Gaza non si tocca": la Palestina si oppone ai piani di Trump, cresce l'indignazione internazionale
L’Autorità Nazionale Palestinese ha risposto con fermezza alle dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sottolineando che il popolo palestinese non rinuncerà mai alla propria terra e che nessun piano internazionale potrà cancellare la loro identità . L'idea di ridisegnare la geografia della Striscia di Gaza e trasferire la popolazione in altri paesi è stata definita inaccettabile, accendendo un’ondata di indignazione in tutto il mondo.
Una posizione irremovibile: "Gaza non è in vendita"
Nabil Abu Rudeina, portavoce della presidenza palestinese, ha ribadito la posizione ufficiale dell’Autorità Nazionale Palestinese: "Il nostro popolo ha pagato un prezzo altissimo per affermare i propri diritti e preservare la propria identità . Non cederemo neanche un granello della nostra terra, né a Gaza né in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme. La Palestina non è in vendita, non è un progetto economico e non è negoziabile".
Le sue parole riflettono un sentimento diffuso tra i palestinesi, che considerano il piano proposto da Trump una minaccia alla loro esistenza. Dietro il linguaggio diplomatico si nasconde la paura di un nuovo esodo forzato, simile a quello che nel 1948 e nel 1967 portò centinaia di migliaia di palestinesi a lasciare le proprie case per sempre.
Trump e il futuro di Gaza: un piano che divide il mondo
Durante una conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha espresso l'intenzione di esercitare un controllo diretto su Gaza, proponendo lo spostamento della popolazione palestinese verso paesi terzi. Il Presidente degli Stati Uniti ha persino ventilato l’ipotesi di impiegare truppe americane per la ricostruzione della Striscia, immaginando una sorta di “proprietà a lungo termine” del territorio.
L’idea ha generato un'ondata di condanne. Abu Rudeina ha sottolineato come la comunità internazionale continui a difendere la legalità internazionale, mentre l’amministrazione statunitense sembra muoversi in direzione opposta: "Mentre il mondo intero parla la lingua del diritto internazionale, gli Stati Uniti parlano una lingua diversa, fatta di imposizioni e interessi economici".
Un rifiuto unanime dal mondo arabo e oltre
L’opposizione al piano non si è limitata alla Palestina. Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Egitto e Oman hanno espresso il loro totale dissenso, così come organizzazioni come la Lega Araba e il Consiglio di Cooperazione del Golfo.
Anche in Israele il progetto di Trump ha sollevato polemiche trasversali, con critiche provenienti da esponenti politici di diverse fazioni.
In Europa, numerosi Stati hanno preso posizione contro il piano. Russia, Germania, Francia, Regno Unito, Spagna, Polonia, Slovenia, Belgio e Svizzera hanno definito il trasferimento forzato della popolazione palestinese come una grave violazione del diritto internazionale umanitario, avvertendo che una simile mossa potrebbe alimentare tensioni ancora più profonde in Medio Oriente.
La resistenza palestinese: una battaglia per l’identitÃ
Per il popolo palestinese, la questione di Gaza non è solo politica, ma soprattutto esistenziale. Le strade della Striscia sono piene di storie di famiglie che hanno vissuto guerre, assedi e privazioni, ma che continuano a rimanere ancorate alla propria terra con un senso di appartenenza che va oltre la politica.
Molti palestinesi vedono in questo piano l'ennesimo tentativo di cancellare la loro identità , ma ribadiscono la loro determinazione a resistere. "Siamo qui da generazioni e qui resteremo", affermano molti cittadini di Gaza, consapevoli che il loro destino si gioca ogni giorno tra la speranza e la paura di perdere tutto.
Dal 25 gennaio, Trump ha intensificato la sua campagna per il trasferimento dei palestinesi di Gaza in Egitto e Giordania. Tuttavia, entrambi i paesi hanno respinto la proposta con fermezza, unendosi al coro di nazioni e istituzioni che considerano questo piano un passo indietro nel difficile percorso verso la pace in Medio Oriente.
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