Ipotesi di intossicazione da monossido di carbonio: tragedia a Careggi
Nel tardo pomeriggio di ieri, i vigili del fuoco sono intervenuti prontamente nel parcheggio di Viale Pieraccini, davanti al pronto soccorso di Careggi, per soccorrere una coppia di persone rimaste intrappolate all’interno di un camper. Una volta aperte le porte del veicolo, i soccorritori hanno trovato l’uomo, di 61 anni, ormai privo di vita, mentre la compagna, di 62 anni, è stata immediatamente trasportata in ospedale in gravi condizioni. Dalle prime indagini è emerso che la causa potrebbe essere stata l’esposizione a monossido di carbonio, probabilmente originato dalla stufa a gas del camper. Sul luogo sono arrivati anche gli agenti della polizia, che con l’ausilio del reparto scientifico hanno avviato i rilievi per chiarire la dinamica dell'incidente. Secondo quanto si apprende, la coppia si trovava nel camper in attesa di un familiare ricoverato presso l’ospedale di Firenze.
Se venisse confermata l’ipotesi di avvelenamento da monossido di carbonio, questo tragico episodio si aggiungerebbe a una serie di decessi avvenuti in Toscana nel mese di dicembre, che hanno già visto cinque vittime, tra cui i tre della strage di San Felice a Ema. Inoltre, sempre in quel mese, si sono verificati dieci casi di intossicazione.
Monossido di carbonio: un "killer silenzioso"
Il monossido di carbonio è tristemente noto come "killer silenzioso" per la sua natura pericolosa e subdola. Si tratta di un gas incolore, inodore e insapore, che non provoca irritazione e quindi non viene percepito dai sensi umani. Questa caratteristica lo rende particolarmente insidioso, poiché le persone possono essere esposte al gas senza rendersene conto.
Le cause principali degli incidenti legati al monossido di carbonio sono spesso da ricercare in manutenzioni insufficienti, impianti non conformi alle normative e comportamenti imprudenti. Gli incidenti più frequenti avvengono in ambito domestico e sono spesso legati all’uso di bracieri a legna, alla cattiva tenuta delle canne fumarie o alla mancanza di una corretta ventilazione. Inoltre, l’installazione di stufe o impianti termici in ambienti non idonei può aumentare il rischio di esposizione al gas.
La formazione di monossido di carbonio avviene quando le sostanze contenenti carbonio vengono bruciate in condizioni di scarsa ossigenazione. Una combustione ottimale, infatti, si verifica quando l’aria ricca di ossigeno reagisce correttamente con il combustibile (come metano, GPL o legna).
Dal punto di vista medico, il monossido di carbonio si lega rapidamente all’emoglobina, sostituendo l’ossigeno nel sangue e formando un composto chiamato carbossiemoglobina. Questa sostituzione riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno, portando a una condizione di asfissia (ipossia). L'intossicazione da monossido di carbonio può essere diagnosticata solo tramite esami specifici del sangue, che misurano il livello di carbossiemoglobina. L’esposizione viene invece rilevata monitorando la concentrazione di monossido nell’ambiente.
La gravità dell’intossicazione dipende da diversi fattori, tra cui la quantità di monossido di carbonio legata all’emoglobina e la durata dell’esposizione al gas. Un’esposizione prolungata a elevate concentrazioni di monossido di carbonio può essere fatale, anche in assenza di sintomi evidenti fino a stadi avanzati.
Nessun commento:
Lascia un commento. Sarà cura della Redazione a pubblicarlo in base alle leggi vigenti, che non violino la persona e cose altrui. Grazie.