Meloni indagata: "Non mi fermo". È scontro tra governo e opposizioni sul caso Almasri
La premier respinge ogni attacco e rivendica la sua linea politica: "Quando è in gioco la sicurezza della Nazione, non ci sono passi indietro". Le opposizioni insorgono e chiedono un confronto immediato in Aula. Arianna Meloni esprime sostegno: "Non fermeranno il nostro orgoglio".
Meloni sotto inchiesta: la reazione del premier
La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di Giorgia Meloni per il caso Almasri ha scatenato un vero e proprio terremoto politico. La premier non ha atteso per dire la sua, affrontando la situazione con la determinazione che da sempre la contraddistingue: "Andiamo avanti senza esitazioni. Quando la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani sono in gioco, non esiste spazio per passi indietro".
Parole forti, che suonano come una dichiarazione di guerra a chi, secondo Meloni, vorrebbe minare la stabilità del suo governo. La premier appare determinata a non farsi intimidire dalle indagini e a proseguire sulla linea politica adottata finora. "Dritti per la nostra strada", ha aggiunto, lasciando intendere che non ci saranno cedimenti, nemmeno di fronte alle polemiche.
L'inchiesta riguarda la gestione del caso di Osama Almasri, il capo della polizia libica arrestato a Torino con l’accusa di torture sui migranti e poi rilasciato. Un caso complesso, che ha acceso un acceso dibattito sulla politica estera italiana e sulla gestione dei rapporti con la Libia.
Arianna Meloni: "Non ci fermeranno"
A difendere la premier è intervenuta anche la sorella Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia, con un post carico di emozione e orgoglio. "Per anni l’Italia è stata umiliata, ridicolizzata e costretta alla rassegnazione. Poi, all’improvviso, ha rialzato la testa", ha scritto. Il messaggio, che ha rapidamente fatto il giro dei social, descrive un Paese che sta cercando di riprendersi un ruolo di primo piano a livello internazionale, ma che deve affrontare ostacoli interni ed esterni.
"Chi non accetta il cambiamento prova a fermarlo con ogni mezzo. Ma la storia la scrivono uomini e donne coraggiosi, con le loro scelte quotidiane. Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio!", ha concluso Arianna Meloni, in un chiaro attestato di sostegno alla premier.
Le opposizioni all'attacco: "Il governo riferisca in Parlamento"
Di fronte all’evolversi della vicenda, le opposizioni non hanno perso tempo nel chiedere chiarezza. I capigruppo dei principali partiti di minoranza hanno inviato una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, per sollecitare un confronto immediato.
"Su un tema così grave e rilevante per il Paese, sottrarsi al dibattito parlamentare è inaccettabile", si legge nella missiva. L’accusa è diretta: il governo, secondo le opposizioni, starebbe cercando di evitare il confronto e di sfuggire alle proprie responsabilità. Per questo, la richiesta è chiara: una convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo per discutere in Aula della vicenda.
Roccella accusa la magistratura: "Un atto politico, non dovuto"
A gettare benzina sul fuoco è stato anche il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha messo in dubbio la legittimità dell’inchiesta. "Non è vero che l’iscrizione nel registro degli indagati fosse un atto dovuto. È stato chiaramente voluto", ha dichiarato, lasciando intendere che dietro questa decisione ci sia un intento politico più che giuridico.
Roccella ha poi difeso la scelta di Meloni di non arretrare: "Ha fatto bene a rispondere con fermezza. Giorgia Meloni non è ricattabile". Un’affermazione che sembra voler respingere qualsiasi ipotesi di pressione politica dietro l’indagine.
Un caso politico destinato a far discutere
La vicenda Almasri si trasforma così in uno scontro istituzionale di primo piano. Da un lato, Giorgia Meloni e la sua maggioranza, che rivendicano la propria linea politica e vedono l’indagine come un attacco diretto al governo. Dall’altro, le opposizioni, che chiedono risposte immediate e accusano la premier di sottrarsi al confronto.
Al di là delle posizioni politiche, una cosa è certa: il caso è destinato a far discutere ancora a lungo e potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro del governo.
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