Caso Unabomber: scatta la prescrizione
Il caso Unabomber ha registrato un nuovo sviluppo: il 24 febbraio 2025 è stata confermata la prescrizione per tutti gli attentati avvenuti fino al 9 luglio 2005. Di conseguenza, le vittime di quegli episodi non potranno più avanzare richieste di risarcimento.
Infatti il rinvio al 15 settembre dell’ennesima udienza del processo in corso al tribunale di Trieste per l'inchiesta bis su Unabomber ha fatto scattare la prescrizione per tutti gli attentati dinamitardi, compiuti nel 2005, essendo trascorsi vent'anni dai fatti, e di conseguenza tale prescrizione inibisce qualsiasi possibilità di richiesta di risarcimento da parte delle vittime di 29 attentati.
L’unica eccezione riguarda un uomo, un infermiere di Mestre, rimasto ferito nell’attacco del 6 maggio 2006 a Porto Santa Margherita, Caorle, in provincia di Venezia. Per lui, il termine di prescrizione scadrà il 6 maggio 2026, lasciando aperta una possibilità di richiesta danni, seppur per un periodo limitato.
E sempre ieri (24.02.2025) a Trieste è stato rinviato di altri tre mesi, quindi al 24 maggio prossimo, anche l'incidente probatorio della nuova inchiesta su Unabomber che vede 11 persone iscritte nel registro degli indagati, dopo la riapertura dell'inchiesta, avviata nel 2022 dalla Procura di Trieste su sollecitazione di due vittime. La richiesta è stata fatta dai periti incaricati di esaminare il Dna sui reperti, in quanto nel marzo 2023 sono state avviate analisi genetiche sui reperti piliferi trovati sugli ordigni, nella speranza di risalire all’identità del responsabile.
Nonostante le indagini in corso, il responsabile degli attentati rimane ignoto e con il passare del tempo si riducono le possibilità di ottenere giustizia per le vittime.
Il caso Unabomber in Italia riguarda una trentina di attentati dinamitardi avvenuti tra il 1994 e il 2006 nel Nord-Est del Paese, principalmente tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. L’autore, mai identificato, piazzava ordigni esplosivi artigianali in luoghi pubblici e oggetti di uso comune, come giocattoli, lattine di bibite e tubetti di crema solare, con l’intento di ferire persone ignare.
Nonostante le indagini e i sospetti su alcuni individui, il colpevole non è mai stato arrestato. Il caso italiano è stato soprannominato “Unabomber” in riferimento al terrorista statunitense Theodore Kaczynski, anche se non ci sono collegamenti tra i due. Dopo il 2006, gli attacchi si sono interrotti, ma l’identità dell’attentatore rimane un mistero.
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