Retribuzioni nel settore privato: oltre il 60% guadagna meno di 25mila euro lordi annui - NOC Press

Retribuzioni nel settore privato: oltre il 60% guadagna meno di 25mila euro lordi annui

 




Nel panorama del lavoro privato italiano, una larga fetta dei dipendenti continua a percepire salari contenuti. Un’analisi aggiornata della Cgil mette in luce che nel 2023 circa il 63% dei lavoratori del settore privato ha ricevuto un reddito lordo annuale inferiore a 25mila euro. Si tratta di quasi 11 milioni di persone su un totale di 17,4 milioni impiegati, considerando anche chi ha svolto attività part-time o solo per una parte dell’anno.

La fascia più numerosa di questa platea, pari a oltre 6 milioni di lavoratori, ha ottenuto compensi inferiori a 15mila euro annui, confermando la presenza di una consistente quota di dipendenti con retribuzioni basse. La media generale delle retribuzioni nel comparto privato si aggira intorno ai 23.700 euro lordi annui.

Una differenza significativa si registra tra tipologie contrattuali: i lavoratori con contratti a tempo indeterminato – anche part-time – hanno in media uno stipendio lordo superiore, che si attesta intorno a 28.500 euro. Chi invece è impiegato con contratti a termine percepisce mediamente poco più di 10mila euro. Ancora più evidente è il divario tra chi lavora a tempo pieno e chi part-time, con questi ultimi che si attestano su una media di circa 11.800 euro annui, contro quasi 29.500 euro per i full time.

La combinazione di part-time e contratti a termine si traduce nella situazione più penalizzante, con un reddito medio annuo che scende sotto gli 8mila euro, segnalando una forte disparità all’interno del mercato del lavoro.

Un altro dato rilevante riguarda la retribuzione oraria: nel settore privato, esclusi domestici e operai agricoli, circa 2,8 milioni di lavoratori sono pagati meno di 9,5 euro l’ora. Escludendo coloro che si trovano in condizioni temporanee come maternità o malattia, rimangono 2,4 milioni di dipendenti con retribuzioni orarie strutturalmente basse. Tra questi prevalgono apprendisti, lavoratori a termine e dipendenti di piccole aziende, con una maggiore presenza di part-time e lavoratori stranieri.

Nonostante queste criticità, l’analisi evidenzia un lieve miglioramento rispetto al 2022, quando la percentuale di lavoratori sotto i 25mila euro lordi annui era del 65%. Nel 2023, questa quota è scesa al 62,7%, segnalando una lenta ma continua evoluzione nel mercato del lavoro.

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