpi fondamentali stabiliti dalla legge statale; viceversa, le questioni relative a elezione, ineleggibilità, incompatibilità, stabilite dall’articolo 122 devono rispettare anche i princìpi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica.

Riguardo al numero dei consiglieri, trattasi di una norma oggettivamente statutaria non bisogna avere nessuna preoccupazione di stare in armonia con la Costituzione, non con i limiti e i princìpi fondamentali stabiliti dalla legge statale.

Venendo alla questione riguardante il problema del numero dei consiglieri che compongono un’Assemblea regionale, il prof. Follieri ha detto che la composizione dell'organo legislativo regionale rappresenta una fondamentale scelta politica sottesa alla determinazione della forma di governo della Regione. Presupposto su cui per il prof. Follieri non ci sono dubbi, a cui aggiunge altri riferimenti normativi che avvalorano la sua tesi, secondo cui la Regione Puglia con la legge regionale di modifica statutaria intervenuta con la n. 8 del 2013, in ossequio alla normativa nazionale ha rideterminato in cinquanta consiglieri, dai 70 all’epoca vigenti, oltre al presidente della Giunta, il numero dei componenti la propria Assemblea legislativa. I riferimenti normativi a cui si è rifatta la modifica regionale hanno riguardato il decreto 138 del 2011 all’art. 14 lettera a) che dice che il numero massimo dei consiglieri regionali, ad esclusione del presidente della Giunta regionale, sia uguale o inferiore a 50 per le Regioni con popolazione fino a sei milioni di abitanti.

La riduzione del numero dei consiglieri regionali rispetto a quello attualmente previsto è stata adottata da ciascuna Regione entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto e doveva essere efficace dalla prima legislatura regionale successiva a quella della data di entrata in vigore del decreto. Le Regioni che, alla data di entrata in vigore del decreto, avevano un numero di consiglieri regionali inferiore a quello previsto nella lettera, non potevano aumentarne il numero.

Successivamente, ha evidenziato il prof. Follieri, è intervenuto anche il decreto 174 del 2012 ai fini del coordinamento della finanza pubblica e per il contenimento della spesa pubblica, che ha stabilito che a decorrere dal 2013 una quota pari all'80 per cento dei trasferimenti erariali a favore delle regioni, è erogata a condizione che la regione, con le modalità previste dal proprio ordinamento, entro il 23 dicembre 2012, ovvero entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto qualora doveva procedere a modifiche statutarie. Per questo infatti la Regione Puglia ha dato applicazione a quanto previsto dall'articolo 14, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 e con la legge (28 marzo 2013, n. 8) si è adeguata al decreto-legislativo n. 138, che ha ridotto i consiglieri da settanta che erano a cinquanta, nell’articolo 24.

Adesso resta da affrontare il quesito se il decreto legislativo n. 138 del 2011 ha esaurito i suoi effetti dopo che la Regione si è adeguata con la legge del 2013, oppure continua a produrre i suoi effetti come se si trattasse di una norma di adeguamento automatico ad ogni variare della popolazione.

Ma questo, secondo il prof. Follieri sarebbe un po’ complicato perché è come se si dovesse ottenere un costante aggiornamento dell’articolo 24 al variare della popolazione in diminuzione, tenendo conto anche che non si potrà aumentare in caso di aumento perché il decreto-legge n. 138/2011 non prevedeva l’aumento nemmeno per le Regioni che già avevano un numero di consiglieri, ma che era inferiore alle soglie stabilite dalla stessa legge.

Quindi, in definitiva, in relazione al disegno di legge regionale in discussione, il prof Follieri ha evidenziato che questo provvedimento abdica al potere proprio della Regione e della sua autonomia decisionale, rimettendo alla legge nazionale il numero dei consiglieri in rapporto all’entità della popolazione regionale. Così facendo, si opera un rinvio dinamico alla legislazione statale, che qualunque cosa stabilisca si applica senza alcun filtro alla Regione Puglia, che potrebbe essere ritenuta finanche sprovvista di interesse a fare un ricorso alla Corte costituzionale perché l’ha accettata a priori e ha rinunziato all’esercizio del suo potere.

La Regione dovrebbe tenere all’autonomia che le riconosce la Costituzione e decidere secondo le esigenze del proprio territorio, senza abdicare a un potere che tutte le Regioni si tengono stretto, quello dell’autonomia statutaria.

Nel corso dell’articolato dibattito che si è svolto durante la seduta, il consigliere Napoleone Cera ha espresso a gran voce il diritto a tutelare l’autonomia regionale, al contrario di quanto invece comporta questa modifica aprendo una profonda corrosione dell’autonomia regionale, soprattutto se si aggiunge il fatto che la proposta di modifica oggi arriva dalla Giunta regionale senza alcuna condivisione da parte di chi siede in Consiglio su mandato elettorale.

Anche il consigliere Michele Mazzarano ha parlato di atto motivato da un eccesso di zelo immotivato che sostituisce una prerogativa che spetta al Consiglio. È una questione politica e democratica, si sta stressando il dibattito - ha rilevato Mazzarano - e sta venendo meno il dialogo e confronto tra maggioranza e opposizione. C’è una pesante responsabilità della maggioranza in Consiglio per aver portato il dibattito fino a questo punto e la questione va affrontata sul piano politico - ha concluso Mazzarano.

A difesa delle posizioni assunte dalla Giunta regionale è intervenuto l’assessore Fabiano Amati, componente della Commissione, il quale ha spiegato che nel ragionamento del governo regionale si deve tener conto della necessità avvertita di agire per evitare dei contenziosi in materia elettorale che genererebbero comunque problemi di instabilità politica e che l’accertamento della demografia siccome è un dato variabile va tenuto conto. Poi, ha aggiunto Amati, che la Giunta in virtù del fatto che il Consiglio non aveva preso posizione sull’argomento, l’ha fatto per tutelare il risultato elettorale del prossimo autunno, ma che comunque il Consiglio è padrone di assumere anche una decisione diversa. 

Adesso però, secondo Amati, la prima questione da risolvere è politica e bisogna assumere quella più plausibile e di minore impatto tra la riduzione dei seggi e il minore rischio di ricorsi. Il giusto equilibrio sarebbe per Amati, quello di approvare la modifica in prima lettura ed aspettare gli sviluppi anche della annunciata modifica a livello parlamentare della disciplina nazionale, annunciata da esponenti di centro destra in merito al mantenimento dei 50 consiglieri anche in presenza di uno scostamento del 5% inferiore ai 4 milioni di abitanti.

Dell’opportunità di avviare un dibattito con le forze di opposizione ed arrivare ad una decisione condivisa hanno parlato i capigruppo Paolo Campo (Pd) e Marco Galante (M5S) ed il consigliere Saverio Tammacco (Per la Puglia), per i quali, pur condividendo l'interpretazione del prof. Follieri, sarebbe prudente consumare il passaggio della prima lettura di una formulazione neutra per evitare di precludere alcuna possibilità futura se nel frattempo dovesse interviene la norma nazionale, tenendo conto anche del rischio che prefigura la Giunta in caso venisse vanificato il procedimento elettorale.



Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.