Giudizio di Parificazione 2024: la Corte dei Conti critica duramente l’operato del Governo - NOC Press

Giudizio di Parificazione 2024: la Corte dei Conti critica duramente l’operato del Governo





Giovedì 26 giugno 2025, a Roma, si è svolta presso l’Aula delle Sezioni riunite della Corte dei Conti l’udienza solenne del Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2024. Alla presenza delle massime cariche istituzionali, la Corte ha esaminato l’andamento dei conti pubblici, pronunciandosi sull’operato del Governo.

Presieduta dal Presidente Guido Carlino, la seduta ha visto la relazione dei Presidenti di coordinamento delle Sezioni riunite, Enrico Flaccadoro e Carlo Chiappinelli, e la requisitoria del Procuratore generale, Pio Silvestri.

Il Giudizio di Parificazione è il controllo ufficiale della Corte dei Conti sui conti dello Stato. Serve a verificare se le entrate e le spese pubbliche dell’anno sono state gestite in modo corretto, trasparente e secondo la legge. Questo giudizio è molto importante perché solo dopo questo giudizio il Parlamento può approvare il rendiconto dello Stato. È un passaggio fondamentale per garantire che i soldi pubblici siano usati bene e che il Governo sia responsabile davanti ai cittadini.

La Corte ha valutato, come da prassi, l’impatto delle principali scelte economiche del Governo Meloni, inclusi i decreti-legge e le misure in materia di difesa, fiscalità e investimenti.

Il quadro complessivo che emerge è preoccupante: la Corte ha lanciato un allarme chiaro su una gestione pubblica che mostra ritardi, squilibri e poca attenzione alla sostenibilità sociale.

Nel Giudizio di Parificazione 2024, la Corte, in estrema sintesi ha detto che: il deficit è sceso e i conti migliorano, ma restano problemi nella riscossione, spesa sanitaria e attuazione del PNRR e alcune spese straordinarie (es. bonus edilizi) hanno ancora impatti pesanti.

La Corte dei Conti ha quindi, bocciato quasi tutta la linea messa in campo, bacchettando le scelte economiche.

Ha definito le liste d’attesa “vergognose per un Paese civile”, le scelte balneari fatte con proroghe infinite, il sistema fiscale che “premia i furbi e punisce chi ha sempre pagato”, la gestione del PNRR imbarazzante poiché è a rischio fattivo di frodi e infiltrazioni criminali (uno tra tutti la gestione del ponte sullo Stretto), la vergognosa e disastrosa situazione edilizia perdurante delle carceri, retribuzioni basse nella Pubblica Amministrazione, poca trasparenza comunicativa del Parlamento e infine l’aumento delle spese per la difesa al 5% in un momento difficile di tutto quello che rimane del Belpaese sta attraversando. 

La radiografia è palese e non è salutare. 

Resta ora da vedere se le critiche verranno accolte con spirito costruttivo o respinte come giudizi di parte.”






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