Pace in Ucraina si e a Gaza no, Perché?
A quasi tre anni dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, si intravede una svolta inaspettata: gli Stati Uniti, finora il principale sostenitore militare e finanziario di Kiev, stanno cambiando rotta e puntano ora sulla diplomazia per porre fine al conflitto.
Il Presidente Donald Trump, mantenendo la promessa fatta in campagna elettorale, ha avviato una serie di negoziati per raggiungere una pace duratura. Lo scorso 12 febbraio, ha parlato per 90 minuti con il Presidente russo Vladimir Putin, avviando un dialogo che l'ex Presidente Joe Biden aveva evitato dall'inizio della guerra. Entrambi i leader hanno espresso la volontà di avviare immediatamente i negoziati di pace.
Successivamente, Trump ha contattato il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, discutendo per un'ora le possibili condizioni per una soluzione duratura al conflitto. Zelenskyy ha definito il dialogo "un'opportunità per una pace stabile e affidabile".
La nuova politica degli Stati Uniti
Durante un incontro dell'Ukraine Defense Contact Group presso la NATO a Bruxelles, il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha illustrato la strategia di Trump. Ha dichiarato: "Lo spargimento di sangue deve cessare. Questa guerra deve finire".
La nuova politica si basa su due pilastri:Diplomazia e negoziati – Trump intende mettere fine alla guerra attraverso la diplomazia, coinvolgendo sia Russia che Ucraina in un dialogo costruttivo.
Ruolo dell'Europa – Gli Stati Uniti stanno delegando la responsabilità principale di armare l'Ucraina e garantirne la sicurezza ai membri europei della NATO.
Questa scelta mira a ridurre il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto, proteggendo così il Paese dalle conseguenze politiche e militari di una guerra che ha contribuito a prolungare. Tuttavia, se l'Europa non accetterà questo ruolo o se Zelenskyy o Putin respingeranno le condizioni proposte, Trump potrebbe dover rivedere il piano, garantendo un coinvolgimento più attivo degli Stati Uniti.
Un cambio di prospettiva sul conflitto
A differenza dell'amministrazione Biden, che ha sempre insistito sul recupero di tutti i territori ucraini – inclusi Crimea e Donbass – Hegseth ha chiarito che "il ritorno ai confini dell’Ucraina pre-2014 è un obiettivo irrealistico" e che inseguire questo obiettivo non farebbe altro che prolungare la guerra.
Inoltre, gli Stati Uniti non considerano più l'adesione dell'Ucraina alla NATO come un'opzione realistica. La nuova linea politica suggerisce invece la neutralità per l'Ucraina, considerata l'unica soluzione per garantire una convivenza pacifica con la Russia e l'Occidente.
La reazione dell'Europa e le implicazioni geopolitiche
Trump si aspetta che i Paesi europei si assumano la responsabilità principale della sicurezza dell'Ucraina, mentre gli Stati Uniti si concentreranno su altre priorità, come la politica migratoria interna e il confronto strategico con la Cina.
Hegseth ha sottolineato che eventuali missioni di peacekeeping in Ucraina dovranno essere svolte da truppe europee e non come operazioni NATO. Inoltre, ha specificato che queste missioni non saranno coperte dall'Articolo 5 della NATO, che prevede la difesa collettiva in caso di attacco a un membro dell'Alleanza.
Questa strategia mette l'Europa di fronte a una sfida cruciale: dovrà assumere un ruolo di primo piano nella sicurezza regionale, senza fare affidamento sul sostegno diretto degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Trump ha chiarito che gli Stati Uniti manterranno comunque il comando strategico all'interno della NATO, pur non coinvolgendo direttamente le proprie truppe in Ucraina.
Un nuovo scenario di pace?
La mossa di Trump ha sorpreso molti leader europei, alcuni dei quali hanno criticato le concessioni fatte senza consultazioni approfondite. Tuttavia, questa apertura diplomatica potrebbe rappresentare un'opportunità per porre fine a un conflitto che ha causato migliaia di vittime e milioni di sfollati.
Allo stesso tempo, la decisione di non includere l'Ucraina nella NATO potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle relazioni tra Europa, Russia e Stati Uniti. Questa scelta, infatti, riflette un cambio di prospettiva strategica che potrebbe portare a una nuova fase di stabilità in Europa orientale.
Le contraddizioni della politica estera di Trump
Nonostante l'impegno per la pace in Ucraina, l'amministrazione Trump è stata criticata per il suo atteggiamento nei confronti del conflitto israelo-palestinese. Mentre Trump si è detto pronto a fermare lo spargimento di sangue in Europa, ha continuato a sostenere incondizionatamente Israele, senza prendere posizione sulle violenze a Gaza.
Questa apparente contraddizione solleva interrogativi sulla coerenza della politica estera statunitense e sulla reale portata dell'impegno umanitario di Trump.
N.d.r
L'iniziativa di pace di Trump rappresenta una svolta significativa nella politica estera degli Stati Uniti e apre la strada a un possibile cessate il fuoco in Ucraina. Tuttavia, il successo del piano dipenderà dalla volontà di compromesso di tutte le parti coinvolte, inclusi i leader europei, russi e ucraini.
Se l'Europa accetterà il nuovo ruolo assegnato dagli Stati Uniti e se Russia e Ucraina saranno disposte a negoziare, si potrebbe finalmente intravedere la fine di una guerra devastante. In caso contrario, il piano di Trump potrebbe naufragare prima ancora di prendere forma.
L'Europa dovrà ora decidere se assumersi la responsabilità della sicurezza regionale o continuare a dipendere dalla protezione statunitense. Qualunque sia la scelta, il panorama geopolitico europeo e mondiale potrebbe cambiare radicalmente nei prossimi mesi.
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