Trump rilancia i dazi: tensione tra Stati Uniti e Unione Europea, crollano le Borse
Le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea tornano sotto i riflettori dopo le dichiarazioni dell’ex presidente americano Donald Trump, che ha espresso forti critiche nei confronti delle attuali dinamiche tra le due sponde dell’Atlantico.
In un intervento pubblicato sulla piattaforma Truth Social, Trump ha accusato Bruxelles di aver mantenuto per anni una posizione squilibrata sul fronte degli scambi, ipotizzando l’introduzione di dazi fino al 50% sulle merci europee a partire dal 1° giugno. Una misura che, se confermata, potrebbe inasprire ulteriormente le tensioni tra le due potenze economiche.
L’ex presidente ha poi puntato il dito contro le difficoltà incontrate dalle case automobilistiche statunitensi nel collocare i propri veicoli sul mercato europeo, segnalando uno squilibrio che, a suo avviso, penalizzerebbe l’industria americana.
Le parole di Trump hanno avuto un impatto immediato sui mercati finanziari. Le principali piazze europee hanno registrato pesanti perdite: Milano ha chiuso la seduta con un calo vicino al 3%, seguita da altre Borse in netto rosso, trascinate dall’incertezza sulle possibili conseguenze delle politiche commerciali annunciate.
Dal governo italiano arriva un appello al dialogo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la necessità di evitare nuove guerre commerciali, auspicando una ripresa dei negoziati con Washington per definire un'intesa equa e sostenibile per entrambe le parti.
In parallelo, Trump ha anche sollevato la questione della produzione degli iPhone, dichiarando di aver chiesto tempo fa all’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, di spostare le linee di produzione negli Stati Uniti. In assenza di un adeguamento, ha avvertito, potrebbero essere introdotte tariffe aggiuntive sui dispositivi assemblati all’estero.
Sul fronte interno, un giudice federale ha momentaneamente sospeso un provvedimento che prevedeva l’espulsione degli studenti stranieri. Una decisione che rappresenta un ostacolo giuridico per l’ex presidente, proprio mentre tornano ad accendersi i riflettori sul suo approccio alle politiche migratorie e internazionali.
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