"Lunga vita al sindaco", le pubbliche scuse per un inutile frastuono - NOC Press

"Lunga vita al sindaco", le pubbliche scuse per un inutile frastuono


 

di Redazione 




Quella di ieri, 21 agosto 2025, a Monte Sant'Angelo, per Monte Sant'Angelo, per i montanari e tutta la comunità della Capitanata, è stata una giornata pesante.

È bastata una frase scritta su Facebook per scatenare la gogna mediatica verso chi l'ha scritta e chi l'ha risposta, affermandola. È parso essere innanzi a quei titoli sensazionalistici dove si sbatte in prima pagina il mostro, costruendo artatamente da qualcuno un fatto che non ha nulla che fare con quello riportato nei titoli dai giornali locali.

Un evento, perché lo è, diventato tale da giornalisti poco consoni alla verifica e deontologicamente scorretti per pochi like e visite online.

Tutto ciò ha prodotto un grande fraintendimento su cosa si voleva davvero esprimere, dirottando l'attenzione da uno sfogo di una cittadina a quello sulla criminalità e mafia.

Uno sbaglio grossolano che inequivocabilmente ha prodotto commenti e comunicati stampa, alcuni scritti ad hoc per far intendere tutt'altro, puntando il dito verso chi ingenuamente e con sana franchezza ha espresso il suo pensiero.

Ovviamente la frase scritta non è bella, è brutalmente inumana, non lo si augura a nessuno, ma nel contesto e per la causa in corso bisogna comprendere lo stato d'animo e l'indice culturale di chi lo ha esternato.

Ancora più grave è colpevolizzare chi ha risposto a quel commento, che lo ha fatto senza malizia ma conscia che chi leggeva conosceva il motivo e avrebbe compreso. Non è stato così.

Ed è per questo che immediatamente chi ha risposto al commento, la signora MariaRita Totaro, motivandole e con dovizia ha espresso pubblicamente le sue scuse al sindaco Pierpaolo d'Arienzo, di seguito riportate.

"Mi spiace tantissimo per l' accaduto e mi scuso per la frase infelice a cui ho risposto alla signora Gina, che tra l' altro non conosco.

Solo in questo momento vengo a sapere delle tante critiche che mi sono piovute addosso.

Non pensavo di causare tanto frastuono.

La parola "morto", detta così dalla signora Gina, a cui io ho risposto con superficialità, lo ammetto, lungi da me dal pronunciarla, non era di certo riferita alla persona fisica, difatti, la morte non si augura a nessuno tantomeno al Sindaco che potrebbe essere mio figlio.

Era, bensì, riferita all' assenza di comunicazioni in queste giornate concitate e i toni, purtroppo, si sono esasperati.

Non pensavo che quelle due frasi gettate lì d' impeto e per la rabbia, avessero potuto creare tanto clamore.

Molto dispiaciuta, rinnovo le mie più sincere e dovute scuse al Sindaco a cui auguro lunga vita e ottima salute, perché è giovane e padre di famiglia.

Concludo dicendo e per sdrammatizzare l' infelice frase, come tutti sanno, il malaugurio allunga la vita.

Vogliamoci bene e pensiamo di più in positivo a cercare di risollevare le sorti del paese, tutti insieme, le critiche costruttive, al contrario di quelle esacerbate, fanno crescere.

Profondamente dispiaciuta, rinnovo le mie scuse e auguro buona vita a tutti".


Speriamo che l'accaduto serva come monito e insegnamento a tutti, in particolare a chi ha scritto i comunicati stampa (partiti politici e loro iscritti) e a quei colleghi giornalisti affinché si ricordino che prima di scrivere titoli e articoli distorti facciano le dovute verifiche. 

Ieri si è superata la misura e si è perso il controllo della situazione che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. 

Intanto l'etichetta "mafiosa" è stata nuovamente cucita addosso a una comunità che non lo è e che cerca, spesso senza l'aiuto delle istituzioni e di chi li governa, di cancellarla dai casellari mediatici.


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