Torna a scoprirsi il pavimento del Duomo di Siena
Il pavimento del Duomo di Siena. © Opera della Metropolitana di Siena |
Dal 27 giugno al 31 luglio e poi dal 18 agosto al 18 ottobre, le meravigliose opere che compongono la pavimentazione della Cattedrale saranno nuovamente scoperte e visibili al pubblico per l’iniziativa intitolata “Come stelle in terra”, proposta "con “l’auspicio di una nuova epoca di pace e in conclusione delle stagioni della pandemia, con la speranza che gli animi rinnovati siano propensi a riscoprire la divina bellezza delle arti e dei monumenti".
"L'invito dell'Arcidiocesi di Siena - Colle di Val d'Elsa - Montalcino, dell'Opera della Metropolitana e di Opera Laboratori, costantemente impegnati nella tutela e promozione del pavimento” - si legge ancora -, “è quello di compiere una visita con una maggiore consapevolezza, con un desiderio di rinascita verso la 'luce' di bellezza, sapienza e spiritualità ”.
Un evento che mette in mostra un’opera d’arte incredibile, un viaggio tra allegorie, leggende, miti.
Il pavimento del Duomo di Siena è un complesso di tarsie marmoree, frutto di un progetto decorativo durato sei secoli (dal Tre all’Ottocento), composto da più di sessanta scene, ottenute da cartoni preparatori disegnati da artisti, quasi tutti senesi, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, oltre che dal pittore umbro Pinturicchio, autore del celebre riquadro con il Monte della Sapienza.
È aperto solo pochi mesi l’anno ma la ricaduta per la città , in termini economici, rende questo evento, ormai quasi un appuntamento fisso, un momento decisamente atteso. "I numeri testati da una tradizione ormai decennale – conferma Guido Pratesi, rettore dell’Opera del Duomo – ci indicano che il flusso portato in città dal periodo in cui il pavimento viene scoperto si aggira tra i duecentomila e i trecentomila visitatori".
Appena varcata la porta centrale troviamo Ermete Trismegisto, che simboleggia l'inizio della conoscenza terrena, quella del mondo antico, con un libro che simboleggia Oriente e Occidente, nonché riporta parole legate alla creazione del mondo.
Dopo Ermete, lungo la stessa navata, c’è la Lupa che allatta i gemelli – unica figura realizzata a mosaico, probabilmente la più antica.
Seguono le tarsie che rappresentano Siena e due immagini della Fortuna, la Ruota della Fortuna e l’Allegoria del colle della Sapienza, disegnata da Pinturicchio.
In questa l’immagine della Fortuna ricorda fortemente la Venere del Botticelli. La donna si trova in una posizione instabile, uno dei piedi poggia su una sfera, mentre l’altro è su una barca in balia delle onde. La Fortuna riesce in ogni caso a far approdare su un’isola rocciosa alcuni saggi.
Sulla vetta li attende la Sapienza. La seconda donna con la mano sinistra offre un libro a Cratete – che nel frattempo getta in mare una cesta di gioielli. Con la destra dà una palma a Socrate. Il percorso che conduce alla Sapienza è arduo ma permette di conseguire la serenità : un altipiano coperto di fiori.
Ogni scena del pavimento sprigiona altrettanta varietà e ricchezza. Continuando lungo la navata centrale si arriva al transetto, dove sono raffigurate le storie della rivelazione. L’esagono sotto la cupola mostra scene di sacrificio, rimandano alla celebrazione eucaristica dell’altare.
Ai lati ci sono invece le imprese militari del popolo ebraico cui si aggiunge la Strage degli Innocenti e che è inoltre l’unica vicenda tratta da un Vangelo – quello di Matteo – a differenza di tutte le altre rappresentazioni, basate su Vecchio Testamento e fonti classiche.
Nell’esagono (dove si trovano le storie di Elia e Acab), e in alcune tarsie vicino all’altare (Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia, Storie di Mosè sul Sinai e Sacrificio di Isacco) ha lavorato Domenico Beccafumi, perfezionando la tecnica del commesso marmoreo sino ad arrivare a ottenere risultati di chiaro-scuro. In questa parte ai marmi precedentemente utilizzati si aggiungono almeno due tonalità di giallo che illuminano le scene come in nessun altro punto della cattedrale.
Gli interventi di Beccafumi si distinguono per l’espediente di non eseguire più le ombre col tratteggio ma grazie all’inserimento di marmi di diverse tonalità , ottenendo un effetto di grande plasticismo, grazie alla possibilità di creare effetti di luce e d’ombra e, quindi, di volume.
Concludono il percorso le storie di Davide, che prefigura la figura di Gesù. Tra queste segnaliamo La morte di Assalonne, che appeso per i capelli a un albero fa pensare all’icastica iconografia di certe stampe giapponesi.
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