Il mito dei confini e delle mappe
a cura del prof. Giuseppe Piemontese, storico locale della “Società di Storia Patria per la Puglia".
Molte guerre, fin dall’antichità , hanno avuto come cause scatenanti del conflitto, i confini, tale da determinare lotte e violenze, fra popoli e territori, all’insegna del mito e delle varie mappe che hanno creato i presupposti per formare le Nazioni e gli Stati. Del resto, anche l’attuale guerra fra la Russia e l’Ucraina, non è altro che una guerra di confini, di territori contesi attraverso varie tradizioni legate alle antiche etnie e popoli, con culture e civiltà a volte identiche e a volte divergenti, tale da creare i presupposti per veri conflitti che si sono perpetrati attraverso generazioni e secoli, guerre di confini, di sovranità contese, di egemonie politiche, tali da creare i presupposti per le varie rivendicazioni territoriali e per affermare sui territori la propria sovranità politica. Del resto il concetto stesso di nazione e di civiltà è sempre rapportato ad un determinato territorio o popolo, che esercita su di esso la sua sovranità . Anche se in tutto questo c’è sempre un problema di prevaricazione rispetto ai popoli confinanti, di diversa estrazione etnica e culturale, con una cultura che non si può mai dire che essa è univoca e chiusa, rispetto ad altre culture e civiltà . Purtroppo la storia dell’uomo è basato proprio su questa concezione che la cultura di un popolo è unica e non molteplice, univoca e non plurale, come del resto essa dovrebbe essere. Esempio emblematico è la costruzione della muraglia cinese, come del resto anche il muro che Donald Trump vorrebbe costruire fra il Messico e gli Stati Uniti: una barriera fisica che annulli ogni scambio di civiltà e cultura, in nome della difesa della propria nazione o dei propri confini etnici e culturali. Anche se nell’antichità i confini non esistevano, in quanto l’uomo preistorico era prettamente un nomade e, quindi, considerava il suo territorio aperto verso il mondo e i propri simili.
Oggi, purtroppo, tutto si basa sull’esistenza delle barriere e sulla difesa dei propri confini, senza tenere presente l’aspirazione dell’uomo verso la conoscenza di altri territori e altri popoli, verso l’assimilazione di altre civiltà , dove il progresso ha determinato un maggior benessere e, quindi, un maggior tenore di vita. Tutto questo è intrinseco all’uomo, come Homo sapiens, e non come più come Homo naturalis. Nella storia dell’uomo vi è stato un periodo in cui non si sentiva la necessità di marcare e proteggere il proprio territori e. quindi. il proprio confine, in quanto Homo sapiens, in cui il mondo era considerato come elemento aperto verso la conoscenza di sè e del mondo. La mancanza di tale senso di territorialità aperto verso l’esterno e gli altri, ha determinato successivamente la storia dell’uomo e, quindi, la difesa ad ogni costo del proprio territorio e dei suoi confini. Una storia fatta “di civiltà e di sangue”, tanto da creare i presupposti per una storia dell’uomo fondata sulla difesa dei propri confini attraverso la guerra e le violenze di ogni genere. E questo lo vediamo specialmente oggi, di fronte al fenomeno migratorio, in seguito allo sviluppo della globalizzazione, come conseguenza del capitalismo e del neoliberalismo, che ha dato un grande impulso ai vari popoli di cercare altrove una migliore vita, aperta al progresso e al benessere. L’Europa contro l’Africa, gli Stati Uniti contro l’America latina, la Cina contro il Medio Oriente e cosi via, in cui interi popoli si mettono in cammino verso paesi e nazioni più ricche e più prospere. Anche se, spesso l’uomo dimentica che la causa della povertà , di intere regioni e di interi continenti non è altro che il prodotto di vari fenomeni politici e sociali, come il colonialismo. Prendiamo per esempio la colonizzazione dell’Africa, da parte delle nazioni europee, come la Francia, la Spagna, la Germania, l’Italia, tanto da condizionare per secoli lo sviluppo del continente africano, a incominciare dal Marocco, dell'Etiopia, del Congo e di altre nazioni africane. Come del resto gli Stati Uniti, proprio attraverso la costruzione di confini e mappe, hanno tenuto ai margini le popolazione dell’America latina, fra cui il Messico e altre nazioni del Centro America, fino a giungere ad una netta divisione fra l’America del Nord e l’America del Sud. Per non parlare poi del colonialismo inglese e ed europeo verso gli Stati del Medio Oriente, ad incominciare dall’India fino ai paesi asiatici fra cui il Vietnam del Sud , la Cambogia, la Thailandia, ecc. Un mondo basato attraverso la costruzione di confini ed etnie, oltre che attraverso mappe e civiltà sempre tenute ai margini dello sviluppo. Così come oggi la Russia pretende di ritornare ai vecchi confini dell’Impero russo o dell’URSS, tanto da volersi annettere gran parte del territorio dell’Ucraina, in nome dell’antica storia dell’Impero sovietico. Tutto questo in contraddizione al diritto dei popoli di governarsi da soli, in nome della propria libertà e dignità di nazione sovrana. Un fenomeno che ci riporta indietro nella storia, tanto da abolire l’essenza stessa dell’Homo sapiens. Un Uomo aperto al mondo liberamente e civilmente, senza le illusioni dei vecchi miti fondati sulla difesa dei confini e delle loro culture.
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