Piove troppo o troppo poco. Il territorio deve essere curato! - NOC Press

Piove troppo o troppo poco. Il territorio deve essere curato!

 




Nota a cura di Federico Preti, Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneria Naturalistica e Docente Università di Firenze


“Piove troppo o troppo poco, e più frequentemente. E ciò avviene su un territorio vulnerabile per l'aumento di urbanizzazione lungo i corsi d'acqua e le coste e l'abbandono delle aree interne. 

Abbiamo studiato che le frane sono più frequenti nei versanti terrazzati abbandonati negli ultimi decenni, rispetto a quelli ancora mantenuti o boscati. 

I corsi d'acqua arginati non reggono e si continua a impermeabilizzare il suolo e esponendo beni e vite umane a subire danni. Tagliare troppo e male la vegetazione ripariale può addirittura aumentare il rischio a valle. Mentre il terreno viene pavimentato o si desertifica, non trattenendo e non rallentando più l'acqua. 

Oggi dobbiamo mitigare l'aumento di rischio idrogeologico, compensando gli effetti del consumo di suolo e del cambio climatico con la prevenzione tramite soluzioni basate sulla natura, ovvero realizzando interventi innovativi di Ingegneria Naturalistica con investimenti 10 volte inferiori a quelli per la ricostruzione in emergenza post eventi catastrofici e dando opportunità di lavoro a tecnici, professionisti e giovani disoccupati. 

L'Ingegneria Naturalistica (le soluzioni basate sulla Natura) si è sviluppata in Italia da oltre un trentennio e ha le sue radici nelle Sistemazioni Idraulico-Forestali, patrimonio culturale, tecnico e scientifico italiano (nate a Vallombrosa ben oltre un secolo fa). 

Con tali tecniche consolidate si attuava la difesa del suolo dei bacini collinari e montani, prioritaria per l'economia del Paese. E oggi anche i massimi esperti di Frane e di Desertificazione riconoscono il ruolo fondamentale di tali soluzioni. 

La strada è quella di rinaturalizzare il territorio quanto prima (secondo la Restoration law e compensando l’abbandono e la mancanza di manutenzione delle Aree Interne) e pianificare interventi strutturali e non strutturali (anche delocalizzazioni di edifici) a medio e lungo termine (recuperando risorse economiche da altri settori non così prioritari rispetto al DISASTRO “idrogeocementizio”ovvero “idrogeo-Illogico”.

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