L’antologica di Vittorio Marchesiello, mezzo secolo di studio, arte e passione [VIDEO]
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[L'artista Vittorio Marchesiello] |
Si è appena conclusa l’antologica “La persistenza delle avanguardie artistiche in Capitanata”, la mostra di pittura e scultura delle opere del maestro Vittorio Marchesiello, una raccolta dal 1970 ad oggi 2025.
Tante opere raccolte in un catalogo e rimaste esposte dal 23 maggio al 14 giugno nella sala “Rosa del Vento” presso la della Fondazione dei Monti Uniti a Foggia. Quadri e manufatti magistralmente realizzati da Marchesiello e sapientemente curati e presentati dall’architetto e docente Gianfranco Piemontese, a testimonianza del panorama artistico locale, prolifico, significativo, ispirato dalle bellezze naturali, storiche e culturali che la Capitanata offre in tutto il suo splendore.
Oltre mezzo secolo raffigurato con pastelli, olii e matite, ripercorrendo l’attività artistica di una persona tanto umile quanto ricca di passione e amore per la sua terra, sempre alla ricerca del particolare, culturalmente con lo studio certosino della matrice della sua opera.
Quadri che comunicano la vita dell’artista, delle sue esperienze e conoscenze. Un’introspettiva del sapere messo a disposizione del pubblico. Manufatti in ceramica espressione riproduttiva del ricco patrimonio artistico daunio.
La location è di quelle d’élite, di una sala “Rosa del Vento”, messa a disposizione dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, che offre un percorso ben studiato nel presentare le opere, quasi volesse parlarci dei 55 anni del vasto panorama artistico di Vittorio Marchesiello, tributo ad un uomo che dell’arte ne ha fatta la sua ragione di vita e la sua conoscenza la mission ai posteri.
Lui, l’artista, ha colto nel segno: insegnare ciò che sa. Lo ha fatto e continua a farlo attraverso le sue opere, con le sue conversazioni quando lo si va a trovare o lo si incontra per strada. È sempre ben disponibile a raccontare aneddoti di vita e esperienze. È un libro aperto. E come in tutti i libri c’è sempre qualcosa da imparare. «Le cose non avvengono mai per caso, riguardo specie ai sentimenti e alle passioni» ha scritto nella presentazione del catalogo curato dall’architetto Gianfranco Piemontese, edito dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia. «La mia avventura nell’arte -ha proseguito-, e successivamente nella storia, iniziò da piccolissimo quando, vicino la farmacia Telesforo in corso Giannone a Foggia, pur intimorito dalla severa figura del personaggio, ogni tanto spiavo dall’ingresso del suo studio i suoi lavori pittorici. Con mezzo volto nascosto dall’anta della porta, poiché quella posizione mi dava l’ingenua certezza di non essere scoperto, spiavo curiosamente i quadri di Alberto Testi. Mentre ammiravo i cieli azzurri e i bei volti dei santi, e altre volte i mercati all’aperto o vivide nature morte, mi ritrovano qualche centimetro sempre più vicino al cavalletto del pittore. Per tutto ciò egli non mi ha mai ripreso per il fatto che io stessi lì con insistenza».
La mostra rientra in un più ampio pluriennale progetto della Fondazione dedicato alla valorizzazione degli artisti legati al territorio, dando spazio a quelle figure che da oltre cinquant’anni animano con coerenza, originalità e impegno il panorama culturale locale e nazionale. Ed ancora una volta la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia rinnova il suo impegno nella tutela e promozione del patrimonio creativo della provincia, riconoscendo il valore di un percorso artistico autentico e continuativo.
Valori riconosciuti da chi ha sempre creduto nel patrimonio artistico-storico-culturale della Capitanata: «La persistenza delle avanguardie artistiche in Capitanata – ha dichiarato il presidente della Fondazione, Aldo Ligustro – è più di un omaggio: è un riconoscimento alla forza espressiva e alla ricerca ininterrotta di un artista che, pur muovendosi nel solco delle esperienze più radicali e innovative del secondo Novecento, ha sempre mantenuto un legame profondo con la propria terra. L’opera di Marchesiello, articolata e mai convenzionale, testimonia la vitalità delle avanguardie nel nostro contesto locale dimostrando come le esperienze artistiche più sperimentali abbiano saputo trovare in Capitanata non solo terreno fertile, ma anche uno spazio autentico di riflessione e produzione. La Fondazione -chiude Ligustro- intende così rinnovare la propria vocazione culturale: celebrare chi ha saputo costruire valore nel tempo, restituendo centralità e visibilità alla scena artistica foggiana e del suo territorio».
Celebrare i valori nel tempo di chi rende centrale la scena artistica locale, un messaggio colto e reinterpretato in chiave artistica da chi ha presentato le opere di Marchesiello: «Quando osserviamo i paesaggi urbani di Vittorio Marchesiello notiamo subito uno stile che unisce precisione grafica e uso del colore in una visione metafisica del paesaggio» come scrive nell’introduzione al catalogo il curatore, Gianfranco Piemontese, che prosegue: «Le sue città e i paesi della Capitanata, come quelli del Gargano e dei Monti Dauni, sono privi di figure umane: protagoniste sono l’architettura e la natura, rese con giochi di prospettiva e volumi. Una pittura certamente influenzata dal cubismo e dal Bauhaus, con richiami a Picasso, Klee e Bortoluzzi, che visse anche a Peschici e con cui Marchesiello ebbe un legame. I suoi paesaggi naturali - pianure, montagne e coste - sono un elemento costante della sua produzione dal 1978 ad oggi, rappresentati con una tecnica che richiama il divisionismo, attraverso una resa del colore data per punti. Marchesiello, inoltre, ha affiancato alla pittura anche la modellazione ceramica, realizzando vasi e maschere ispirati alla tradizione sudamericana, in sintonia con l’approccio primitivista di molte avanguardie, e influenzato dall’artista colombiano Cesare Siviglia, attivo in Italia. La mostra, quindi, -chiosa Piemontese- propone un percorso cronologico attraverso oltre cinquant’anni di lavoro, evidenziando l’evoluzione coerente e continua della sua ricerca artistica».
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