Torremaggiore: auto dell’assessore Quaranta incendiata, silenzio e pulizia lampo - NOC Press

Torremaggiore: auto dell’assessore Quaranta incendiata, silenzio e pulizia lampo

 

Frame Video Tik Tok



di Roberto Arcu Fedele – NOCPress

TORREMAGGIORE – L’ennesimo rogo che ha colpito un’autovettura nella città di Torremaggiore si è consumato nella notte di ieri. Questa volta, l’auto interessata è una Ford C-Max, risultata di proprietà dell’assessore comunale Enzo Quaranta, attualmente anche probabile candidato alle prossime elezioni regionali. Un episodio che – nonostante la gravità e la rilevanza del soggetto coinvolto – si è svolto nel silenzio più assoluto, senza che la notizia trapelasse sui canali ufficiali né attraverso la stampa né tramite i social.

Noi di NOCPress siamo venuti a conoscenza del fatto sin da subito, ma abbiamo ritenuto opportuno non divulgarlo immediatamente. Il motivo? L’anomaliaa nostro giudizio evidente – nella gestione dell'accaduto: la bonifica dell’area è avvenuta con una rapidità inusuale, quasi chirurgica, e soprattutto senza alcun clamore mediatico. Una scelta operativa che ha inevitabilmente attirato la nostra attenzione.

Nel frattempo, però, il tam tam cittadino ha iniziato a correre e, complice il coinvolgimento diretto di cittadini che ci chiedevano lumi in merito, una dichiarazione ufficiale da parte del soggetto interessato è stata inevitabile. A distanza di circa 24 ore, l’assessore Enzo Quaranta ha diramato una nota pubblica inviata alle testate giornalistiche locali. Ecco il passaggio centrale del suo intervento:


"Confido nelle indagini, certo che si risalirà ai responsabili del gesto. L'evento della scorsa notte non scalfisce minimamente il mio operato, men che meno il mio impegno per Torremaggiore. Probabilmente a qualcuno può dar fastidio il lavoro portato avanti in questi mesi e i risultati ottenuti con l’amministrazione comunale, ma non intendo arretrare di un solo passo. Proseguirò con la determinazione di sempre, con impegno e costanza, per la mia città e per l’intera Capitanata."

Parole nette, che aprono però scenari politici e amministrativi tutti da chiarire. Perché se, come lo stesso Quaranta lascia intendere, il gesto ha natura dolosa e sembrerebbe avere a che fare con il suo ruolo pubblico, allora è legittimo – e doveroso – porsi delle domande.

CHI AVEVA INTERESSE A COLPIRE L’ASSESSORE?

Non siamo in presenza di un semplice atto vandalico. Qui il bersaglio ha un volto e un nome precisi, e ricopre una funzione istituzionale. È dunque plausibile chiedersi: cosa spinge qualcuno a incendiare l'auto di un assessore comunale, attivo su più deleghe e in corsa per le regionali?

Torremaggiore è una realtà in cui, come in tante città del Sud, il confine tra la politica amministrativa e gli interessi economici è spesso sottile. In municipio, come noto, transitano richieste delicate: cambi di destinazione d’uso di terreni, permessi edilizi, licenze commerciali, progetti di sviluppo, affidamenti pubblici. Tutti ambiti dove una firma o una negazione può incidere – anche significativamente – su dinamiche finanziarie rilevanti.

E allora: c’è qualcuno che ha bussato invano per ottenere un “sì”? Qualcuno che ha letto un “no” come una sfida o un ostacolo? In Comune, vi sono pratiche che – se non avallate – possono trasformarsi in micce silenziose, pronte ad esplodere sotto forma di atti intimidatori? Sono domande che ci poniamo, alla luce delle dichiarazioni pubbliche che sembrano suggerire un legame diretto tra il gesto e l’attività amministrativa.

UNA SCENA “TROPPO PULITA” PER NON FARSI NOTARE

Il dettaglio della bonifica immediata della scena resta, per noi, il segnale più inquietante. Perché tutta questa fretta nel cancellare le tracce? Perché nessuna nota ufficiale nelle prime ore? L’impressione è che ci si sia mossi per non far notizia. Ma proprio questo silenzio è diventato la notizia.

UN CLIMA DA NON SOTTOVALUTARE

Il contesto torremaggiorese è segnato da una lunga sequenza di incendi d’auto. Alcuni noti, altri – come quello di ieri – rimossi dalla scena pubblica quasi come se non fossero mai avvenuti. È evidente che esista un problema di sicurezza urbana, di percezione sociale del crimine e, forse, di qualcosa di più strutturato che meriterebbe un approfondimento investigativo e giornalistico serio.

Non siamo qui per formulare accuse né per cedere alla tentazione del complottismo. Ma porre domande è, e resta, un dovere del giornalismo. E di fronte a dinamiche che sembrano più complesse di quanto appaiano, non ci accontentiamo delle versioni edulcorate o delle frasi di circostanza.

Torremaggiore ha bisogno di chiarezza. E anche di verità, per quanto possa far rumore.



Nota della Redazione: 

Il presente articolo si limita a riportare fatti di cronaca e dichiarazioni pubbliche, integrati da riflessioni giornalistiche basate su domande lecite in un contesto di interesse pubblico. Non si avanzano ipotesi accusatorie né si intendono attribuire responsabilità individuali. Ogni riferimento a persone o fatti è da intendersi nel rispetto della verità sostanziale dei fatti e della libertà di stampa, nel quadro della normativa vigente.

Nessun commento:

Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.