Torremaggiore, tre auto in fiamme: il movente affonda nella tradizione
TORREMAGGIORE (FG) – Una sequenza di incendi dolosi, tutti concentrati nello stesso quartiere e diretti contro un’unica famiglia. Tre veicoli sono stati ridotti in cenere nell’arco di un mese. L’ultimo episodio si è verificato nella notte tra il 2 e il 3 giugno, intorno alle 3:45, in via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, dove una Fiat Tipo station wagon è stata completamente avvolta dalle fiamme. Anche in questa occasione sono intervenuti i Vigili del Fuoco e i Carabinieri, che hanno avviato i rilievi sul posto.
Attraverso fonti presenti sul territorio, la redazione è riuscita a ricostruire alcuni retroscena che fanno luce su questa inquietante escalation. Un dettaglio finora inedito riguarda una riunione avvenuta il 24 maggio 2025 tra i membri dell’associazione “Portatori” – custodi della tradizione religiosa della Madonna della Fontana – durante la quale si è discusso della rinuncia da parte della vittima al ruolo di "portatore". In quella sede si è deciso di accettare la rinuncia e di “congelare” il cosiddetto “camice”, l’indumento cerimoniale che conferisce il diritto di portare in processione la statua della Vergine. Da quanto emerso, i portatori hanno informato coloro che reclamavano il camice delle decisioni assunte in merito, precisando che, al momento, il camice resta nella loro disponibilità . Sempre secondo quanto riferito, al momento della comunicazione, alcuni dei presenti avrebbero reagito in modo minaccioso nei confronti dei portatori, ai quali avevano richiesto il verbale della riunione, accusandoli persino di appropriazione indebita. A distanza di pochi giorni, ovvero, il 3 giugno si verifica l'episodio incendiario.
Secondo quanto ricostruito, la decisione della vittima di rinunciare al “camice” non è stata improvvisa, ma maturata dopo anni di tensioni e vessazioni. Da oltre due anni, infatti, il titolare del diritto a indossare il camice sarebbe stato oggetto di pressioni e continue rivendicazioni da parte di altri soggetti interessati ad appropriarsi del ruolo di “portatore”. Una situazione di persistente disagio e malumore che avrebbe spinto la persona coinvolta, per senso di responsabilità e per evitare ulteriori conflitti, a riconsegnare volontariamente il camice all’associazione, rinunciando formalmente e definitivamente al titolo.
Il cuore della vicenda ruota attorno alla contesa per il “camice”, simbolo di prestigio e appartenenza nella cultura locale. La famiglia colpita dagli atti incendiari, secondo quanto ricostruito, ha formalmente rinunciato al ruolo, ma la scelta dell’associazione di “congelare” l’indumento – anziché assegnarlo immediatamente – potrebbe aver generato tensioni con chi, confidando in pressioni più o meno esplicite, pensava di ottenerlo per vie informali. Da qui sarebbero nati attriti interni sfociati in dissapori personali.
Parallelamente, la redazione ha raccolto altre segnalazioni dalla cittadinanza, che ipotizzavano piste alternative. Alcuni riferivano di dissidi in ambito lavorativo con il coinvolgimento indiretto di familiari della vittima; altri, di vecchi contrasti legati a vicende sentimentali. Dopo le dovute verifiche, queste ipotesi sono state escluse in quanto prive di riscontri concreti.
L’unico elemento solido attorno al quale convergono più testimonianze affidabili resta dunque il conflitto legato al camice dei portatori. È lì che, secondo la nostra "lettura", va cercata la chiave per interpretare quanto accaduto.
Il dettaglio tecnico
Durante l’incendio del 3 giugno, alcune telecamere di videosorveglianza hanno ripreso una figura mentre utilizzava una tanica di plastica rigida, simile a quelle usate per detersivi industriali. Un contenitore comune in contesti aziendali strutturati che, se tracciabile, potrebbe rappresentare un indizio utile per restringere il campo investigativo. Tuttavia, anche la tanica è stata data alle fiamme. Un tentativo di eliminare tracce organiche? O forse per impedire che se ne risalisse alla provenienza? Interrogativi aperti, che alimentano il lavoro degli inquirenti.
Al momento le forze dell’ordine non hanno ufficializzato alcuna pista, ma le indagini proseguono. L’area interessata dagli incendi resta sotto stretta osservazione, mentre i residenti – sempre più allarmati – chiedono una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio.
La redazione continuerà a seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda, garantendo la riservatezza delle fonti e operando nel pieno rispetto della deontologia giornalistica, a tutela della verità e della dignità .
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.