Iran-Israele, il messaggio dei cieli - NOC Press

Iran-Israele, il messaggio dei cieli

 





Il confronto a distanza tra Iran e Israele torna ad accendersi, questa volta con un segnale che punta a consolidare un messaggio di deterrenza strategica più che a colpire obiettivi concreti. Teheran ha diffuso una dichiarazione attraverso le Guardie della Rivoluzione (IRGC) che lascia poco spazio all’interpretazione: “Abbiamo dimostrato di poter operare nello spazio aereo israeliano”.

Il messaggio arriva all’indomani di un attacco missilistico che non ha prodotto danni significativi, ma che le autorità iraniane definiscono “un’operazione di segnalazione”, finalizzata a ribadire la capacità dell’apparato militare persiano di superare le difese aeree israeliane. La rivendicazione non è accompagnata da video o documentazione indipendente, ma rientra in una precisa strategia comunicativa: mostrare proiezione di forza senza innescare, per ora, un’escalation diretta.

Nel comunicato ufficiale, le IRGC parlano di “spazio aereo sotto controllo operativo” e di una popolazione israeliana “esposta, vulnerabile”, facendo riferimento a un presunto vuoto difensivo. Dichiarazioni che, nel contesto mediorientale, assumono un peso ben preciso: non tanto per ciò che mostrano, quanto per ciò che intendono suggerire. La supremazia dell’aria è, da sempre, uno degli assi portanti della dottrina militare israeliana. L’idea che possa essere messa in discussione, anche solo parzialmente, rappresenta un chiaro tentativo di riequilibrare i rapporti di forza sul piano psicologico e diplomatico.

Israele, dal canto suo, ha preferito non rispondere ufficialmente. Nessun commento da parte del governo o del comando militare, in una linea di condotta che spesso accompagna episodi non ritenuti “di rilevanza strategica immediata”. Tuttavia, il messaggio iraniano si inserisce in un quadro più ampio, fatto di pressioni incrociate, operazioni sotto traccia, e una guerra di parole che ha come obiettivo non solo l’opinione pubblica, ma anche i rispettivi alleati e avversari regionali.

In Medio Oriente, i silenzi parlano quanto i missili. E le parole, specie quelle che volano in cielo, raramente sono casuali.

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