Operazione ‘Tabacco Selvatico’, progettavano omicidio: perquisizioni in tutta Italia - NOC Press

Operazione ‘Tabacco Selvatico’, progettavano omicidio: perquisizioni in tutta Italia



Nelle prime ore del mattino di lunedì 4 ottobre, nelle province di Brescia, Reggio Calabria e Vibo Valentia, militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Brescia, unitamente a personale del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, e con il supporto dei rispettivi Comandi competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di 5 soggetti, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di avere detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra (pistole e bombe a mano) con la finalità di realizzare un progetto omicidiario, maturato in un contesto di criminalità organizzata, con l’aggravante di avere agevolato l’attività di una famiglia ‘ndranghetistica.

Contemporaneamente, sono state eseguite 27 perquisizioni presso persone fisiche ed entità giuridiche coinvolte nell’ambito delle predette investigazioni. L’attività è stata coordinata dalla Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNA) con altre operazioni svolte in altre regioni d’Italia.

Noi dobbiamo garantire in tutti i modi possibili, la sicurezza a chi si espone contro la criminalità organizzata e se avessimo avuto più tempo, forse, avremmo ottenuto altri risultati ma abbiamo dovuto accelerare la tempistica delle indagini per evitare qualsiasi pericolo di fuga ed arginare la pericolosità dei soggetti arrestati”. Così il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri spiega l’immediato intervento dell’operazione “Tabacco selvatico” messa a segno dal lavoro sinergico delle Procure distrettuali antimafia di Brescia, Ancona e Reggio Calabria.

Tutti i dettagli del provvedimento che “deve ancora passare dal vaglio del Gip in sede di convalida”, ci tiene a precisarlo il Procuratore Bombardieri, sono stati illustrati presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci, dal comandante dei Carabinieri Marco Guerrini e dal tenente colonnello del Ros Pasquale Sasso Iovine.

Un ringraziamento va fatto al Ros di Roma e alle sezioni di Ancona e Reggio Calabria per una eccezionale ricostruzione investigativa, un’attività che ha permesso di acquisire una serie di elementi giudiziari, ovviamente siamo ancora in una fase di indagine, che ci ha permesso di ricostruire l’omicidio di Marcello Bruzzese avvenuto nel Natale del 2018 a Pesaro, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio Bruzzese – esordisce Bombardieri -. Una collaborazione proficua che ha portato alla luce un preoccupatissimo quadro di indagine che vede soggetti appartenenti alla cosca Crea impegnati in progetti omicidiari con disponibilità di armi per l’esecuzione di questi. Dalle intercettazioni e conversazioni che abbiamo, è emersa la pericolosità di affiliati pronti a commettere un attentato contro i soggetti che la cosca riteneva essere i responsabili delle condanne emesse dai giudici d’appello nel dicembre 2020”.

Il Procuratore Capo torna al dicembre scorso, quando i giudici del Tribunale di Reggio ribaltarono la sentenza dei giudici del Tribunale di Palmi, confermando la condanna a 20 anni di reclusione per il boss Teodoro Crea, 17 anni di reclusione al figlio Giuseppe, 12 anni a Domenico Crea (assolto in primo grado) e nove anni inflitti a Domenico Russo, al quale era stata data precedentemente una pena di 3 anni.

E’ una vicenda gravissima e, dopo aver raccolto una serie di dati su un contesto criminale molto pericoloso, siamo intervenuti per disinnescare qualsiasi iniziativa di attentati omicidiari – aggiunge Bombardieri -. Grazie all’eccellente lavoro dei Ros, abbiamo dato una risposta non solo all’omicidio di Bruzzese ma abbiamo posto un freno ad una attività criminale mettendo in sicurezza tutti. Sicuramente, se avessimo aspettato, avremmo avuto altri esiti ma non possiamo permetterci di esporre a rischi chi collabora con lo Stato, chi pone la sua fiducia in noi”.

Si sofferma sull’impeccabile “ruolo dei carabinieri con una struttura orizzontale”, il Procuratore aggiunto Paci che ribadisce “la fase cautelare dell’operazione perché sono provvedimenti assunti per estrema incidenza di gravità dei fatti ma, sono provvedimenti in attesa della convalida del giudice che si inseriscono in una storia criminale della cosca Crea nota per l’estrema ferocia di perseguire anche a distanza di anni, episodi di vendetta”.

Le armi che utilizzano questi soggetti non sono solo strumenti di vendetta ma sono mezzi per l’asservimento del territorio – puntualizza Paci -. L’operato impeccabile delle tre Procure distrettuali ha messo in luce anche le conversazioni dei soggetti oggi indagati che manifestano l’obiettivo di perseguire i loro programmi criminali senza alcun tipo di esitazione utilizzando armi da guerra”.

A ribadire “l’efferatezza della ‘ndrangheta che è passata dalla faide degli anni ‘70, ‘80 a mettere su impresa entrando così nel mercato italiano ed estero, rimarcando il suo potere utilizzando armi con estrema spregiudicatezza”, il tenente colonnello Pasquale Sasso Iovine.

Le indagini

L’indagine è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di 42 tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8.000.000 euro e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette, operato dal Gruppo Guardia di Finanza di Brescia e dalla Compagnia Carabinieri di Verolanuova. I successivi sviluppi investigativi, curati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria – G.I.C.O. Guardia di Finanza Brescia e il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo Carabinieri Brescia, sotto il coordinamento di questa Procura, hanno condotto, in data: 30.07.2020, ad un arresto per usura; 04.08.2020, al rinvenimento di una bomba a mano di fabbricazione jugoslava, di una pistola Glock cal. 9x21 (provento di furto), di una pistola cal. 22LR clandestina (priva di matricola); 21.8.2020, all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Brescia, nei confronti di due persone responsabili di acquisto, trasporto e detenzione di 57 tonnellate di tabacco lavorato estero di contrabbando, della produzione di sigarette e della contraffazione di marchi, di evasione fiscale per circa € 600 mila, di detenzione e porto di armi clandestine e da guerra; 24.8.2020, all’esecuzione in Slovenia, dopo l’emissione di un mandato di arresto europeo, della predetta OCC in carcere nei confronti di una terza persona ritenuta responsabile, in concorso ai summenzionati, dei medesimi reati; 12.9.2020, al rinvenimento di una bomba a mano.

Le indagini di polizia giudiziaria sono state condotte anche all’estero con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della DCPC (Direzione Centrale Della Polizia Criminale), di Europol e di Eurojust. L’esito delle indagini, risultate particolarmente complesse anche perché rivolte ad ambienti di criminalità organizzata impermeabili alle investigazioni, ha consentito di raccogliere univoci e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti dei destinatari del citato fermo in relazione al reato di detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni e da guerra, finalizzato alla realizzazione di un progetto omicidiario rispetto al quale i predetti sono stati individuati, a vario titolo, quali mandanti ed esecutori materiali; di accertare il contesto associativo nel quale è stato maturato il predetto progetto omicidiario, ordito da una famiglia ‘ndranghetistica con base nella provincia di Reggio Calabria, in danno di un soggetto pregiudicato, di origine calabrese, residente in un’altra provincia del Nord Italia, in passato legato a quella stessa compagine criminale; di evidenziare l’elevata caratura criminale di taluni dei soggetti coinvolti, pienamente e da tempo inseriti nel contesto economico di Brescia, i quali, mantenendo uno stretto legame con il rilevante contesto associativo di origine, partendo da questa provincia, hanno pianificato un attentato derivante da antiche faide. I destinatari dei provvedimenti di fermo eseguiti in data odierna sono stati ristretti in carcere.

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