Ritorna ad essere esposto “L'Adorazione dell'Agnello Mistico” dopo dieci anni di restauro
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© Olivier Matthys/ Belgamag via AFP | Matilde e Filippo, re del Belgio, posano di fronte al capolavoro restaurato |
Si tratta di uno dei massimi capolavori della pittura fiamminga, E’ la creazione più famosa dei fratelli Jan e Hubert van Eyck; la pala d'altare "Adorazione dell'agnello mistico" realizzata per la cattedrale di San Bavone - Sint Baafs a Gent, un polittico formato da 12 pannelli.
Dipinto a olio su 12 pannelli di legno di quercia, mette in scena il tema della Redenzione su due registri. Quello inferiore è incentrato sull’Agnello simbolo di Cristo, adorato nel giardino del Paradiso da Angeli, Santi, Buoni Giudici, Cavalieri di Cristo, Eremiti, Pellegrini.
Il registro superiore si dispone attorno ad una figura maschile in trono, che alcuni hanno identificato con Dio Padre, altri con Cristo Re. Accanto a lui, la Vergine Maria e Giovanni Battista attorniati da gruppi di angeli cantori e musicanti, per giungere nei pannelli più esterni ad Adamo ed Eva, nudi e distanti tra loro.
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© Nicholas Maeterlink/ Belgamag via AFP - L'Adorazione dell'Agnello Mistico esposta dopo il restauro |
Dalla sua realizzazione, nel 1432, la meravigliosa pala è considerata uno dei più raffinati tesori d'arte del mondo. Sfortunatamente, nella sua storia è stata vittima di tredici reati e sette furti. L'ultimo pannello non è ancora stato ritrovato, ma le ricerche proseguono.
Da ottobre 2012, Bart Devolder ha coordinato il progetto di restauro presso l'Istituto reale per il patrimonio culturale (KIK), una istituzione belga la cui esperienza è conosciuta in tutto il mondo, un restauro durato dieci anni e costato circa 30 milioni di euro.
L’opera è stato restituita al mondo in tutto il suo splendore in un nuovo spazio espositivo nella cattedrale di Gand, dietro un vetro rinforzato antincendio
La Pala d’altare di Gent non parla solo all'immaginazione con la sua ricca iconografia e le sue impressionanti pennellate, ma anche con la sua storia misteriosa
La storia di questo polittico
Ad appropriarsene per prime, di questi pannelli, furono le armate rivoluzionarie francesi, che portarono l'opera a Parigi per esibirla al Louvre. Fu solo la disfatta di Napoleone a Waterloo che costrinse la Francia a restituirla al Belgio, nel 1815.
La diocesi di Gand, in gravi difficoltà economiche, non riuscì a riscattarle in tempo. Nel 1816 una parte dei pannelli furono quindi venduti per 4 mila sterline al collezionista inglese Edward Solly, che li cedette a sua volta, cinque anni dopo, al re di Prussia, Federico Guglielmo III, che li fece esporre a Berlino.
I tedeschi tentarono di completare la collezione requisendo le parti mancanti durante l'invasione del Belgio nella Prima Guerra Mondiale, a eccezione dei pannelli di Adamo ed Eva, messi al sicuro in un museo di Bruxelles dopo che, nel 1822, la parte centrale del polittico era stata sfregiata dall'ennesimo incendio. Il trattato di Versailles costrinse però la Germania sconfitta a restituire non solo le sezioni trafugate ma anche quelle che erano state acquistate dal re di Prussia.
Nel 1934 ignoti ladri portarono via i pannelli di Giovanni Battista e dei Giudici Integri. Il primo fu restituito, il secondo non è mai stato ritrovato e ancor oggi è sostituito da una copia.
Con la Seconda Guerra Mondiale, l'opera finì di nuovo in mani tedesche. Gli emissari militari di Francia, Belgio e Germania si erano impegnati, nel pieno delle ostilità, a mantenere la pala d'altare nel museo di Pau dove era stata nel frattempo spostata ma nel 1942 Adolf Hitler ne ordinò il trasporto prima nel castello bavarese di Neuschwanstein e poi in una miniera di sale austriaca, per evitare che fosse danneggiata dai bombardamenti.
Ritrovato nel 1945 dagli alleati, e purtroppo rovinato dalla permanenza sotterranea, il polittico fu riportato in Belgio nel 1945 al termine della guerra.
A un primo restauro, avvenuto negli anni '50, è seguito quello appena concluso. I visitatori della cattedrale di San Bavone possono oggi accedere all'opera passando attraverso la cripta, accompagnati da un tour in realtà virtuale che racconta la genesi del capolavoro e le sue movimentate vicissitudini.
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