Approvato dal Senato, in via definitiva: la Gpa (Gestazione per altri) diventa reato universale
Mercoledì 16, con 84 voti favorevoli, 58 contrari e nessuna astensione, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl n. 824 sul contrasto alla surrogazione di maternità .
L'Assemblea ha approvato definitivamente il decreto di cui sopra che reca modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano
In pratica la norma modifica l'articolo 12 della legge 40 del 19 febbraio 2004 che, al comma 6, prevede: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». A questa disposizione si aggiunge un paragrafo per cui «se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità , sono commessi all'estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana».
E in Senato, sul tema, sono scoppiate scintille nel corso della discussione del ddl n. 824, approvato dalla Camera, sul no alla maternità surrogata. La norma prevede il divieto ai cittadini italiani di praticarla non solo in Italia, dove è già illegale e punita con il carcere fino a due anni e una sanzione fino a un milione di euro, ma anche all'estero nei paesi dove invece è legale. Dopo il via libera alla legga anche dal Senato, arrivano le reazioni dai fronti opposti. «Oggi il Parlamento ha scritto una pagina nera, nerissima, per i diritti e per le libertà . La destra ha infatti reso illegale, per i cittadini italiani, il ricorso alla maternità surrogata anche in quei Paesi in cui la Gpa è perfettamente legale, normata e sicura» scrive sui suoi canali social il segretario di +Europa, Riccardo Magi. Mentre Carolina Varchi (FdI) e ideatrice del testo di legge esulta: «Finalmente è stata messa la parola fine a una pratica disumanizzante».
La relatrice, sen. Campione (FdI), ha illustrato il provvedimento, "L'obiettivo è contrastare il "turismo procreativo", attraverso il quale si vuole aggirare il divieto di maternità surrogata in Italia". La relatrice ha enfatizzato come questa pratica mini le relazioni umane, interrompa il legame biologico e riduca il corpo della donna a una macchina da riproduzione.
Le sen. Anna Rossomando (PD), Alessandra Maiorino (M5S) e Ilaria Cucchi (Misto-AVS) hanno criticato l'introduzione di una norma penale ideologica, ricordando che la gestazione per altri (GPA) non rientra nei reati di portata universale.
Nel conseguente dibattito sono intervenuti (a sostegno) i sen. Scalfarotto (IV), De Cristofaro (Misto-AVS), Verini (PD), Elisa Pirro (M5S) e (contro) i sen. Zanettin (FI-BP), Romeo (LSP) e Malan (FdI).
I Gruppi di opposizione hanno duramente contestato un provvedimento propagandistico, che svela un atteggiamento autoritario e moralizzatore del Governo, che interferisce nelle scelte personali e nei diritti morali dei cittadini; limita l'autodeterminazione delle donne; stigmatizza i nati da maternità surrogata ed è palesemente vendicativo contro le coppie omogenitoriali.
I Gruppi di maggioranza hanno disapprovato l'utero in affitto, definendolo una pratica aberrante che mercifica il concepimento e umilia la dignità delle donne, riducendole a semplici incubatrici: la battaglia contro la maternità surrogata serve a tutelare i diritti dei bambini e a preservare le leggi naturali.
Pur dissentendo dalla maternità surrogata, le senatrici Valente e Lorenzin (PD), hanno criticato l'approccio del Governo, focalizzato più sul consenso politico che sul benessere sociale.
Durante l'esame dell'articolato, il Governo ha accolto l'ordine del giorno G1.103 del sen. Gasparri (FI-BP), che impegna il Governo a garantire che le autorità italiane, nel legalizzare o ricevere atti di nascita di figli nati all'estero da cittadini italiani, verifichino se la nascita sia avvenuta tramite surrogazione di maternità .
Nelle dichiarazioni finali, hanno annunciato voto favorevole i sen. Mariastella Gelmini (Misto-Az), che ha evidenziato l'importanza di promuovere adozioni e procreazione medicalmente assistita come alternative legali, auspicando una semplificazione delle procedure adottive; Guidi (Cd'I), che, condividendo la sua esperienza personale come medico, ha sostenuto che non si può permettere una pratica che compromette i diritti dei bambini; Zanettin (FdI), che ha criticato l'atteggiamento delle organizzazioni femministe e di una parte della sinistra, che restano silenti di fronte alla mercificazione della maternità che la GPA rappresenterebbe; Romeo (LSP), che ha respinto l'idea di una pratica altruistica o solidale, ritenendola un attacco alla dignità umana, criticando chi sostiene che i desideri individuali debbano prevalere sui diritti dei bambini e delle madri; Domenica Spinelli (FdI), secondo cui il provvedimento rappresenta un passo importante verso i diritti umani, contestando le narrazioni fuorvianti delle opposizioni e ringraziando i sindaci italiani che hanno rispettato la legge. Hanno annunciato un voto contrario i sen. Julia Unterberger (Aut), che ha accusato la maggioranza di voler limitare l'autodeterminazione delle donne e discriminare le famiglie arcobaleno; Enrico Borghi (IV), secondo cui il Parlamento ha perso un'occasione per riflettere su temi complessi, preferendo una visione rigida e dogmatica al dialogo; Ilaria Cucchi (Misto-AVS), che ha sottolineato l'impraticabilità della legge a livello giuridico, evidenziando il rischio di procedimenti penali contro coppie italiane che ricorrono alla GPA all'estero; Maria Domenica Castellone (M5S), che ha difeso la pratica come atto d'amore, proponendo una regolamentazione della GPA solidale in Italia per evitare abusi e commercializzazioni clandestine; Bazoli (PD), che, sebbene condivida l'idea che la maternità surrogata offenda la dignità della donna, si è opposto a una penalizzazione universale della pratica, ritenendo che possa minare le relazioni internazionali e non garantire la tutela adeguata dei diritti dei bambini.
Fonte: il Senato della Repubblica
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