Carabinieri del ROS arrestano Giuseppe e Mario Carlo Guttadauro, padre e figlio, indagati per associazione di tipo mafioso - NOC Press

Carabinieri del ROS arrestano Giuseppe e Mario Carlo Guttadauro, padre e figlio, indagati per associazione di tipo mafioso





I carabinieri del Ros, con il supporto dei colleghi del Comando provinciale di Palermo e dello Squadrone Cacciatori Sicilia, hanno arrestato Giuseppe Guttadauro, detto “il dottore”, e il figlio, Mario Carlo. Il primo è finito ai domiciliari, il secondo in carcere. Ai due, indagati per associazione mafiosa, viene contestata l’appartenenza alla famiglia di Cosa nostra di Palermo-Roccella, inserita nel mandamento di Brancaccio-Ciaculli.

Giuseppe Guttadauro, inteso "il dottore", è fratello di Filippo, cognato del latitante Matteo Messina Denaro. Era stato già tratto in arresto nel 2002, con l'operazione "Ghiaccio". Stabilitosi a Roma dopo la scarcerazione avvenuta il 2 marzo 2012, avrebbe mantenuto i contatti con Cosa nostra anche attraverso il figlio, che ne avrebbe “mediato” le interlocuzioni con gli altri indagati attivi a Palermo.

Nel corso dell’indagine, inoltre, è stato documentato l’intervento di Giuseppe Guttadauro, attraverso il figlio, nella risoluzione di contrasti che erano sorti a Palermo riguardo all’esecuzione di lavori che dovevano essere realizzati presso una importante struttura industriale nella zona di Brancaccio. Le intercettazioni hanno inoltre rivelato le aspre critiche mosse dal “dottore” alle nuove generazioni di mafiosi, innescate dalla notizia della collaborazione con la giustizia di alcuni pentiti.

Guttadauro senior, secondo il racconto degli investigatori, rappresentò al figlio l’esigenza di “evolversi”, pur rimanendo ancorati ai principi di Cosa nostra. 

Tra le vicende in cui i carabinieri hanno registrato l’intervento di Giuseppe Guttadauro anche un traffico di stupefacenti, condotto da un pregiudicato bagherese, e i rapporti di quest’ultimo con i vertici pro-tempore della famiglia mafiosa di Bagheria. Guttadauro senior, inoltre, avrebbe progettato un traffico di droga con l’estero, finanziato da alcuni sodali palermitani, attraverso un cittadino albanese, per reperire hashish e prevedendo anche un canale per l’approvvigionamento di cocaina dal Sudamerica. In questo contesto i carabinieri del Ros hanno registrato anche il ruolo di un assistente di volo in rapporti con Guttadauro: avrebbe dovuto trasportare 300mila euro in Brasile nel momento in cui il carico di droga dal Sudamerica fosse arrivato in Olanda.

Nelle intercettazioni, infatti, gli indagati discutono di uno “scarico a Rotterdam”. E dicevano: “Questi salgono 100 chili al mese. Allo scarico funziona così. Ci sono i doganieri, che prendono il 25 per cento”.

Le indagini, infine, hanno alzato il velo anche sulla “considerazione” della quale Giuseppe Guttadauro godeva anche in determinati ambienti di Roma: a lui, infatti, sarebbe stato chiesto di intervenire, dietro la promessa di un lauto compenso, per la risoluzione di un contenzioso dell’ammontare di 16 milioni di euro che una facoltosa donna romana aveva con un istituto bancario. 

Guttadauro, secondo quanto rivelano i carabinieri, non avrebbe esitato a prospettare, in caso di esito infruttuoso del proprio intervento, “di passare alle vie di fatto”, incaricando qualcuno di malmenare le persone che riteneva stessero ostacolassero la soluzione della vicenda. 

L’indagine ha portato anche alla ricostruzione di un pestaggio che altri due indagati, su ordine di Mario Carlo Guttadauro, avrebbero portato a termine il 25 ottobre 2016 nei confronti di un giovane palermitano, reo di avere accusato il giovane Guttadauro di “condotte disdicevoli”.

Ma chi è Giuseppe Guttadauro? Medico chirurgo presso l'Ospedale Civico di Palermo, nel 1984 venne arrestato la prima volta per associazione mafiosa a seguito delle accuse dei collaboratori di giustizia Vincenzo Sinagra e Salvatore Contorno che lo indicarono come fiancheggiatore del boss Filippo Marchese; al maxiprocesso di Palermo ebbe sei anni e sei mesi di reclusione. 

Arrestato nuovamente nel 1994 nell'ambito dell'operazione "Golden Market", scaturita dalle dichiarazioni di Gaspare Mutolo, Giuseppe Marchese e Giovanni Drago, venne condannato a tre anni e sei mesi al processo.

Divenne il capo del mandamento di Brancaccio dopo l'arresto e la conseguente carcerazione dei capimafia Giuseppe Graviano e Filippo Graviano, di Antonino Mangano, di Gaspare Spatuzza e di altri. 

Guttadauro fu arrestato nel novembre del 2002; la moglie, Gisella Greco e un figlio furono arrestati il 6 dicembre del 2002 nel corso dell'operazione antimafia detta "Ghiaccio" durante la quale lo stesso Guttadauro ricevette un ulteriore mandato di arresto. Sua moglie e suo figlio continuarono presumibilmente a portare avanti affari illeciti nonostante la sua assenza e agirono come canale per i suoi messaggi agli altri boss mafiosi fuori dal carcere.

Guttadauro era tornato in libertà nel marzo del 2012 ed era andato a vivere a Roma. Secondo le accuse, però, aveva continuato a mantenere i contatti con i clan attraverso il figlio Mario Carlo, che avrebbe fatto da trait d’union con gli altri indagati.


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