Tra Viminale e ANPIT protocollo contro le infiltrazioni della criminalità organizzata
Potenziare l'azione di contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel contesto economico-produttivo del Paese consolidando la collaborazione con il mondo delle imprese.
Questo l'obiettivo del protocollo di legalità tra il ministero dell'Interno e l'Associazione nazionale per l'industria e il terziario (Anpit Azienda Italia), sottoscritto oggi al Viminale dal ministro Matteo Piantedosi e dal presidente di Anpit Federico Iadicicco, nell'ottica di prevenire in modo ancora più incisivo ogni tipo di condizionamento criminale sulle attività delle imprese e in particolare sui contratti tra queste e i fornitori.
Il protocollo, di durata triennale, individua un insieme di misure che, oltre agli accertamenti preventivi antimafia per le aziende aderenti e i loro partner, prevedono la tracciabilità dei flussi finanziari e la presenza di clausole contrattuali per blindare i rapporti dai possibili tentativi di infiltrazione, che devono essere prontamente denunciati.
L'adesione all'accordo comporta l’impegno al rispetto da parte dell'impresa degli obblighi retributivi, previdenziali e assicurativi oltre che delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di tutela dell’ambiente, ponendosi in questo modo il protocollo, più in generale, come presidio di legalità a tutela del tessuto socio-economico.
L’intesa prevede un costante monitoraggio sull’attuazione degli accordi da parte di una Cabina di regia, costituita da rappresentanti del Viminale e di Anpit. L'organismo si occuperà anche di valutare, in relazione ai settori più esposti a rischio di infiltrazione, i casi in cui procedere con specifiche misure di prevenzione antimafia, offrendo in tal modo un ulteriore contributo all'efficacia delle strategie di contrasto alla criminalità organizzata.
Questo l'obiettivo del protocollo di legalità tra il ministero dell'Interno e l'Associazione nazionale per l'industria e il terziario (Anpit Azienda Italia), sottoscritto oggi al Viminale dal ministro Matteo Piantedosi e dal presidente di Anpit Federico Iadicicco, nell'ottica di prevenire in modo ancora più incisivo ogni tipo di condizionamento criminale sulle attività delle imprese e in particolare sui contratti tra queste e i fornitori.
Il protocollo, di durata triennale, individua un insieme di misure che, oltre agli accertamenti preventivi antimafia per le aziende aderenti e i loro partner, prevedono la tracciabilità dei flussi finanziari e la presenza di clausole contrattuali per blindare i rapporti dai possibili tentativi di infiltrazione, che devono essere prontamente denunciati.
L'adesione all'accordo comporta l’impegno al rispetto da parte dell'impresa degli obblighi retributivi, previdenziali e assicurativi oltre che delle norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di tutela dell’ambiente, ponendosi in questo modo il protocollo, più in generale, come presidio di legalità a tutela del tessuto socio-economico.
L’intesa prevede un costante monitoraggio sull’attuazione degli accordi da parte di una Cabina di regia, costituita da rappresentanti del Viminale e di Anpit. L'organismo si occuperà anche di valutare, in relazione ai settori più esposti a rischio di infiltrazione, i casi in cui procedere con specifiche misure di prevenzione antimafia, offrendo in tal modo un ulteriore contributo all'efficacia delle strategie di contrasto alla criminalità organizzata.
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