Afidop dice no all'etichetta Nutri Score - NOC Press

Afidop dice no all'etichetta Nutri Score






L’Afidop, l’Associazione dei formaggi italiani Dop, ha lanciato una campagna sui rischi dell’etichetta Nutri-Score, spiegando che entro un anno rischierebbero di sparire dalle tavole italiane, e non solo, alcuni dei piatti più caratteristiche. Sono 10 le ricette iconiche in cui il formaggio è un ingrediente distintivo e che, a causa dell’etichetta a semaforo europea, potrebbero essere bollate come poco sane.

Cos’è il Nutri-Score e perché rischia di far sparire alcune ricette della tradizione.

Il Nutri-Score è un’indicazione sull’etichetta dei prodotti con diverse lettere, che vanno dalla A verde alla E rossa, che, su carta, dovrebbe segnalare a prima vista i prodotti migliori, o più sani, permettendo al consumatore di distinguerli da quelli che invece sono dannosi.

Nonostante le nobili intenzioni di questo particolare “semaforo alimentare” inventato in Francia e già adottato da diversi Paesi europei, il Nutri-Score è da sempre oggetto di forti critiche, dato che prende in considerazione solo dei dati parziali.

Per calcolare il punteggio, infatti, sono considerate solo le calorie, la quantità di acidi grassi saturi, la quantità di zuccheri, la quantità di proteine, la quantità di sale, la quantità di fibre e la percentuale in peso di frutta, verdura, legumi, noci e oli di colza e olive. Proprio l’olio di oliva, però, per la sua composizione grassa, in etichetta ha la lettera C, in giallo, che lo categorizza tra gli argomenti che non sono dannosi ma neanche sani.

Va da sé che alimenti sani, e che in genere vengono consumati in piccole dosi, rischiano di essere penalizzati rispetto ad altri che, se assunti in maniera moderata, sono addirittura consigliati. Come alcuni dei grandi protagonisti della dieta mediterranea. Oltre all’olio di oliva, anche i formaggi rischiano di finire nel mirino del Nutri-Score.

Il Nutri-Score influenza davvero l’acquisto dei prodotti? Cosa è emerso dagli studi

Sia ben chiaro, il Nutri-Score non impedisce la vendita di alcun alimento. Tuttavia, e questo è allarme che lanciano tante associazioni di produttori, può disincentivare l’acquisto di alcuni cibi e di alcune bevande perché erroneamente etichettati come “buoni” o “cattivi” a prescindere dal loro utilizzo, dalle quantità di consumo e dalle proprietà che non sono incluse nei sette parametri presi in considerazione.

Secondo un’indagine Ipsos condotta per l’Osservatorio Waste Watcher International e realizzata su un campione di ben 7 mila cittadini di Usa, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, per 3 consumatori su 4 le informazioni nutrizionali in etichetta influenzano sensibilmente le scelte nel carrello.

Sempre per la stessa ricerca 4 consumatori su 10 cambierebbero le proprie abitudini di consumo e a tavolo in funzione dei colori apposti in etichetta. Con ingenti danni che potrebbero ripercuotersi su intere filiere.

Perché l’Afidop si oppone al Nutri-Score: quali formaggi boccia l’etichetta?

Il Nutri-Score, in particolare, boccia alcune eccellenze del Made in Italy, come lamenta l’Afidop. Sarebbero bollati con la D arancione i seguenti prodotti Dop, tra gli altri: asiago, gorgonzola, grana padano, mozzarella di bufala campana, parmigiano reggiano e pecorino romano.

Antonio Auricchio, presidente dell’Afidop, ha sottolineato, a nome dell’associazione, che “diciamo no al Nutri-Score e alle etichette basate su quantitativi di riferimento scollegati dalle abitudini di consumo nella dieta quotidiana”. Simili indicazioni sono “strumenti fuorvianti” che “svalorizzano” i prodotti Dop e disincentivano il consumo dei piatti tipici, “banalizzando i valori nutritivi”.

Per questo è necessario sostenere e promuovere “informazioni correte e complete” per i consumatori. Afidop si unisce per questo a tutte le organizzazioni che in Italia e in Europa ritengono il Nutri-Score un “sistema ingannevole” ed esortano la politica a non attuare questa etichetta alimentare.

Perché l’etichetta del Nutri-Score è considerata “ingannevole” anche dai medici.

A sostenere la campagna di Afidop è il gastroenterologo Luca Piretta, che attraverso il comunicato stampa contro il Nutri-Score dell’associazione fa sapere che la dieta è un “comportamento complessivo” e quotidiano e non “è fatta solo di un cibo o di un colore verde che dà l’idea di poterne mangiare a volontà o di un colore rosso che fa apparire un determinato alimento come proibito”.

Anche il medico sottolinea che le etichette a semaforo o con lettere “apposte come un voto scolastico”, basate su quantitativi di riferimento scollegati dalla dieta e dalla porzione consigliata, “sono ingannevoli rispetto alla reale natura del prodotto singolo”. E questo vale soprattutto per alcuni tipi di formaggio e l’olio extravergine di oliva, che raramente superano i 10 o i 20 grammi in una ricetta.

Allarme Nutri-Score per l’economia: così potrebbe minare il Made in Italy.

L’allarme provocatorio lanciato dall’Associazione dei formaggi italiani Dop spiega che a fare le spese dell’approvazione da parte del Nutri-Score da parte dell’Unione Europea non sarebbero solo i consumatori finali, ma tutto il nostro Paese.

Il rapporto Ismea-Qualivita evidenzia che quello dei formaggi Dop e Igp è un comparto strategico per il Made in Italy. Con 55 prodotti a denominazione, 26 mila operatori e ben 4,2 miliardi di euro alla produzione, l’industria casearia rappresenta quasi il 60% del totale del cibo Dop e Igp. Una quota di mercato impressionante che rischia di crollare per colpa della poca lungimiranza di Bruxelles.

Quali sono le 10 ricette che potrebbero sparire a causa del Nutri-Score

Oltre ai danni economici e a etichette fuorvianti per i consumatori, comunque, il Nutri-Score potrebbe danneggiare una tradizione gastronomica millenaria. E cancellare dalle nostre tavole alcune ricette simbolo della dieta mediterranea e dell’italianità, o comunque penalizzare e disincentivare il consumo di alcuni prodotti.

Per questo i consorzi di tutela dei formaggi a denominazione protetta hanno lanciato l’hashtag #ConIFormaggiDopEIGp e una campagna informativa con le 10 ricette che potrebbero sparire dalla nostra tradizione perché erroneamente considerate poco sane a causa dell’etichetta Nutri-Score. Sono le seguenti.

• Caprese con mozzarella di bufala campana.

• Risotto al radicchio con gorgonzola.

• Spaghetti al pomodoro con parmigiano reggiano.

• Riso al salto con zucca e grana padano.

• Pasta cacio e pepe con crema di fave e pecorino romano.

• Tortelli all’asiago e ai funghi porcini.

• Acquacotta maremmana con pecorino toscano.

• Schisòla con taleggio.

• Finocchi al gratin di fontina.

• Crescia e prosciutto con casciotta d’Urbino.


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