Margherita di Savoia, incendi dolosi nella notte di Ferragosto: un arresto e una lettera che fa riflettere
![]() |
(Margherita di Savoia Le saline da Pixabay) |
A Margherita di Savoia la notte di Ferragosto è stata segnata da una serie di incendi che hanno coinvolto diverse auto parcheggiate in città . Le fiamme, divampate in due aree differenti, hanno distrutto alcuni veicoli e danneggiato altri. Fin da subito le forze dell’ordine hanno ipotizzato l’origine dolosa, confermata poi dalle immagini delle telecamere di sorveglianza.
Le indagini dei Carabinieri hanno portato rapidamente all’individuazione di un sospetto: un uomo di 28 anni, già noto alle autorità , riconosciuto grazie agli indumenti rinvenuti nella sua abitazione e compatibili con quelli utilizzati al momento dei roghi. Dopo un tentativo di fuga, il giovane è stato fermato e arrestato.
L'incendio non ha causato solo danni materiali: per molti residenti e villeggianti la vicenda ha rappresentato una ferita simbolica, capace di incrinare il senso di sicurezza e il legame con un territorio da sempre legato al mare e alle saline.
Tra le auto incendiate c’era anche quella di una famiglia in vacanza, arrivata a Margherita di Savoia per ritrovare i luoghi dell’infanzia e condividerli con i propri figli. L’attacco, del tutto casuale, ha colpito non soltanto un mezzo di trasporto, ma anche un frammento di vita quotidiana e di memoria personale.
Il proprietario, che con la sua famiglia ha visto andare in fumo non solo l’auto ma anche un pezzo di passato, ha voluto affidare alle pagine di una lettera le sue emozioni. Un racconto intimo che, partendo dai ricordi d’infanzia, diventa appello alle istituzioni e alla comunità locale
Non appena le saline entravano, dalla strada, nello sguardo visivo, mia madre apriva i finestrini e diceva: «Respirate, che è solo salute».
Quell’odore, di “tutto iodio”, per dirlo come lo ripeteva lei, ha disegnato la mia infanzia e l’estate dei miei primi anni.
Se amo il mare, anche ora che dalla pianura pugliese sono passato a vivere tra le montagne del Nord, è grazie a Margherita di Savoia.
Perciò, a Margherita ci sono tornato quest’anno con i miei due figli. «Respirate», dicevo loro entrando in città , con una certa emozione e con lo stesso tono materno. «Non li vedete i fenicotteri?»
Ora, a quell’odore dell’infanzia se n’è sostituito un altro: acre, persistente, insopportabile. L’odore di un’auto bruciata.
La nostra era infatti una di quelle incendiate nei giorni attorno a Ferragosto, in centro città , a un orario in grado di fare del male a chiunque vi passasse vicino.
“Perché proprio la nostra?”, è la domanda di rito. Un'auto modesta, con due seggiolini, di cui uno particolare, utile a facilitarci la vita con il nostro bimbo con bisogni speciali.
Comprata usata, coi pochi risparmi che si riesce a mettere da parte nella nostra situazione e così cruciale nella gestione del quotidiano. Il fatto che sia toccato proprio alla nostra auto, mi abilita però a parlare direttamente a questa terra che amo e a chi la vive.
Assieme alla mia macchina sono bruciati tutti i ricordi belli di me bambino.
Però, il pomeriggio dello stesso giorno in cui abbiamo dovuto pagare per la rottamazione e lo spostamento (con risorse nostre, senza la possibilità di vedere neanche un euro dall’assicurazione o da chiunque altro abbia responsabilità , a fronte già di una perdita enorme per una famiglia come la nostra) abbiamo scelto di prendere i bambini e andare al mare.
E il mare ci ha regalato un pomeriggio meraviglioso. A costo zero. Un dono gratuito e generoso.
Questo è un addio.
Ho deciso che non tornerò più a Margherita: ho perso tutta la voglia.
Però, mentre il treno, ossia un’altra grossa, imprevista spesa, ci riporta a casa, chiedo a chi amministra questa città (che pure avrebbe potuto esprimerci diretto rammarico), a chi ha una responsabilità nel garantire la sicurezza del territorio e a tutte le meravigliose persone di Margherita solo una cosa: scrollatevi di dosso questa criminalità aguzzina, più o meno organizzata.
Fatelo come ci si toglie la sabbia dalle caviglie ai doccini dei lidi.
Come ci si toglie di dosso una cosa appiccicosa e inutile.
Del resto, che cosa sanno fare? Solo usare la violenza.
Non c’è ingegno. Non c’è visione. Non c'è bellezza. Non c’è nulla che sia amore.
E invece io vi dico addio con tutto l’amore possibile.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.