Opera(Mi): arrestato il sindaco, "appalti" e "mascherine" agli amici
All’alba di questa mattina, i carabinieri del comando Provinciale di Milano hanno arrestato il sindaco, Antonino Nucera del comune di Opera in provincia di Milano, una dirigente dell'ufficio tecnico comunale e tre imprenditori del settore edile. Tutti e cinque sono agli arresti domiciliari.
I cinque sono accusati — a vario titolo — di peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Tra gli illeciti anche l’interramento di rifiuti nel Parco agricolo Sud Milano.
Le misure sono state emesse dal gip del tribunale di Milano su richiesta della Dda della Procura della Repubblica di Milano e sono state eseguite nelle province di Milano, Lodi, Brescia, Varese e Messina.
L’inchiesta — coordinata dai procuratori aggiunti, Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli, e dai sostituti Silvia Bonardi e Stefano Civardi, e condotta dal nucleo investigativo di Milano — era stata avviata nel febbraio 2020 dopo una segnalazione su presunti illeciti posti in essere dall'amministrazione comunale.
In base alle indagini, risulterebbe che il sindaco con l’adesione della dirigente comunale e alcuni funzionari e consulenti del comune avrebbero interferito in alcune procedure di gara per orientare l’assegnazione di lavori pubblici in favore di imprenditori conniventi; non solo: avrebbero ricevuto da quest'ultimi "sostanziose utilità ".
Diversi i documenti finiti sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori.
Più nel dettaglio i detective si sono concentrati sulla gara d'appalto per la riqualificazione del centro sportivo Comunale (valore di circa un milione di euro); il contratto d’appalto per la manutenzione delle strade comunali (valore di 350 mila euro circa); la fornitura di quattro termo-scanner del valore di circa 15mila euro installati all’ingresso del Municipio, del Comando di Polizia Locale, della Biblioteca e della farmacia comunale; la procedura negoziata per la manutenzione del Centro Civico comunale (valore 80mila euro circa) e i lavori di adeguamento dei plessi scolastici (valore di 60mila euro).
Durante le indagini, inoltre, sarebbero stati documentati reati di tipo ambientale.
Infatti, secondo gli investigatori, gli imprenditori finiti al centro dell'inchiesta avrebbero stoccato, riutilizzato e interrato — in aree di cantiere nel Comune di Opera e in aree agricole all’interno del Parco Sud di Milano — circa mille tonnellate di fresato d’asfalto e altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza; le loro aziende, sempre secondo le indagini, avrebbero attestato falsamente il regolare recupero dei rifiuti speciali attraverso "formulari" ideologicamente falsi che sarebbero stati ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, questi ultimi indagati a piede libero.
Non solo. Secondo i detective il primo cittadino di Opera, nei primi mesi della pandemia, avrebbe arbitrariamente distribuito a stretti congiunti e a dipendenti comunali circa duemila mascherine chirurgiche che la Città Metropolitana e la Protezione Civile avevano destinato alle Rsa e alla farmacia comunale.
Mascherine che erano stati inviate al Comune alle porte di Milano, per gli anziani ricoverati nella Rsa «Anni azzurri Mirasole» della frazione di Noverasco. E per la farmacia comunale per poi essere distribuiti alla popolazione.
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