"Mbà" sono tutti fuori - NOC Press

E...Noi la faccia ce la mettiamo sempre"

Da leggere attentamente...buona lettura...

E...Noi il 10 Agosto 2017 pubblicavamo questo...come vedevamo Noi la Mafia in Capitanata, ma nessuno ci ha dato "retta" "siamo dei visionari"...e Oggi?...Oggi i media pubblicano più di una teoria fatta da "Noi" visionari...


visto che i media a cui ci siamo rivolti in data 10 agosto 2017 e soprattutto per mancanza di "cosiddette" non hanno avuto il coraggio di pubblicare congetture, siamo costretti a pubblicarcele da soli...

"SONO SOLO CONGETTURE"
"MBA'...Sono Tutti Fuori"

Questa non è Mafia. Questa è “Società”

è una questione a due...gli altri sono "bracci" destri.

“Mbà, sono tutti fuori”
Ai giorni nostri (2017)

Weapons and Drugs Connection
(Collegamenti di armi e droga)

Are Only Conjectures
(sono solo congetture)

“Mbà” Sono tutti Fuori

Come sempre, Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana. Cercando di narrare fatti, e questa volta, e lo specifichiamo, di esporre teorie dando una spiegazione logica all’escalation criminale che ha visto coinvolta la cittadina di San Severo e l’intera Capitanata.

“Mbà”è il diminutivo di “compare”, termine con cui un affiliato alla cosiddetta “Società” foggiana indica un altro affiliato.

Apriamo così, il resto vien da sé:

Il “Fatto” rilevante:

6 Settembre 2016, attentato il boss Roberto Sinesi. 16 i colpi esplosi quel pomeriggio in via Amorico, uno ha ferito alla spalla il nipotino di 4 anni del boss. Illesa la figlia Elisabetta (moglie di Antonello Francavilla). I killer avrebbero utilizzato una mitraglietta e un fucile mitragliatore con proiettili calibro 7,62. In azione 2 o forse 3 persone. L’agguato ipoteticamente rientra nella “guerra di mafia in corso” tra i Sinesi-Francavilla e i Moretti-Pellegrino?

A nostro avviso, oggi si stanno pagando le conseguenze di azioni e decisioni scellerate da parte di apparati statali, nel non aver dato la giusta attenzione, in tempi che furono, nel contrasto alla riorganizzazione di clan malavitosi, non a caso attualmente i “pezzi da novanta” sono tutti fuori. E tutti si sono riorganizzati, e con il tempo hanno creato alleanze e sodalizi “esterni” potenti e di rilievo.
Sono state fatte statistiche, diramate mappe, ipotetiche alleanze territoriali, ma poco si è parlato o scritto di alleanze extraterritoriali con mafie nazionali e internazionali.
La “Società” foggiana negli ultimi anni ha stretto per mezzo dei loro clan principali, sodalizi soprattutto con la mafia albanese, dove vi è un filo diretto per il traffico di armi e droga con VALONA, (che è una municipalità di 120.874 abitanti dell'Albania, secondo porto del paese dopo quello di Durazzo. Sorge nella parte sud-occidentale dello stato e sulle rive del mar Adriatico), non a caso l’Albania viene definita la Colombia d’Europa difatti un clan foggiano, unitamente agli albanesi che si sono aggiunti di recente che insieme cercano di tenere e di prendere il monopolio che avevano (nel rifornimento di droga) con i “Milanesi” Sabatino (di origine sanseveresi) nella loro roccaforte di Quarto Oggiaro che con Severino Palumbo avevano ottimi rapporti, come li avevano i Gallo e gli Abbaticchio di Bari per il rifornimento di droga nella cittadina dell’alto tavoliere intesa in San severo.

Eliminato Severino Palumbo nella sera del 2 Aprile 2015, elemento di spicco capace di avere ramificazioni con gran parte della puglia ed un filo diretto con Milano e l’estero, la leadership rimasta vacante nel controllo della droga che a San Severo fa gola a molti e soprattutto a coloro (clan rivali) che tentano la successiva scalata al controllo del territorio, perché San Severo è centro nevralgico di “rifornimento” fra Foggia, il Gargano e Puglia Nord e da non escludere i rifornimenti fatti nelle Marche, in Abruzzo e Molise e non è da scartare la concreta ipotesi che San Severo sia, con gli anni, divenuta una base logistica della “Società” foggiana. Quella stessa “società” che vede i 2 capi storici e per giunta rivali, fuori dalle carceri ad impartire ordini e a tramare vendette. Come dire, chi si aggiudica San Severo, è già a metà dell’opera.

Da tener conto che i rapporti tra camorra e delinquenza foggiana sono, probabilmente, quelli di più antica data e quelli più profondi. La delinquenza foggiana è riuscita a fare il salto di qualità proprio grazie alla camorra, quella di Cutolo in particolare; difatti molti "cutoliani" trascorsero i periodi di reclusione nelle carceri di San Severo e Foggia prendendo contatti con la delinquenza locale e affiliando alcuni personaggi, non a caso la sorella di Raffaele Cutolo, Rosetta, abitò a San Severo in soggiorno obbligato. Senza però trascurare che l’attuale clan predominante foggiano, può contare sull’alleanza sancita anni addietro intessendo alleanze con la ‘ndrangheta calabrese, grazie ai rapporti tra Roberto Sinesi e Franco Coco Trovato, quest’ultimo esponente di spicco della cosca De Stefano/Papalia. A testimonianza degli ottimi rapporti fra il clan dei montanari e il clan Sinesi Francavilla entrambi con conoscenze riconducibili alla 'Ndrangheta.

È risaputo che il clan dei montanari, in primis con il suo boss “rampollo” Franco Libergolis (Era tra i 30 latitanti più pericolosi d'Italia) appena 30enne durante la sua latitanza ebbe coperture dal clan Francavilla di Foggia, da quell’episodio e da quella copertura il clan foggiano ebbe notevoli benefici in termini di conoscenze fuori porta. Difatti il clan Libergolis (o Li Bergolis), chiamato anche clan dei Montanari, è un clan mafioso originario di Monte Sant'Angelo, attivo in provincia di Foggia ed anche all'estero. Vengono anche definiti i “re” del pizzo. Le attività illecite che svolgono sono l'estorsione, riscossione del pizzo, riciclaggio di denaro, traffico di stupefacenti, usura ed omicidio.
Dalla loro il clan può contare su circa 296 affiliati, con contatti consolidati con la famiglia De Stefano di Reggio Calabria e con gli Zaza-Mazzarella di Napoli. Quindi di riflesso con n’drangheta e camorra. Conoscenze che il clan foggiano ha saputo consolidare e ben sfruttare. Non a caso si dice che sul territorio di capitanata vi sia un latitante di spessore della n’drangheta taurese (Gioia Tauro) protetto dai clan foggiani.
Negli ultimi anni i consistenti ritrovamenti di armi da guerra e di droga effettuati sul nostro territorio, nulla vieta di pensare che la n’drangheta avendo i riflettori puntati addosso, abbia deciso di servirsi logisticamente del territorio di Capitanata per il mantenimento e lo smistamento della droga e delle armi da far pervenire ai clan n’dranghetisti e camorristi nei loro rispettivi territori. Ad oggi, l’unico in questo business sentitosi tagliato fuori e che potrebbe accendere una guerra di mafia territoriale contro il clan ormai consolidato foggiano è il clan rivale storico del clan Sinesi-Francavilla, con il suo capo carismatico e fondatore della “società foggiana” Rocco Moretti detto “il porco” oggi in libertà, ovvero a capo del clan Moretti-Pellegrino-Piscopia, che nel periodo più buio della guerra di mala tra il '98 e il '99 si contarono 14 omicidi e 2 agguati falliti scatenando una guerra di mafia, dove a farne le spese sono per la maggiore dei pregiudicati di spicco dei clan rivali fra loro ma anche innocenti che con la mafia non c'entravano nulla.
Però la congettura potrebbe portare all’ipotesi di una tacita alleanza per spartirsi la torta, proventi fuori porta che assicurano la n’drangheta e la camorra, perché ci risulterebbe difficile pensare che le due compagini mafiose di così tanto spessore si affidino a clan altrettanto mafiosi in contrasto fra di loro, Noi non lo pensiamo possibile. Difatti i morti ammazzati in questi ultimi anni riguardano omicidi per droga e non per il predominio di leadership territoriale, altrimenti sarebbe stata una mattanza tra boss e affiliati rivali fra loro, ma questo Noi non lo abbiamo constatato. Indubbiamente ci sono e ci saranno sempre le “scaramucce” fra rivali, regolamenti di conti, ma altra cosa è dire GUERRA DI MAFIA per detenere il potere assoluto.
Non a caso analizzando le date degli omicidi un quadro emerge, come detto prima, tutto ruota ad avere il controllo della droga e delle armi. ambiguamente ci sono clan che obbediscono al sodalizio Foggiano-N’dranghetistico-Camorristico e altri che cercano di ribellarsi a questo predominio e altri ancora che tentano di rimanere neutrali, ma si sa che in questi ambienti si deve avere uno schieramento altrimenti si è tagliati fuori da ogni business.
Altra ipotesi percorribile è il depistaggio.
L’emergenza San Severo (scaturita nel Marzo 2017) è stata conclamata per i furti e le rapine alle attività commerciali, cosa francamente di non facile credibilità, in quanto, i clan mafiosi (quelli veri) sono restii nell’attirare tanto clamore su di essi, difatti il più delle volte riescono a tenere a bada la micro-criminalità predatoria proprio per far si che non susciti disagio sociale nell’attirare su di essa tutti i riflettori investigativi.
Allora c’è da pensare che dietro a questi attacchi, finanche fatti alle forze dell’ordine, vi sia una strategia di depistaggio ben precisa, attirando a se volutamente tutte le risorse investigatrici per lasciare campo ad affari ben più importanti come coperture di latitanti cosiddetti “pesanti” o grossi quantitativi di armi e droga in arrivo per poi transitare altrove.
Ma ripetiamo, sono solo congetture.
Altre analisi possono aiutare a comprendere il disegno criminale sfociato in una ipotetica guerra di controllo della droga e delle armi, un pò stile messicano coi suoi cartelli. Come spesso accade nella guerre dei cartelli, i morti a terra ne sono molti, pertanto elenchiamo alcuni attentati e omicidi di rilievo
Le date degli omicidi di “rilievo”

Novembre 2013. “L’apripista ai preparativi”, ucciso il 65enne Gaetano Ettore D’Aloia.
Dopo aver scontato una detenzione per droga e armi, originario di Torremaggiore, unitamente ai Di Summa manteneva i contatti con la criminalità di San Severo, Foggia e del Gargano, in particolare nella zona di San Marco in Lamis, al pari del gruppo Cursio/Padula originario di Apricena.

Due anni dopo, comincia la strategia

26 Gennaio 2015 ucciso il boss Angelo Notarangelo, detto 'Cintaridd' Ritenuto dagli inquirenti a capo dell'omonimo clan, il 37enne è stato ucciso sulla litoranea Mattinata-Vieste in località 'Gattarella' (Fg)

2 Aprile 2015 Omicidio a San Severo: ucciso Severino Palumbo, in corso Leone Mucci. Una ventina i colpi d'arma da fuoco esplosi all'indirizzo di Severino Palumbo. Molto ben “ammanicato” per legami di droga con i clan Baresi e Milanesi oltre che esteri dei Paesi Bassi..
23 GENNAIO 2016. Agguato in via Capitanata: ucciso Rocco Dedda

3 SETTEMBRE 2016. Omicidio a Vieste: ucciso il 27enne Giampiero Vescera

29 OTTOBRE 2016. Omicidio a San Severo, ucciso Roberto Tizzano

12 NOVEMBRE 2016. Omicidio a San Severo, ucciso sotto casa Luigi Bevilacqua

16 Gennaio 2017 Omicidio a Vieste, Vittima dell'omicidio è il 33enne Vincenzo Vescera, pluripregiudicato del posto

27 Gennaio 2017 Omicidio a Vieste, ucciso con quattro fucilate Onofrio Notarangelo, fratello di 'Cintaridd'

5 febbraio 2017 in via Taranto a San Severo è stato assassinato Giuseppe Anastasio, detto “U Iatton”

Le date delle sparizioni

27 giugno 2016. Francesco Armiento scomparso. Era uscito per dirigersi a Mattinatella ma non ha fatto più ritorno a casa

1 dicembre 2016. Doveva uscire per alcuni servizi. Poi il nulla. Gianluca Campanile, 34enne foggiano con precedenti penali per droga.

18 Novembre 2016. Mario D’Amelio, svanito nel nulla da Casalvecchio di Puglia (Fg)

7 Febbraio 2017. Matteo Masullo 30 anni, detto “Bacchettone” per il fisico snello. Il giovane, originario di San Marco in Lamis, viveva a Torremaggiore coi genitori. Quattro anni fa fu coinvolto nel blitz “Watch your car” contro il racket delle auto rubate restituite ai derubati dietro pagamento di un pizzo. Masullo era ritenuto al vertice del gruppo criminale e fu condannato a 4 anni. Ottenne poi i domiciliari, fu nuovamente arrestato a gennaio 2014 per documenti falsi ma da tempo ormai era di nuovo libero. Più di recente, circa un mese fa, ignoti gli incendiarono la macchina.

Le date delle scarcerazioni dei “pezzi pesanti” per decorrenza dei termini. ma questa è un'altra storia.

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