Stellantis taglia ancora: 500 esuberi a Melfi, la Fiom rompe il silenzio - NOC Press

Stellantis taglia ancora: 500 esuberi a Melfi, la Fiom rompe il silenzio

 




In Italia si torna a parlare di esuberi nel settore automotive. E il copione sembra purtroppo già scritto. Questa volta tocca allo stabilimento Stellantis di Melfi, dove è stato annunciato un piano di uscite volontarie che coinvolgerà 500 lavoratori. Ma non sarà l’unico sito interessato: all’orizzonte c’è anche lo stabilimento di Termoli, sebbene i numeri lì siano ancora incerti.

Non è una sorpresa, ma fa male lo stesso. Solo qualche settimana fa, Stellantis aveva già comunicato 300 esuberi a Pomigliano d’Arco e altri 50 a Pratola Serra. La sensazione, sempre più concreta, è che si stia procedendo con una graduale riduzione della presenza industriale del gruppo in Italia.

A firmare l’accordo con l’azienda sono stati i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, mentre la Fiom-Cgil ha deciso di tirarsi indietro, lanciando un messaggio forte e chiaro: “Non possiamo firmare piani che sanno di dismissione, serve un confronto politico e industriale vero”. La richiesta è diretta: un tavolo a Palazzo Chigi, con il presidente John Elkann, per mettere nero su bianco una strategia che possa rilanciare davvero la produzione nel nostro Paese.

Produzione in caduta libera, futuro incerto

Ma il problema non riguarda solo l’occupazione: i numeri parlano chiaro anche sul fronte della produzione. Nei primi tre mesi del 2025, Stellantis ha realizzato 109.900 veicoli in Italia, tra auto e veicoli commerciali. Un crollo del 35,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

A pesare sono soprattutto le autovetture, in calo del 42,5% (60.533 unità), mentre i veicoli commerciali segnano un -24,2% (49.367 unità). Insomma, si produce meno, e si lavora ancora meno.

Eppure, un piano di rilancio esiste. Era stato presentato a dicembre 2024 da Stellantis al Governo italiano, con l’obiettivo di rilanciare gli stabilimenti italiani attraverso nuovi modelli. La nuova Jeep Compass, ad esempio, è già in produzione a Melfi. Ma i risultati – in termini di impatto sull’occupazione e sul volume produttivo – si faranno attendere almeno fino alla fine dell’anno.

Il tempo stringe

Nel frattempo, però, le fabbriche si svuotano, le proteste si moltiplicano e le famiglie restano sospese nell’incertezza. Per la Fiom, la parola d’ordine è "resistenza": “Non vogliamo essere spettatori di una ritirata industriale. È il momento di un confronto serio tra Stellantis, il Governo e le rappresentanze dei lavoratori”.

Il futuro dell’automotive in Italia resta tutto da scrivere. Ma ogni nuovo esubero rischia di diventare una riga in più di un epilogo già annunciato.

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