Incidente dell'elicottero A109E I-Piki ad Apricena: pubblicata la relazione dell'ANSV
Tragedia nei cieli di Apricena: la verità sull’incidente dell’elicottero I-Piki
Dopo oltre un anno di indagini, l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV) ha pubblicato oggi, 10 febbraio, la relazione finale sull'incidente aereo che il 5 novembre 2022 ha spezzato sette vite nei cieli della Puglia. Il rapporto fornisce una ricostruzione dettagliata dell’evento e individua le probabili cause dello schianto dell'elicottero A109E, identificato con la sigla I-Piki, avvenuto in località Castelpagano, nel territorio di Apricena.
Quella mattina, il velivolo della compagnia Alidaunia era decollato alle 9:10 dall’elisuperficie di San Domino, nelle Isole Tremiti, diretto a Foggia. A bordo si trovavano il comandante Luigi Ippolito, 60 anni, il co-pilota Andrea Nardelli, 39 anni, il medico del 118 Maurizio De Girolamo, 64 anni, e una famiglia slovena in viaggio: Bostihan Rigler, 54 anni, sua moglie Mateia Curk Rigler, 44 anni, e i loro due figli, Jon e Liza, di 14 e 13 anni. Un volo di routine, di appena venti minuti, che avrebbe dovuto concludersi senza problemi.
Ma qualcosa è andato storto. Alle 9:27, mentre sorvolava una zona a sud di Apricena, il velivolo ha improvvisamente interrotto le comunicazioni radio ed è scomparso dai radar. Il maltempo imperversava sulla zona: pioggia battente, raffiche di vento e una fitta nebbia avvolgevano il paesaggio, riducendo drasticamente la visibilità . Di lì a poco, l’elicottero si è schiantato al suolo.
Cosa è accaduto davvero?
L’assenza di registratori di volo – non obbligatori su questo tipo di elicottero – ha reso difficile la ricostruzione esatta dell’incidente, ma l’ANSV ha delineato una possibile dinamica. Secondo il rapporto, il velivolo avrebbe impattato il terreno in un “volo controllato”, ovvero senza un guasto tecnico evidente, ma a seguito di una perdita di orientamento.
Il maltempo potrebbe aver costretto l’equipaggio a passare da un volo a vista a un volo strumentale. Tuttavia, la transizione non sarebbe avvenuta in modo tempestivo, portando alla perdita della consapevolezza spaziale e alla conseguente collisione con il suolo.
A contribuire alla tragedia potrebbero essere stati due fattori chiave:
- L’eccessiva fiducia nell’esperienza della rotta. I piloti, abituati a volare su quel tragitto, potrebbero non aver considerato il rischio di uno scarroccio imprevisto dovuto al vento trasversale.
- L’assenza del TAWS (Terrain Awareness and Warning System). Questo sistema di allerta per la prossimità al suolo avrebbe potuto fornire un avviso tempestivo, riducendo il rischio di un CFIT (Controlled Flight Into Terrain), ovvero un impatto involontario contro il terreno in condizioni di volo controllato.
Le raccomandazioni dell’ANSV
L’ANSV, al termine dell’inchiesta, ha formulato tre raccomandazioni di sicurezza per correggere alcune delle criticità emerse e prevenire incidenti simili in futuro. Il rapporto sottolinea, però, che lo scopo dell’indagine è esclusivamente preventivo e non mira ad attribuire responsabilità .
Questa tragedia ha lasciato un segno profondo nelle comunità coinvolte, in particolare a Foggia e nelle Isole Tremiti, dove il servizio di trasporto in elicottero è una risorsa essenziale per cittadini e turisti. L’auspicio è che le lezioni apprese da questo drammatico evento possano contribuire a migliorare la sicurezza dei voli, affinché simili disastri non si ripetano.
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