Alla scoperta dei musei: Museum of Broken Relationships di Zagabria
A Zagabria c'è il Museum of Broken Relationships ovvero il Museo delle relazioni finite che raccoglie gli oggetti simbolo di amori passati, dai peluche alle lacrime versate. Nasce come un gioco, come bisogno di sdrammatizzare e si trasforma in un esperimento sociale molto interessante.
Il Museo si trova permanentemente nel bellissimo palazzo barocco Kulmer nella Città Alta, una parte storica di Zagabria ricca di attrazioni turistiche. Un viaggio emotivo unico intorno al mondo attraverso centinaia di rotture.
Il Museo delle Relazioni Interrotte è un progetto artistico creativo originale ideato dalla produttrice cinematografica Olinka Vištica e dallo scultore Dražen Grubišić entrambi di Zagabria nel 2006.
Al termine della loro storia d'amore durata quattro anni, i due artisti croati scherzano sull'istituzione di un museo per ospitare i propri oggetti personali lasciati. Dopo tre anni Grubišić ricontattò Vištica per riproporle l'idea, ma questa volta sul serio. I due iniziarono così a chiedere ai propri amici di donar loro gli oggetti-ricordo delle ex relazioni, fino a quando non venne a crearsi una vera e propria collezione che fu esposta al pubblico per la prima volta nel 2006 nella Gipsoteca di Zagabria, in occasione del 41º Salone d'arte di Zagabria. Da allora ha portato migliaia di persone in un viaggio empatico in giro per il mondo.
Il Museo è uno spazio pubblico fisico e virtuale creato con l'unico scopo di custodire e condividere le storie strazianti e i beni simbolici. È un museo su di te, su di noi, sui modi in cui amiamo e perdiamo.
Al centro, il Museo è una collezione in continua crescita di oggetti, ciascuno un ricordo di una relazione passata, accompagnato da una storia personale, ma anonima, del suo collaboratore. A differenza delle istruzioni di auto-aiuto "distruttive" per il recupero dal dolore e dalla perdita, il Museo offre la possibilità di superare un collasso emotivo attraverso la creatività , contribuendo alla sua collezione universale.
Il Museo ha vinto l'EMYA Kenneth Hudson Award come il progetto museale più innovativo e audace d'Europa con la menzione: al "museo, persona, progetto o gruppo di persone che hanno dimostrato la più insolita, audace e, forse, controversa esposizione che sfida la percezione comune del ruolo dei musei nella società ", affermando la " importanza della qualità pubblica e l'innovazione come elementi fondamentali di un museo di successo".
Nel conferire il premio la giuria dell'EMF ha osservato che «Il Museo delle relazioni interrotte favorisce la discussione e la riflessione non solo sulla fragilità dei rapporti umani, ma anche sulle circostanze politiche, sociali, e culturali che circondano le storie raccontate. Il museo rispetta la capacità del pubblico di comprendere più ampie questioni storiche, sociali inerenti a diverse culture e identità , e fornisce una catarsi per i donatori su un livello più personale»
Il Museo delle relazioni interrotte è descritto dai suoi fondatori come un "concetto di arte che procede dal presupposto (scientifico) che gli oggetti (nel senso più ampio, cioè la materia nel suo complesso) possiedono caratteristiche integrate (ovvero "ologrammi" di ricordi ed emozioni), e intende creare uno spazio di "memoria sicura" o "ricordo protetto", al fine di preservare il patrimonio materiale e immateriale dei rapporti interrotti".
Il museo si divide in tre sezioni: "reperti materiali", "museo virtuale in rete" e "confessionale".
Reperti materiali
La sezione comprende oggetti e documenti, come fotografie, lettere e messaggi. I reperti sono presentati con la data e il luogo della relazione, oltre alle annotazioni da parte dei loro donatori anonimi. A causa dello spazio limitato, alcuni oggetti possono essere sistemati nell'archivio o trasferiti nella parte virtuale del museo.
Museo virtuale in rete
In questa sezione i visitatori registrati possono "donare" le proprie esperienze al museo, caricando immagini e documenti. I donatori possono decidere se condividere la propria testimonianza con gli altri visitatori del museo.
Confessionale
È la parte interattiva del museo, in cui i visitatori possono conservare i propri oggetti o messaggi, o registrare le loro confessioni in uno spazio ristretto e intimo.
Gli oggetti esposti sono di tutti i tipi.
Si va da oggetti “preziosi” (anelli, orologi, etc) frutto di regalo, a capi di vestiario, fino ad oggetti che ricordano esperienze comuni (bambole, libri, dischi, portachiavi, fotografie, eccetera).
Ovviamente non possono mancare oggetti stranissimi.
Qui, per esempio, Specchietto Auto – 1983 Amore Finito il 1988 – Zagreb, Croatia
Una notte lui parcheggia l’auto dinnanzi alla casa “sbagliata”, lei lo scopre e per dispetto strappa via lo specchietto e piega i tergicristalli. Quando il marito torna a casa, racconta una strana storia di teppisti che hanno preso di mira la sua auto, lei non confessa, tuttavia quel giorno ha segnato l’inizio della fine della storia.
Questo oggetto, descritto come "ex-ascia", fu donato da una donna di Berlino. Venne utilizzata per distruggere l'arredamento di casa di una donna lasciata dalla propria compagna per un'altra. Due settimane dopo essersene andata, la donna tornò per riprendersi i mobili ma scoprì che erano stati ridotti a pezzi e ordinati in piccoli cumuli. La donna raccolse i resti e lasciò libero l'appartamento. L'ascia è descritta come "strumento terapeutico".
Il successo di questo museo è talmente ampio, da averne recentemente aperto una seconda sede a Los Angeles.
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