Galleria di Palazzo Dogana: “Mulier Capitinate in sueva aet" prorogata fino all'11 aprile - NOC Press

Galleria di Palazzo Dogana: “Mulier Capitinate in sueva aet" prorogata fino all'11 aprile




La mostra che si trova presso la Galleria provinciale d’arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Dogana, “Mulier Capitinate in sueva aetate - Abbigliamenti e oggettistica d’uso quotidiano della donna in epoca sveva” organizzata dall'Associazione storico culturale “IMPERIALES FRIDERICI II” in collaborazione col Polo Biblio-Museale Regionale di Foggia” con il gratuito patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Foggia e Comune di Foggia, la cui apertura al pubblico era inizialmente prevista dal 28 febbraio al 28 marzo, a grande richiesta sarà prorogata fino all'11 aprile.

Ricordiamo che l'obiettivo è illustrare e sintetizzare, con metodo scientifico e professionalità, la pluralità di culture e di identità che caratterizzarono il nostro territorio nel XIII secolo. Il target principale di questo evento sono i giovani, gli studenti, naturali eredi dell’identità storico-culturale di Capitanata. Anche se, in realtà, la mostra offre suggestioni e spunti di riflessione “appetibili” per ogni età”.

Riproponiamo la scheda tecnica dell'evento.

- La mostra tematica

La provincia di Capitanata durante l’epoca sveva era una regione del Regno di Sicilia caratterizzata dalla consolidata coesistenza nel suo territorio di sudditi di culture, estrazione sociale e religioni molto diverse tra loro: “occidentali”, saraceni ed ebrei. La continua presenza della Corte itinerante dell’imperatore Federico II di Svevia testimonia la sua predilezione per la provincia di Capitanata, da lui amata così tanto da appellarla “pupille dei nostri occhi”.

Scopo della presente mostra è illustrare la figura della donna e la sua condizione in epoca sveva. Per condizione femminile si intende il complesso di norme, costumi e visioni del mondo che riguardano il ruolo della donna nella società duecentesca.

Numerose e diverse culture hanno riconosciuto alla donna capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia; è con le “canzoni”, proprie del Duecento, che la donna venne angelicata e considerata un tramite tra Dio e l’uomo.

Mission dell’esposizione è quindi rivalutare la donna medievale inquadrandola in una visione il più possibile obiettiva. Nel quotidiano la donna ha sempre espresso la sua femminilità, il proprio status e le condizioni in cui ha vissuto attraverso la cura del corpo, l’abbigliamento, i gioielli, gli oggetti utilizzati per lavoro o per diletto. Pudica o peccatrice, ricca o povera, integrata o discriminata, ha contribuito in maniera decisiva alla costruzione della società odierna e alla sua emancipazione, che ha rappresentato, negli ultimi secoli, la ricerca di un’uguaglianza formale e sostanziale tra lei e l’uomo.

L’esposizione racconta la moda, come specchio della società, e alcuni degli oggetti della vita quotidiana dal punto di vista femminile ricreano lo “spirito del tempo” attraverso un’analisi della cultura materiale, espressione con la quale si indicano tutti gli aspetti visibili e concreti di una cultura. L’abbigliamento costituisce uno stato culturale. È una manifestazione di cultura, non meno dell’arte, dell’architettura, della letteratura e della musica. Come tutti i fenomeni culturali, esso comunica una grande quantità di informazioni, sia a livello fisico che simbolico, sulla società di cui fa parte.

Le mode, o i modi di vestire, riflettono non solo il gusto estetico di una società particolare, ma anche i suoi costumi sociali e i suoi valori. L’abito, inoltre, è spesso un chiaro indicatore economico: il tessuto, la qualità del taglio e gli ornamenti di un indumento sono comunemente distintivi dello status socio-economico. Più sottilmente, e spesso simbolicamente, l’abbigliamento è un riflesso delle norme politiche e religiose.

Nonostante le differenze dal punto di vista culturale, politico e religioso, a prescindere dal suo stato sociale, si avrà modo di prendere coscienza che il ruolo della donna e la sua condizione femminile nel medioevo svevo presentano dei punti di comunione tra il mondo occidentale e quello orientale.

La mostra tematica prevede degli allestimenti articolati in:

Personaggi

• Contadina occidentale – A.D. 1246

• Balia occidentale – A.D. 1266

• Aristocratica occidentale – A.D. 1250

• Nubile occidentale – A.D. 1221

• Monaca – A.D. 1225

• Meretrice – A.D. 1254

• Ebrea – A.D. 1230

• Operaia saracena – A.D. 1233

• Danzatrice saracena – A.D. 1240

• Nobile saracena – A.D. 1260

Oggettistica

Per immergersi completamente nel mondo femminile del Duecento la mostra prevederà sia delle vetrine dove saranno allocati tutta una serie di piccoli oggetti d’uso quotidiano che degli arredi e degli strumenti i quali creeranno una scenografia funzionale all’illustrazione dei personaggi.

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