Monte Sant’Angelo senz’acqua, ma il caso diventa… strumentalmente mafioso su Facebook
L'Editoriale della Redazione NOCPress
Dal Partito Democratico al sindaco: la strumentalizzazione di una frase per nascondere l’assenza sulla crisi idrica.
Mentre la comunità di Monte Sant’Angelo fa i conti con un’emergenza idrica senza precedenti, la politica locale sceglie un’altra strada: quella della strumentalizzazione. Un commento pubblicato sui social da una cittadina – «non l’avete capito che il sindaco è morto» – è stato trasformato in un caso mediatico, presentato come una minaccia personale nei confronti del primo cittadino.
Eppure, basta leggere con onestà intellettuale quelle parole per comprenderne il senso: una critica dura, amara, che non va mai scritta anche se legittima lo stato d'animo di una persona "assetata", rivolta a un sindaco percepito come assente, quasi “politicamente morto” di fronte a una questione che ha messo in ginocchio famiglie e attività. Nessuna minaccia, nessun augurio di morte, ma lo sfogo di chi si sente abbandonato da un’amministrazione muta e latitante.
A essere scandaloso non è il commento di una cittadina esasperata, ma l’operazione costruita attorno ad esso: il tentativo del Partito Democratico e degli ambienti vicini al sindaco di spostare il dibattito, trasformando la vittima in carnefice. I cittadini senza acqua, privati di un bene essenziale e lasciati senza risposte, diventano il problema; mentre chi ha mancato al proprio dovere istituzionale si erge a vittima, gridando al complotto.
Questa dinamica non solo avvelena il confronto pubblico, ma tradisce un disegno preciso: soffocare la critica, criminalizzare il dissenso, alimentare il vittimismo politico pur di non rispondere sul merito della questione. Una strategia vecchia, messa in atto anni fa su casi che di mafioso non avevano nulla, sennonché di promesse elettorali non mantenute, che però offende l’intelligenza di una comunità stanca di propaganda e slogan, e che pretende soluzioni concrete.
Monte Sant'Angelo non dev'essere più etichettata come capitale della mafia, già avvenuto mesi fa su giornali nazionali. E ciò che si chiede al primo cittadino montanaro, è di ridimensionare la vicenda, spiegandone i motivi, altrimenti i montanari passeranno nuovamente come mafiosi. Il sindaco ha il dovere di difendere la propria comunità da queste dicerie e difendere il proprio onore da chi lo offende e minaccia.
È vergognoso che testate locali non abbiamo approfondito per raccontare la vera verità sull'accaduto, preferendo sbattere in prima pagina titoli allarmistici pur di farsi leggere. Il giornalista scava, si informa, verifica e poi scrive, fa parte del suo lavoro.
Il vero nodo resta uno e uno soltanto: come è stato possibile che Monte Sant’Angelo sia rimasta senz’acqua e senza guida politica in un momento tanto delicato? Finché non arriveranno risposte chiare e assunzioni di responsabilità, nessuna cortina fumogena potrà cancellare la realtà.
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