Usura e minacce mafiose: il dramma delle famiglie intrappolate nei debiti
Il dramma delle famiglie vittime di usura: il caso Tolonese-Insalata
Un'indagine condotta dai carabinieri ha portato alla luce una rete di usura che ha colpito numerose famiglie in difficoltà economica a Orta Nova. Approfittando della disperazione di chi non aveva accesso al credito bancario, Anna Filomena Tolonese, classe 1973, e il suo compagno Salvatore Insalata, classe 1976, prestavano denaro imponendo interessi usurari. Questo sistema ha gettato molte famiglie in una spirale di debiti impossibili da saldare, aggravando ulteriormente la loro condizione già precaria.
Una trappola senza via d'uscita
Le vittime di questo meccanismo si trovavano costrette a chiedere nuovi prestiti per ripagare quelli precedenti, in un circolo vizioso senza fine. Il caso più emblematico emerso dalle indagini riguarda una coppia che, pur avendo già restituito somme esorbitanti, veniva costantemente minacciata. Inizialmente, avevano ottenuto un prestito di 1.000 euro, ma si erano ritrovati a doverne restituire 3.000, con un tasso d'interesse annuo del 302,91%. Successivamente, un ulteriore prestito di 800 euro e la cessione di un'autovettura non hanno fatto che peggiorare la situazione. Quando la coppia ha mostrato difficoltà nel rispettare le scadenze imposte dagli usurai, le minacce si sono fatte più pesanti. Secondo la denuncia, gli indagati avrebbero intimorito la famiglia affermando: “A Orta Nova non potete più stare. Vi mando i miei parenti e amici da Foggia a farvi del male, anche al vostro bambino”.
Paura e omertÃ
La pressione psicologica esercitata era tale che la coppia aveva persino pensato di ritirare la denuncia, temendo per la propria incolumità e per quella del figlio. Anche i familiari delle vittime, consapevoli del pericolo, avevano cercato di ripagare parte del debito per evitare ritorsioni. Gli inquirenti, nel corso delle indagini, hanno rinvenuto un'agenda verde nell'abitazione di Anna Filomena Tolonese, contenente dettagli precisi su prestiti concessi, tassi d'interesse, nomi e contatti delle vittime. Tra gli oggetti sequestrati, anche un libretto di risparmio intestato a un bambino con disabilità motoria, figlio di una coppia caduta nella rete degli usurai, trattenuto come garanzia per il pagamento del debito.
Un sistema radicato nella criminalità organizzata
Le intercettazioni ambientali hanno rivelato non solo la paura delle vittime, ma anche l'ansia degli stessi usurai di essere scoperti: “Io per quello rischio... io se vado a finire... Raffaele ve la fa... sono guai”. Dalle indagini emerge chiaramente il legame tra gli indagati e un noto clan mafioso della zona. Questo ha contribuito a creare un clima di terrore tra le vittime, che temevano non solo le minacce dirette, ma anche ritorsioni da parte del gruppo criminale.
Condanna e implicazioni
Le accuse rivolte a Tolonese e Insalata includono usura, esercizio abusivo dell'attività finanziaria ed estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Secondo il giudice per le indagini preliminari, la coppia agiva con assoluta impunità , certa che nessuno avrebbe avuto il coraggio di opporsi alle loro richieste. Le vittime, per paura di ritorsioni, si trovavano costrette a subire, senza poter reagire.
Anna Filomena Tolonese, sorella di un noto esponente della criminalità organizzata foggiana, è stata condannata a sei anni di reclusione dal Gup del Tribunale di Bari con rito abbreviato. L'arresto, avvenuto nel settembre 2024, ha rivelato l'esistenza di un sistema di usura consolidato, che sfruttava famiglie in difficoltà applicando tassi d'interesse fino al 600% annuo. Tra il materiale sequestrato figurano denaro contante, registri dettagliati sui prestiti concessi e annotazioni sulle somme da restituire.
Una piaga sociale da combattere
Questo caso ha sollevato grande indignazione nell'opinione pubblica e messo in luce la necessità di misure più efficaci per proteggere le vittime di usura. Il fenomeno è spesso legato alla criminalità organizzata, che sfrutta la disperazione delle persone per trarne profitto. Le istituzioni sono chiamate a rafforzare i meccanismi di tutela per chi si trova in difficoltà economica e a intensificare la lotta contro queste pratiche illegali, che continuano a mietere vittime tra le fasce più vulnerabili della popolazione.
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