Pronto Soccorso di Foggia, dopo la denuncia sulla morte di Fernando scatta l’audit clinico: "Rispetto, verità e trasparenza" - NOC Press

Pronto Soccorso di Foggia, dopo la denuncia sulla morte di Fernando scatta l’audit clinico: "Rispetto, verità e trasparenza"


"Gentile dottor Ciccarelli, ho letto con profonda attenzione e sincera partecipazione la Sua lettera aperta, ripresa da numerose testate giornalistiche, nella quale ha denunciato pubblicamente la dolorosa perdita di un Suo congiunto e le gravi criticità riscontrate nell’assistenza ricevuta presso il nostro Pronto Soccorso. 
A nome mio personale e dell’intera Direzione Strategica del Policlinico Riuniti, desidero esprimerle innanzitutto il cordoglio più sentito. 
Il dolore per la perdita di una persona cara, in circostanze che suscitano dubbi e interrogativi, merita rispetto, ascolto e risposte chiare. 
Comprendo e accolgo il senso profondo del Suo intervento: non solo una denuncia personale, ma un richiamo forte a interrogarsi sulle condizioni di sistema che possono incidere, anche drammaticamente, sulla qualità e tempestività delle cure. 
Proprio per questo abbiamo immediatamente attivato un audit clinico interno, coinvolgendo i referenti delle unità operative interessate, per ricostruire con la massima oggettività e trasparenza l’intera sequenza degli eventi. 
Le assicuro che verranno valutati sia i comportamenti individuali, sia le eventuali criticità organizzative o di sistema che possano aver influito sull’esito. 
Anche l’Autorità Giudiziaria per la quale c’è la massima fiducia, ha aperto un’indagine e siamo in attesa di conoscerne l’esito. Per parte nostra, stiamo perseguendo tutte le azioni per completare l’organico del personale medico e continueremo a lavorare, rafforzando la formazione, la supervisione clinica e il miglioramento dei processi organizzativi. 
Con rispetto e sincera partecipazione,  dott. Leonardo Miscio Direttore Sanitario Policlinico Riuniti Foggia"


Questa lettera del Policlinico segue una lettera aperta, carica di dolore e domande, che ha acceso i riflettori su quanto avvenuto al Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia. A firmarla è stato Enrico Ciccarelli, familiare dell’architetto Fernando di Trani, deceduto il 15 giugno scorso dopo essere stato dimesso dalla struttura ospedaliera con una diagnosi che ora la famiglia contesta apertamente.

Secondo quanto riportato nella missiva indirizzata al direttore sanitario Leonardo Miscio, Fernando si era presentato al Pronto Soccorso con dolori al petto. Gli sarebbe stata eseguita una lastra al torace, dopodiché sarebbe stato rimandato a casa con una semplice prescrizione di antidolorifici. Poche ore dopo, è sopraggiunta la morte.

“Il dolore della nostra famiglia si associa al dubbio che l’assistenza prestata non sia stata quella dovuta”, scrive Ciccarelli, che solleva dubbi sull'intero processo diagnostico e organizzativo.

Ma l'intervento va oltre il caso specifico, e diventa un appello più ampio: “Mi chiedo se questa eventuale carenza assistenziale abbia natura sistemica e se dipenda da logiche e assetti organizzativi più profondi.

Il familiare denuncia infatti un sistema sanitario in affanno, soprattutto nei Pronto Soccorso, dove “la carenza di personale è tale da costringere a ricorrere sistematicamente ai cosiddetti ‘gettonisti’”. E non manca il riferimento al sovraccarico determinato da “accessi impropri” che rallentano l’intervento sui casi più gravi.

Esami relativamente semplici, come l’elettrocardiogramma, possono fare la differenza tra la vita e la morte”, sottolinea Ciccarelli, chiedendo se siano davvero eseguiti in modo routinario, come dovrebbe avvenire in casi di dolore toracico.

La Direzione Sanitaria del Policlinico ha risposto ufficialmente alla lettera annunciando un audit clinico interno per verificare la correttezza delle procedure seguite, e ha espresso “cordoglio e vicinanza” alla famiglia. Nel frattempo, è stata anche aperta un’indagine da parte dell’Autorità giudiziaria.

Il caso ha suscitato un ampio dibattito pubblico e ha riportato l’attenzione sulla necessità di rafforzare la sanità d’emergenza, potenziare il personale e garantire protocolli diagnostici efficaci e uniformi.

“Ci rassicuri, non per Fernando, che non c’è più, ma per i mille Fernando che sono ancora là fuori”, si legge in uno dei passaggi più toccanti della lettera.



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