EDITORIALE: assalto fallito al Tir sulla A16? Ah…questa è bella! È stata una prova
Che abbia fatto notizia il fallimento dell’assalto al Tir sulla A16, tra Candela e Cerignola Ovest, all’alba del 7 settembre scorso, non c’è ombra di dubbio. È giornalismo, di cronaca, e va rispettato per l’informazione data.
Del resto fa più clamore una notizia di un assalto fallito o compiuto che quella di una prova.
Si, per noi NOC è stata una prova.
Scusate, ma chi è quel commando che assale un Tir vuoto, diretto a Lecce in un calzaturificio, e se fosse stato pieno avrebbe avuto un carico di scarpe? Nessuno!
Bravo è stato il camionista che ha saputo tener testa alla BMW nera che tentava di farlo uscire fuori strada, o al massimo di rallentarne la corsa per farlo poi fermare. Bravo fino a un certo punto, perché in una prova chi assale non rischia la pelle.
Una berlina che tenta di fermare un Tir? Dai… non scherziamo, non offendete la nostra intelligenza e quella dei lettori.
È stata una prova e le Forze dell’ordine lo sanno bene, per la dinamica e per come si è terminata l’azione.
Un commando, oltretutto equipaggiato con mezzi paramilitari, assale portavalori, pieni zeppi di soldi e valori vari. Un Tir al massimo lo assale una banda criminale dedita alla rapina di merci per rimetterle in commercio sul mercato nero. E se lo fa la dinamica è molto, ma molto diversa.
In passato abbiamo trattato l’argomento assalti ai portavalori, e l’argomento commando paramilitare, con un’accurata inchiesta. Stiamo parlando dell’inchiesta Four Pointed Stars, pubblicata su www.nocpress.com nella sezione “Inchieste” e “portavalori”, dove abbiamo svelato particolari noti, forse, a pochi delle Forze dell’ordine. Abbiamo raccontato, documentando, come questi commando si preparano, scelgono la preda, agiscono, rapinano e poi fuggono senza lasciar tracce.
Eravamo pronti a dirlo anche in TV nazionale (dicembre 2018) attraverso un nostro giornalista che ci ha messo nome, faccia e coraggio per aver indagato, con noi, sui vari assalti avvenuti negli ultimi cinque anni sulla statale 16, sulla SS 655, sulla A14 e A16. Peccato che i dirigenti Rai sotto scacco della Polizia di Stato e precisamente dello SCO (e così si svilisce la figura giornalistica, a maggior ragione d’inchiesta), non hanno più voluto mandare in onda in diretta la testimonianza del giornalista, per poi farne uno loro special omettendo alcuni dettagli importanti dell’inchiesta. In altre parole, il bavaglio ha zittito verità che avrebbero messo in cattiva luce inquirenti e hanno utilizzato nostre fonti per un servizio televisivo in nome di un loro giornalista invece del nostro.
Noi siamo NOC e collaboriamo sotto copertura con tutte le Forze di polizia, ma siamo scomodi quando riveliamo particolari che loro non riescono a trovare e provare.
L’assalto, presunto, sopra descritto, è stato una farsa, meglio dire una prova, di quelle che si fanno in preparazione del vero e milionario assalto.
Serve per prendere i tempi di azione e reazione da entrambe le parti, le loro per come assalgono, delle Forze dell’ordine in quanto tempo giungono sul luogo, cronometrando da dove partono e se bloccano strade e uscite varie. Serve a provare i raffinati apparati elettronici d’inibizione frequenze. Serve a rifinire alcuni dettagli, come le vedette, gli apparati spia lasciati sul campo (ciò che noi abbiamo svelato nelle inchieste e che lo SCO non ha voluto render noto), la reazione degli automobilisti in transito sulla strada alla vista delle auto incendiate. Serve a rivedere i tempi e le vie di fuga. Insomma, quella di martedì 7 settembre 2021 pare più la prova generale in vista della prima, che non è un debutto ma la riconferma di ciò che hanno sempre fatto.
Martedì sulla strada mancavano le punte a quattro stelle, da qui il nome della nostra inchiesta “Four Pointed Stars”, un dettaglio non a caso che deve far pensare alla prova in quanto se qualcosa fosse andato storto il commando non avrebbe potuto fuggire in tutta sicurezza. Il resto è stato provato e chi indaga lo sa bene.
Non offendete la nostra intelligenza. Noi certe cose le diciamo, anche impopolarmente, ma le rendiamo pubbliche perché la “conoscenza è la salvezza della Repubblica”
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