Alla scoperta dei musei: Mori Building Digital Art Museum di Tokyo - NOC Press

Alla scoperta dei musei: Mori Building Digital Art Museum di Tokyo




A Tokyo, in Giappone, si trova il Mori Building Digital Art Museum, un luogo magico di 10mila metri quadrati pensato dal TeamLab Borderless per essere "senza confini", tutto giocato su meraviglie percettive e magie digitali che offrono esperienze aumentate.

Situato sull’isola artificiale di Odaiba, aperto al pubblico il 21 giugno 2018 il Mori Digital Art Museum può essere definito un museo di arte contemporanea, ma al suo interno non sono presenti né quadri né sculture, ma tutto (o quasi) si basa sulla proiezione digitale. Il museo è grandissimo, si estende su circa 10.000 metri quadri e su più livelli; al suo interno sono presenti più sale, ognuna con una sua particolarità e con una specifica ambientazione.

Sull'area dei 10.000 metri quadrati vi sono 520 computer e 470 proiettori high-tech che regalano allo spettatore l’illusione di aggirarsi per risaie, all’inseguimento di branchi di pesci o di viaggiare nello spazio tra galassie e pianeti. Come un sogno ad occhi aperti. Un viaggio virtuale nell’arte senza confini.

Una volta entrati, ci si ritrova in un mondo “oscuro”, nel senso che, ad eccezione di poche zone, si è costretti a muoversi in una serie di stanze e corridoi bui illuminati semplicemente dalle immagini in movimento proiettate direttamente sui muri, sul pavimento e sul soffitto, oltre che sui visitatori stessi. L’effetto finale è veramente particolare ed emozionante e vi farà trascorrere ore ad ammirare tutte le sfumature e le particolarità delle varie stanze e delle rispettive proiezioni.

Oltre al buio, sulle pareti vi è la presenza di svariati specchi, che fanno diventare il Mori Digital Art Museum  una sorta di mondo parallelo, un qualcosa al confine tra realtà e fantasia.

Borderless World è la prima zona della mostra, creata con diverse sale interattive, dove si possono trovare fiori spazzati dal vento, onde che s’infrangono e banchi di pesci che nuotano sulle pareti, sui pavimenti e addirittura sui soffitti.

Nelle sale del Borderless World è possibile entrare ed uscire quante volte si vuole, per poter inseguire i vari personaggi nei loro movimenti attraverso le stanze e i corridoi.

Salendo le scale si arriva alla Foresta di Lampade, sicuramente una delle sale più belle e scenografiche della mostra.

Si tratta di una sola sala completamente rivestita di specchi, pavimento compreso, dove scendono centinaia di lampade con paralumi in vetro, che cambiano colore ed intensità di luce per una esperienza fuori dal normale.

Il TeamLab è un collettivo artistico internazionale, un gruppo interdisciplinare di vari specialisti come artisti, programmatori, ingegneri, animatori CG, matematici e architetti la cui pratica collaborativa cerca di navigare nella confluenza di arte, scienza, tecnologia e natura mondo.

Il TeamLab si propone di esplorare la relazione tra sé e il mondo e nuove percezioni attraverso l'arte. Per comprendere il mondo che li circonda, le persone lo separano in entità indipendenti con confini percepiti tra di loro. TeamLab cerca di trascendere questi confini nella nostra percezione del mondo, della relazione tra sé e il mondo e della continuità del tempo. Tutto esiste in una continuità di vita lunga, fragile ma miracolosa, senza confini.

Le opere utilizzate da TeamLab sono nella collezione permanente della Art Gallery of New South Wales, Sydney; Galleria d'arte dell'Australia Meridionale, Adelaide; Museo d'arte asiatica, San Francisco; Museo della società asiatica, New York; Collezione d'arte contemporanea Borusan, Istanbul; Galleria Nazionale di Victoria, Melbourne; e Amos Rex, Helsinki.

Il fondatore di teamLab, Toshiyuki Inoko, cerca di spiegare più concretamente, Borderless è composto da cinque mondi con i propri concetti. Il primo è il mondo senza confini. L'arte si muove dal luogo in cui viene mostrata, e ha lo stesso scorrere del tempo dei corpi dei visitatori. E comunicando tra loro, le opere creano un unico mondo senza confini. Il secondo mondo si chiama teamLab Athletics Forest, che mette a disposizione percorsi nei quali saltare, arrampicarsi, interagire con le proiezioni e calarsi in uno scenario fantastico. E' uno spazio che stimola il cervello e allena le capacità cognitive spaziali. Il terzo si chiama Future Park (e ha opere come Sketch Aquarium, Sliding through the Fruit Field e altri). Il quarto è la Foresta delle Lampade. E il quinto mondo è il caffè EN TEA HOUSE,  creato in collaborazione con EN TEA di Hirotoshi Maruwaka. Qui, quando il tè viene versato in una tazza da tè, i visitatori possono sperimentare un'opera d'arte di fiori che sbocciano all'infinito (Flowers Bloom in an Infinite Universe inside a Teacup).

Grazie alle nuove tecnologie, il museo è un luogo di bellezza immateriale: gli allestimenti sono pensati per far provare agli spettatori esperienze concrete e a interagire con l'ambiente. 



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