Farmaci pericolosi ma redditizi. Perché alcuni medicinali restano sul mercato nonostante i rischi? - NOC Press

Farmaci pericolosi ma redditizi. Perché alcuni medicinali restano sul mercato nonostante i rischi?





Introduzione 

Il tema dei farmaci potenzialmente dannosi ma ancora in commercio per motivi economici è complesso e controverso. La grande industria farmaceutica ("Big Pharma") è spesso accusata di privilegiare i profitti rispetto alla sicurezza dei pazienti, ma è anche soggetta a regolamentazioni rigorose.

La fiducia nella medicina moderna è spesso messa alla prova da notizie riguardanti farmaci che, nonostante siano stati associati a gravi effetti collaterali, continuano a essere venduti. La domanda sorge spontanea: perché medicinali potenzialmente dannosi rimangono sul mercato? La risposta non è semplice e si intreccia tra interessi economici, lentezza burocratica e necessità terapeutiche.

Il Paradosso del Profitto e della Sicurezza L’industria farmaceutica investe miliardi nello sviluppo di nuovi farmaci. Il lungo iter per la loro approvazione da parte delle autorità sanitarie – come la FDA negli Stati Uniti o l’EMA in Europa – garantisce standard di sicurezza, ma non è infallibile. Talvolta, solo dopo anni di utilizzo emergono effetti collaterali gravi. A quel punto, ritirare un farmaco dal mercato può significare perdite finanziarie enormi per le aziende produttrici, che spesso resistono il più possibile prima di cedere alle pressioni regolatorie o legali.

Esempi di Farmaci Contestati ma Ancora in Commercio
  • Ossicodone (OxyContin) – Prescritto per il dolore cronico, è stato un pilastro della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti, causando dipendenze e decessi per overdose. Nonostante le restrizioni, viene ancora venduto.
  • Montelukast (Singulair) – Utilizzato per asma e allergie, è stato associato a disturbi neuropsichiatrici gravi (ansia, depressione, tendenze suicide). Oggi porta un’avvertenza, ma rimane sul mercato.
  • Rosiglitazone (Avandia) – Farmaco per il diabete ritirato in Europa per il rischio cardiovascolare, ma disponibile negli Stati Uniti con limitazioni.
  • Fluorochinoloni (Ciprofloxacina, Levofloxacina, ecc.) – Antibiotici con effetti collaterali debilitanti, tra cui neuropatie e danni ai tendini. Sono ancora prescritti con restrizioni.
  • Ibuprofene e Diclofenac ad alte dosi – Antinfiammatori comuni, ma con un rischio elevato di problemi cardiovascolari, specialmente per chi ha patologie preesistenti.
Perché vengono ancora venduti?
  • Profitti elevati – Aziende farmaceutiche investono miliardi nello sviluppo di un farmaco e ritardano il ritiro per ammortizzare i costi.
  • Regolamentazioni lente – Le autorità sanitarie possono impiegare anni per aggiornare le linee guida.
  • Influenza sui medici – Big Pharma finanzia studi e formazione, influenzando prescrizioni.
  • Rischio accettato – Alcuni farmaci sono ritenuti "necessari" nonostante i pericoli, specialmente in assenza di alternative.
Il Ruolo delle Autorità Sanitarie e della Ricerca Indipendente 

Le agenzie di regolamentazione hanno il compito di proteggere la salute pubblica, ma spesso agiscono con ritardi dovuti alla necessità di prove schiaccianti prima di modificare l’approvazione di un farmaco. Inoltre, la ricerca indipendente – priva di conflitti d’interesse con le case farmaceutiche – gioca un ruolo fondamentale nel portare alla luce i rischi che potrebbero essere sottovalutati nei test clinici iniziali.

N.d.r. "Cosa Possiamo Fare? La consapevolezza è il primo passo. Pazienti e medici devono informarsi in modo critico sulle terapie disponibili, valutando attentamente rischi e benefici. La pressione dell’opinione pubblica e della comunità scientifica può spingere le autorità a essere più rigorose nella regolamentazione dei farmaci. Alla fine, la salute dovrebbe sempre prevalere sul profitto, ma sta a noi – come cittadini e consumatori – vigilare affinché ciò avvenga davvero."

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