Città Metropolitana del Gargano! E' solo una questione di finanziamenti? - NOC Press

Città Metropolitana del Gargano! E' solo una questione di finanziamenti?

 



Quando meno te l’aspetti tutto ritorna. Quando non si riesce a ottenere ciò che si vorrebbe, si riprendono idee trapassate che già non hanno avuto consenso e appoggio dall’allora mondo politico. È l’esperienza politica, che insegna, chissà se si otterrà.

In questi giorni sulla Montagna del Sole, seppur innevata, la temperatura arde, ribollono impulsi. Si stanno scaldando i motori per una nuova iniziativa: “La Città Metropolitana del Gargano”. Una sorta di unione di intenti tra i sindaci del Promontorio che, a quanto pare, stanchi dell’inerzia di altre realtà associative e consortili locali, vorrebbero mettere in capo per intercettare e poi divulgare fondi comunitari per lo sviluppo territoriale. Ciò è ben descritto nelle dichiarazioni del fautore dell’idea, il sindaco di Rodi Garganico, Carmine d’Anelli, riprendendo l’ambiziosa idea del compianto Filippo Fiorentino presentata negli anni ’90.

Nulla da eccepire, giacché se nasce per migliorare le condizioni di un Gargano che arranca d’inverno e soffre d’estate, può far solo bene. Ma farà meglio delle attuali organizzazioni che operano sul territorio?

La domanda è lecita ed in parte ha avuto una risposta dal WWF Foggia, nettamente contrario all’idea di d’Anelli che ha già raccolto l’assenso di tutti i sindaci dei comuni garganici. Il secco “NO” del WWF Foggia dà ragione all’operato del Parco Nazionale del Gargano, ente riconosciuto ed operante come organizzazione che unisce intenti, risorse e forze in campo, oltre a valorizzazione dell’intera area garganica, rendendola opportunità.

Tuttavia, dobbiamo dirlo, sul Gargano non esiste solo l’Ente Parco, insiste proficuamente allo sviluppo territoriale il GAL Gargano, agenzia di sviluppo, che ogni anno fattivamente, con buoni risultati, mette in campo risorse e servizi di spessore e utilità.

Se il Parco del Gargano persegue la finalità di tutela del patrimonio naturale e di promozione economico-sociale delle popolazioni locali valorizzando e conservando le specifiche caratteristiche ambientali del Gargano e, comunque, dei territori rientranti nel perimetro del Parco, esercitata in modo coordinato di intesa con gli Enti Locali, promuovendo anche nuove attività produttive compatibili in settori innovativi e salvaguarda i valori culturali e tradizionali presenti, nonché le attività agro-silvo-pastorali, la pesca e l’artigianato anche attraverso specifici interventi di incentivazione, attraverso il regolamento ed il piano pluriennale economico-sociale previsti nello statuto liberamente consultabile, nella sostanza con fondi comunitari, anche il GAL Gargano, che ha scopo consortile mutualistico e pertanto non può distribuire gli eventuali utili ai soci, mette in campo sinergie tra attività agricole, zootecniche, agrituristiche, della pesca e dell'acquacoltura, artigianali, industriali, turistiche, culturali, ambientali e paesaggistiche, contribuendo all'incremento dell'occupazione e della qualità della vita nelle aree rurali di propria pertinenza, prestando servizi finalizzati all'organizzazione e allo sviluppo del sistema imprenditoriale locale, promuovendo la collaborazione tra soggetti privati ed enti pubblici per creare reali occasioni di sviluppo economico dei territori locali, realizzando studi e progetti per lo sviluppo socio-economico integrato delle aree territoriali in ambiti settoriali ed intersettoriali, attraverso l’ accesso alle risorse comunitarie, nazionali o regionali attivabili, creando servizi di avviamento al lavoro autonomo e all’autoimpiego.

Ora, la domanda che sovviene a chi si sta chiedendo perché realizzare un’altra organizzazione, che sia un consorzio o un’associazione, a cosa serve se già le abbiamo in campo e sono attive e fattive?

La risposta ce l’ha fornisce il sindaco d’Anelli nella sua nota stampa di presentazione del progetto “La Città Metropolitana del Gargano”: «Se fossimo stati consorzio, difficilmente ci avrebbero lasciati fuori dai fondi di coesione».

Ecco, tutto nasce dalla esclusione dai fondi di coesione europei che passano attraverso la Regione Puglia, quei finanziamenti che nel merito servono al buon vivere e sviluppo della comunità attraverso i servizi messi in campo. Potremmo parlare di fondi per i consorzi di bonifica, o di quelli avuti dal Parco, centesimo più centesimo meno pari a circa 70 milioni di euro, rivendicati dai sindaci come spesi non bene, se spesi. È un esempio che sta nelle more di un iter di finanziamenti comunitari ottenuti da chi sul Gargano fa servizi e che, a dir dei sindaci stessi, non sono stati proficui per il territorio. Tuttavia l’Ente Parco nazionale del Gargano insiste su una parte del Promontorio, in quelle aree di pertinenza e con scopi precisi al mandato, non su tutto e per altri servizi, pertanto parliamo di un ente parzialmente, seppur di vasta area, interessato al fabbisogno e crescite garganiche.

Alla luce di queste variabili, e delle forze scese in campo che sono politiche di sindaci eletti e perciò partitici, l’idea della Città Metropolitana del Gargano potrebbe essere alquanto audace, se non proprio favolistica. In passato non è mai stata presa in considerazione. E con essa tutte quelle che, in un modo o nell’altro, hanno “sovvertito” l’equilibrio politico di una Capitanata sempre al cospetto politico-regionale piuttosto che provinciale. Si pensi all’idea della “Regione Capitanata” o alla “Regione Moldaunia”, che vorrebbero la provincia di Foggia staccata dalla Puglia per dar vita all’identitaria autonomia politico-amministrativa, su basi storiche e culturali. Idee da sempre osteggiate dal mondo politico nella sua fase di richiesta referendaria, ma accarezzata in quella promozionale in procinto di elezioni. Son rimaste lì, come serbatoi di voti.

Ed ora si vorrebbe dar luogo a un terzo organo? C’è il Parco del Gargano, c’è il GAL Gargano, che svolgono già queste funzioni, chi le giudica buone, chi non. Il primo con all’interno organi comunali di amministrazioni del Promontorio, il secondo autonomo ma con persone vicine al mondo amministrativo locale. Insomma due organizzazioni che già hanno persone competenti e che alcune di queste sono tra quelle che vorrebbero la Città Metropolitana del Gargano.

Nondimeno è da tener conto che se andasse in porto un’idea così balzana per le variabili anzidette, e per quello che verrà detto ora, l’indomani potrebbero consociarsi anche altri territori della Capitanata, mettendo da parte tutto ciò che oggi altri GAL e Enti svolgono egregiamente, costituendo di fatto consorzi o associazioni doppioni di quelli esistenti e perciò sovraffollando gare per fondi comunitari già difficili da ottenere. Soldi, ed è il caso di dirlo senza puntare il dito, che se utilizzati bene da quelli esistenti non finirebbero nel dimenticatoio per beghe burocratiche interne alle stesse organizzazioni, spesso attanagliate da nomine più su indicazione politica che popolare.

Orbene, se così fosse in futuro potremmo assistere a consorzi tra sindaci piuttosto che tra soggetti privati. Ciò vale anche per i Monti Dauni che hanno problemi molto più seri del Gargano, ed invece di affrontarli con chi e ciò che opera sul territorio, decidano anche loro di consociarsi. Aberrante nella gestione pubblica di chi già nominato per elezioni opera sul territorio. Un tassello molto importante per la comunità che vedrebbe amministrare la Cosa Pubblica in più a quella già governata nei vari comuni, che potrebbero funzionare meglio se gli intenti fossero per le popolazioni e i territori, a dirla tutta. Un controllo maggiore delle risorse oltre quello in essere, semmai con proprie iniziative piuttosto che democraticamente condivise con la popolazione, mettendo da parte quel principio maieutico che armonizza le decisioni del popolo.

Concludendo, sul Promontorio, ma attualmente anche sui Monti Dauni in odor di elezioni regionali, circolano idee spesso stravaganti, che vorrebbero sostituire ciò che si è fatto in anni di intese, spesso difficili e tra colori politici diversi, in un territorio complesso, che oggi avrebbe pure la pretesa di rinominare l’aeroporto Gino Lisa in aeroporto del Gargano. Piuttosto si pensi a far meglio e supportare chi già opera, tra enti e agenzie, e non a creare doppioni, consorzi come bacino di voti. La provincia di Foggia è la Capitanata. È l’insieme del Gargano, dei Monti Dauni dell’Alto e Basso Tavoliere, della Daunia, una provincia che ha tutto, mare, monti, boschi e foreste, pianure, flora e fauna e microclimi diversificati, laghi e fiumi, cultura e storia da vendere piuttosto che interrata o lasciata a marcire e poi depredata. È nient’altro una regione nella provincia. Pensiamo a questo e non alle questue porta a porta tra sindaci per rinforzare personalismi in odor di conferme.


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