Crisi delle Automotive. Una “gola profonda” svela i piani della Volkswagen - NOC Press

Crisi delle Automotive. Una “gola profonda” svela i piani della Volkswagen

 



(foto: Cottonbro da Pexels)

Se in Italia, e precisamente a Melfi, nella zona industriale di San Nicola, la Stellantis, ex Fiat, ha deciso di incentivare la fuoriuscita di molti dipendenti con un incentivo monetario di 80mila euro -in altre parole sono dimissioni volontarie- per fronteggiare il netto calo di vendite delle auto ibride e elettriche, in Germania il colosso della auto Volkswagen va giù senza remore, pianificando la chiusura di tre stabilimenti

Migliaia di posti di lavoro a rischio, con l’aggravante per chi rimane a lavorare di vedersi ridurre lo stipendio del 18% con un deciso fermo degli aumenti retributivi. Una mannaia per azienda e maestranze, quest’ultime peraltro che potrebbero essere dislocate quest’ultime in altre realtà produttive della nazione con tutti i disagi che ne derivano.

Una crisi annunciata, sia dalla preponderante concorrenza cinese, che offre auto, con ogni alimentazione, a prezzi ribassati, sia dalla mancanza di domanda e richiesta di auto elettriche, cui la Volkswagen ha puntato sul futuro investendo miliardi di euro rimodulando le produzioni nell’elettrico. Una scelta in vista di quel 2035 che l’Unione Europea vorrebbe vedere transitare sulle proprie strade solo auto elettriche, “elargendo” soldi con il PNRR.

Tuttavia, negli ambiti di settore, si parla di una gola profonda che avrebbe svelato i piani della Volkswagen, riconducendola alla presidente del comitato aziendale, che avrebbe trasmesso le info interne e confidenziali della direzione, pur essendo stata invitata da quest’ultima a tacere.

Ma la crisi delle automotive non abbraccia solo la più grande fabbrica di auto. In coda, oltre Stellantis, ci sono Mercedes-Benz e Volvo Cars che stanno studiando come aumentare i tagli alle spese mantenendo la forza lavoro. Complice anche della crisi sono l’aumento delle materie prime, quelle energetiche per far funzionare gli impianti, i contratti lavoro rinnovati. Spese, tutte, che hanno aumentato quelle del prezzo al dettaglio delle auto che non si vendono. Unica azienda che parrebbe finora non soffrire è la Renault, probabilmente per le vendite in attivo e una strategia forza-lavoro introdotta dal suo AD Luca De Meo: difatti chiuderà il 2024 con gli obiettivi finanziari previsti.

Il governo tedesco è contrario al taglio del personale, invitando la Volkswagen a rivedere le strategie di mercato, pur mantenendo attive quelle sulle auto elettriche. Un invito che decisamente si scontra con quelle che impone il mercato, dettato dalle vendite e perciò dai consumatori che non acquistano auto a batterie, continuando a prediligere quelle a benzina, gasolio e gas.

L’UE, a quanto pare, ha fatto male i conti, sia degli investimenti per le automotive, sia per la data di quel Green Deal, il 2035, che molte nazioni hanno già fatto sapere vorrebbero far slittare, scelte più ideologiche che fattive sul futuro delle automotive e delle sorti degli europei.

Intanto, in Germania, le maestranze stanno già pensando a mobilitazioni da record, con piazze gremite e fermi produttivi strategicamente attuati.

a cura dei N.O.C. (Non Official Cover)

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