Torremaggiore, ferimento del 17enne. Il mistero dell’arma scomparsa: dubbi e ombre - NOC Press

Torremaggiore, ferimento del 17enne. Il mistero dell’arma scomparsa: dubbi e ombre




Una scia di domande senza risposta


Il giovane del posto S.L. è stato ritrovato in un casolare, ferito con un colpo di arma da fuoco alla testa e trasportato in ospedale in stato di shock. Circostanze che, almeno nella versione iniziale, sono state ipotizzate a un gesto volontario. Tuttavia, diversi elementi emersi nelle ore successive pongono interrogativi leciti e legittimi che meritano, nel rispetto della verità, di essere approfonditi.

Secondo quanto appreso da fonti locali e da una ricostruzione confidenziale, l’arma che avrebbe causato il ferimento non sarebbe stata immediatamente ritrovata nei pressi del corpo, come ci si aspetterebbe in un contesto di "gesto volontario". Una circostanza, questa, che se confermata aprirebbe uno squarcio su scenari diversi da quelli inizialmente ipotizzati.

Inoltre, la o le persone che per primi hanno dato l'allarme per il silenzio del ragazzo – preoccupati dall’assenza di risposte telefoniche – si sono recati personalmente sul posto, prima ancora di avvisare ufficialmente i soccorsi?. Ed è proprio in quella finestra temporale che, stando a indiscrezioni, l’arma potrebbe essere stata, da qualcuno, rimossa dalla scena del crimine. Perché?

Il punto critico è proprio questo: 

Quale motivazione potrebbe spingere qualcuno a toccare, prelevare o far sparire un’arma in un contesto così delicato? Una delle ipotesi, che merita l’attenzione degli inquirenti, è che la pistola presumibilmente "riconosciuta" non fosse regolarmente "registrata" ovvero, non legalmente dichiarata. Se così fosse, il timore di conseguenze penali potrebbe aver spinto un eventuale testimone ad alterare – anche inconsapevolmente – la scena del crimine. 

Altro elemento inspiegabile: 

Il telefono cellulare del ragazzo risulta ancora introvabile. Un’assenza che pesa come un macigno e che potrebbe rappresentare la chiave per comprendere movimenti, contatti, o stati d’animo del ragazzo nelle ore precedenti al ferimento. Il suo eventuale ritrovamento, se mai dovesse avvenire, potrebbe chiarire un quadro investigativo già di per sé altamente complesso.

A beneficio dell’opinione pubblica, e nel rispetto delle attività investigative in corso, poniamo dunque domande che, come redazione, riteniamo fondamentali per chiarire quanto accaduto:

In un evento volontario che sfocia in suicidio con un'arma da fuoco, com’è possibile che l’arma non sia stata trovata accanto al corpo? In tutti i casi analoghi, la dinamica più comune prevede il ritrovamento dell’arma in prossimità della vittima. L’assenza dell’oggetto, se confermata, costituisce un’anomalia grave.

Chi ha dato l’allarme per primo, e chi è stato avvisato?

È stato contattato direttamente il 118 o le forze dell’ordine, oppure qualcuno di fiducia è stato informato prima? Questo passaggio è cruciale per comprendere eventuali alterazioni della scena del crimine.

Se l’ipotesi del gesto volontario è sostenibile, perché qualcuno ha avuto la premura di rimuovere l’arma? Se si trattasse davvero di un suicidio, ogni elemento sulla scena dovrebbe essere lasciato intatto per permettere le verifiche forensi.

Naturalmente, saranno gli inquirenti a stabilire la verità con le opportune indagini balistiche, esami autoptici e testimonianze. Ma come redazione riteniamo doveroso dare voce ai dubbi che molti cittadini si stanno ponendo da giorni, nel silenzio assordante delle comunicazioni ufficiali.

Nel frattempo, ci uniamo al dolore della famiglia e confidiamo che, presto, ogni dubbio venga sciolto dalla forza delle prove e della giustizia.

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