Il dio dei soldi per i mecenati parabellum
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(foto: Steve Johnson da Pexels) |
L'Editoriale
Tra un “deciderò” se bombardare o no l’Iran e un “trattiamo” se risolvere o no con Khamenei, tra una pacca sulla spalla al criminale di guerra genocida Netanyahu e un’algida stretta di mano a Zelensky, tra un sordo risentiamoci a Putin e un miope “vedremo” a Xi Jinping di per sé alle prese con il dittatore Kim Jong-un, il tycoon a stelle e strisce temporeggia. Lo fa per dar seguito alla sua promessa elettorale "Make America Great Again”, quel MAGA che in italiano “Rendiamo l'America di nuovo grande” avvicina anime sovraniste e perciò trovare madidi consensi oltreoceano o per evitare un conflitto unitamente globale?
Guerra, dal germanico “werra”, “mischia”, termine sempre in voga per supremazie forzate, con il sangue, oggi molto caro anche a popolazioni nordeuropee che nei secoli hanno scatenato conflitti per conquistare territori a loro non dovuti, per pulizie etniche e impadronirsi delle loro risorse. Ciò che nei fatti sta avvenendo in Ucraina, in Oriente e Medioriente, in diversi paesi sudafricani. Ed ora si ritorna in alcuni europei che rivendicano sovranità conquistate con lotte per la democrazia.
Guerra, sistematica scusa per affari economici e finanziari a fronte di perdite di vite umane.
Guerre sparse qua e là, che rendono il globo terracqueo un modo incenerito dalle bombe, devastato da carestie e ormai prossimo a nuove emergenze sanitarie globali per i tantissimi corpi umani e animali giacenti in terra, putrefatti, cibo per necrofagi e proliferazioni di batteri. Affari miliardari per aziende belliche e farmacologiche, per privatizzazioni di un Nuovo Ordine Mondiale basato sullo sfruttamento dell’essere umano, mentre quest’ultimo combatte ogni giorno con lo specchietto per allodole dell’ecosostenibilità e energie rinnovabili, che mai sostituiranno quelle attuali.
Lo scenario che dista dall’Italia poco più di 2mila chilometri, in quella Striscia di Gaza dove si muore di fame, di mancanza di farmaci, di assistenza sanitaria, di aiuti umanitari, negati dal criminale di guerra genocida Netanyahu che, imperterrito e quotidianamente, continua nella sua ossessione razziale contro quei palestinesi che non reputa “fratelli” ma razza inferiore, che va deportata e fatta sparire, è nella sostanza la versione 2.0 del Terzo Reich, addolcito dalle mendaci parole di una Europa meschina e volta a impoverire popolazioni per armamenti, arricchendo i loro subdoli “mecenati”.
Israele con la pazzia criminale e genocida di Netanyahu sta uccidendo migliaia di palestinesi. Non lo fa per uno scontro a fuoco o per difesa, ma nel modo più vile che una persona possa compiere, quando stanno in fila per ottenere quel cibo che arriva da alcuni paesi occidentali ma stenta ad essere distribuito. I soldati israeliani ogni giorno danno fuoco alle loro armi per sterminare palestinesi inermi e in fila per un aiuto. Pare esser un gioco al bersaglio, neanche mobile, sadico e divertente, contro ogni regola internazionale e umana. Frutto di un preciso comando del criminale di guerra genocida Benjamin Netanyahu, ebreo che ammazza ebrei, che accusa gli altri di razzismo e antisemitismo senza riconoscere il suo becero mentire verso i palestinesi, molti di loro ebrei. Un suo disegno nel cassetto, preorganizzato, forse anche prima del 7 ottobre, in barba agli efficienti Mossad e Shin Bet, realizzato con l’incisiva volontà di Smotrich, quando il 6 maggio del 2025 dichiarò: «Gaza sarà completamente distrutta. I cittadini di Gaza saranno concentrati nel sud. Saranno totalmente disperati. Comprendendo che non c'è speranza e nulla da cercare a Gaza, cercheranno di trasferirsi altrove».
Una dichiarazione che non è tanto differente da quella nazista sulla deportazione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, a parte per l’allora forni crematori acclarati e le attuali mitragliate israeliane.
Da pochi giorni c’è il conflitto con l’Iran, altra ostilità innescata dal criminale di guerra genocida Netanyahu con la scusante della proliferazione di arsenali nucleari, smentita dall’AIEA: «Potrebbero esserci attività nascoste che sfuggono ai nostri ispettori e ne saremmo all’oscuro. Quello che abbiamo riportato è che non abbiamo prove di un programma sistematico per una bomba», l’affermazione di Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Khamenei ha tutto il necessario per la costruzione di un ordigno nucleare, e ciò preoccupa il mondo, non solo occidentale. Giustifica le prese di posizioni dei vari stati democratici mondiali, ma seduti intorno ad un tavolo, non in sella a carrarmati, su F35, droni e poltrone con il joystick rosso. Può costruirsela quella bomba, ma non ce l’ha. Ciò non giustifica bombardamenti a prescindere.
Tuttavia, quello contro l’Iran è un conflitto che prende sempre più sostanza nella volontà del criminale di guerra genocida Benjamin Netanyahu di rimanere al vertice per non decadere e andare a nuove elezioni, che perderebbe, ma soprattutto per non incorrere in processi penali cui è ascritto. Lui con i sette fronti di guerra aperti rimane “immune” dai suoi crimini e ben saldo al vertice. Mica scemo!
Trump, intanto, temporeggia. Un giorno minaccia, l’altro invita al dialogo ed un altro ancora pare disinteressato alle questioni europee e mediorientali. Il fatto è che proprio dal suo paese, gli Stati Uniti d’America tutto si bilancia nel mondo occidentale. E se il suo vertice sarcasticamente affronta queste delicate questioni, altrettante saranno le risposte dei suoi alleati, tutti in coda a baciargli la pantofola all’occorrenza, anche se nelle dichiarazioni si definiscono autonomi: ma de che….
Da un uomo che minaccia di appropriarsi della Groenlandia, isola sovrana dipendente dal Regno di Danimarca, di quell’Europa tanto per capirsi che tace, e dell’annessione del Canada come 51esimo stato federale a stelle e strisce piuttosto della foglia d’acacia, e che poi bombarda i siti nucleari iraniani per porgere la mano al “fratello” israeliano, cosa dobbiamo aspettarci?
Una domanda dobbiamo porcela: i valori morali, etici e umani dell’Occidente vanno di pari in passo con quelli degli States che foraggiano Israele, paese guidato da un criminale di guerra e genocida, o con quelli di bloccare deportazioni di ebrei da parte di altri ebrei, di fermare al più presto le mitragliate israeliane ai palestinesi, di interrompere le bombe sull’Iran?
Non è che nel mondo occidentale sta prevalendo la convinzione del nucleare buono israeliano e quello cattivo iraniano, prendendo spunto dalle guerre statunitensi e Nato che in questi ultimi 50 anni hanno stravolto i confini perlopiù europei e ucciso capi regime che assicuravano in casa loro quella stabilità tanto comoda al mondo finanziario del petroldollaro e parabellum?
Le crisi tra paesi affrontate con le bombe per riportare democrazia in aree di regime si son sempre risolte con il ritorno dei regimi. E la controprova è l’affermarsi di regimi terroristici mediorientali che con la scusante dell’Islam uccidono genie e si uccidono in nome di un dio che non ha mai professato il male.
In verità tutto gravita attorno ad un dio, quello dei soldi. Altro che buono e cattivo!
Ad Maiora!
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