"Misteri e leggende urbane": la leggenda di Jack lo Squartatore - NOC Press

"Misteri e leggende urbane": la leggenda di Jack lo Squartatore

 



1. Il quartiere di Whitechapel

Whitechapel, una zona povera e sovraffollata di Londra, era un ambiente ideale per il crimine in quel periodo. La fine del XIX secolo a Londra era segnata da un rapido urbanesimo e un alto tasso di povertà, che portava molte donne, in particolare, a lavorare come prostitute. Questo spingeva la criminalità a fiorire nelle strade strette e buie, mentre la polizia era inefficace nel controllare la zona.

Le prostitute, come Mary Ann Nichols, Annie Chapman, e le altre vittime, erano particolarmente vulnerabili, in quanto vivevano in condizioni di povertà estrema e spesso avevano pochi mezzi per proteggersi. I loro omicidi riflettono l'inferno urbano che caratterizzava Whitechapel all’epoca.

2. I crimini di Jack lo Squartatore

Il modus operandi di Jack lo Squartatore era particolarmente brutale. Tutte le vittime furono uccise con la gola tagliata, spesso in modo rapido e silenzioso, suggerendo che il killer fosse molto esperto nel suo mestiere. Dopo l'assassinio, il corpo veniva sfigurato, con organi interni estratti in modo metodico. La brutalità dei crimini portò i media a coniarlo come "lo Squartatore", un nome che incarna l'immagine dell'assassino crudele e implacabile.

Le mutilazioni non erano casuali; in alcuni casi, si riteneva che il killer avesse estratto organi, come i reni o il cuore, in un atto simbolico che suggeriva una conoscenza medica o chirurgica. Questi dettagli lasciavano pensare che l'assassino avesse una certa familiarità con l'anatomia, un indizio che avrebbe alimentato l'idea che potesse trattarsi di un medico o di qualcuno con una formazione sanitaria.

La violenza sui corpi: le vittime erano solitamente trovate in angoli bui o isolati, e la scena del crimine era spesso accompagnata da segni di lotta. Alcuni storici suggeriscono che il killer fosse abile a sorprendere le vittime, facendole sentire al sicuro prima di attaccarle.
L'assenza di segni di lotta nelle vittime potrebbe anche suggerire che l'assassino fosse particolarmente abile nell'ingannare e immobilizzare le sue prede.

3. Le lettere di Jack lo Squartatore

Le lettere inviate alla polizia e alla stampa sono uno degli aspetti più inquietanti e controversi del caso. Diverse lettere furono ricevute dopo ogni omicidio, alcune delle quali firmate con il famoso nome "Jack lo Squartatore". Alcune di queste lettere sono considerate vere, mentre altre potrebbero essere state scritte da imbroglioni o giornalisti per attrarre l'attenzione.

Una delle lettere più famose è la "Dear Boss" (Lettera al Capo), inviata il 25 settembre 1888. La lettera è scritta con una calligrafia poco curata, in un tono minaccioso e presuntuoso. Il mittente, che firma "Jack lo Squartatore", descrive gli omicidi e scherza sulla sua abilità nel sfuggire alla polizia. La lettera afferma anche che il killer continuerà a uccidere e che avrebbe "giocato con la polizia" prima di fermarsi.

Un’altra lettera, inviata alla Central News Agency, contiene dettagli più specifici sugli omicidi, che fanno pensare che fosse stata scritta dal vero killer. Tuttavia, la polizia non è mai stata in grado di confermare la veridicità di queste missive. La misteriosa corrispondenza alimentò il panico pubblico, ma non portò a nulla di concreto nelle indagini.

4. Le indagini e le ipotesi sull'identità

La polizia investigò a fondo, ma non fu mai in grado di catturare il colpevole. Diverse teorie sono emerse riguardo alla sua identità, con una serie di sospetti che includono:

  • Montague John Druitt – Un avvocato e insegnante di Londra che si suicidò nel dicembre del 1888. Druitt fu sospettato perché il suo corpo fu trovato poco dopo l’ultimo omicidio di Mary Jane Kelly e perché la sua morte coincise con la fine degli omicidi. Tuttavia, non ci sono prove concrete per suggerire che fosse il killer.
  • Aaron Kosminski – Un barbiere polacco che viveva a Whitechapel e che fu internato in un ospedale psichiatrico poco dopo gli omicidi. Kosminski era un sospettato principale perché viveva vicino alle scene del crimine e aveva mostrato comportamenti paranoici. Tuttavia, non c'era alcuna prova che lo collegasse direttamente agli omicidi.
  • George Chapman – Un altro sospettato che era stato accusato di altri omicidi. Chapman, che lavorava come barbiere, si trovava in una posizione simile a quella di Kosminski, ma le prove che lo legano a Jack lo Squartatore sono scarse.

Una teoria più recente suggerisce che Walter Sickert, un famoso pittore, potesse essere il killer, basandosi su una serie di prove indiziarie, ma anche questa rimane una congettura.

5. La fine della serie di omicidi e la persistenza del mistero

La serie di omicidi si concluse con la morte di Mary Jane Kelly nel novembre 1888, ma l’identità di Jack lo Squartatore rimase un mistero. Le indagini della polizia non riuscirono a identificare il colpevole e, con il passare del tempo, il caso divenne una leggenda. Alcuni studiosi ritengono che il killer possa essere morto o si sia trasferito altrove, mentre altri suggeriscono che abbia continuato a uccidere altrove, ma senza lasciare tracce evidenti.

6. L'eredità di Jack lo Squartatore

Il caso di Jack lo Squartatore ha avuto un impatto profondo sulla cultura popolare e sulla criminologia. È stato oggetto di numerosi libri, film e teorie che cercano di svelare il mistero. Le sue gesta hanno ispirato molte altre storie di serial killer, ed è considerato uno dei casi più celebri e discussi nella storia della criminologia.

L'immagine di Jack lo Squartatore come un criminale enigmatico e quasi mitologico continua ad affascinare il pubblico, alimentando teorie del complotto, indagini non ufficiali e una fiorente industria di storie horror e thriller.

La figura di Jack lo Squartatore è diventata, dunque, un'icona della paura e del mistero, un "mostro" che sfida ancora una volta la comprensione e la giustizia.

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