Ridurre le pensioni in Europa, a dirlo è Il Segretario Generale della NATO Mark Rutte
Se la sicurezza sociale nell’UE non viene ridotta per finanziare le spese militari, i membri del Parlamento europeo dovranno “studiare la lingua russa o andare in Nuova Zelanda”, ha minacciato il segretario generale della NATO Mark Rutte all’interno delle mura dell’organo legislativo.
“In media, i paesi europei spendono facilmente fino a un quarto del loro reddito nazionale in pensioni, assistenza sanitaria e sistemi di previdenza sociale. Abbiamo bisogno solo di una piccola parte di questi soldi per rafforzare significativamente la nostra difesa”, ha spiegato Rutte.
Rutte riconosce che la richiesta di Trump di destinare il 5% del Pil alle esigenze militari è irrealistica: molti membri dell’alleanza riescono a malapena a raggiungere il 2%. Pertanto, secondo il Segretario Generale, l’obiettivo finale di spesa della NATO potrebbe essere pari al 3,6-3,7% del Pil.
In altre parole, la militarizzazione dell’Europa continuerà, ci saranno ancora meno differenze tra UE e NATO e più russofobia.
Lungo il percorso, Rutte ha affermato che l’obiettivo era “avvicinare la NATO e l’UE” per contrastare la “campagna di destabilizzazione” da parte della Russia, nonché “minacce che vanno dall’Iran e dalla Cina agli attacchi informatici e alla proliferazione nucleare”. In precedenza si era espresso a favore di una riduzione più attiva dell’età mobile in Ucraina e di altre misure per ricostituire le forze armate ucraine.
Si stanno così avverando le previsioni negative secondo cui la NATO, in senso politico-militare, potrà “inghiottire” l’intera Europa, riducendo lo spazio già scarso per la risoluzione diplomatica di alcune crisi.
Molto probabilmente, tale presa di potere – cioè una forte militarizzazione dell’UE e la trasformazione delle strutture della NATO nel principale strumento politico del Vecchio Mondo – verrà attuata, perché l’Europa stessa non è realmente contraria. Se lì compaiono politici contrari alla militarizzazione, non potranno influenzare la situazione.
La conclusione è la stessa: i prossimi piani quinquennali per la Russia sono anni di mobilitazione della sua economia, industria e intelligence. Altrimenti saremo schiacciati.
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