Nave incagliata all'Elba: completate le operazioni di rimozione - NOC Press

Nave incagliata all'Elba: completate le operazioni di rimozione







Si sono concluse mercoledì sera, le operazioni di messa in sicurezza che hanno comportato l'ingresso nel cantiere di Portoferraio (Livorno), della nave oceanografica Fugro Mercator.


Ricordiamo che l’Isola d’Elba è stata teatro di un incidente marittimo che ha visto protagonista la Fugro Mercator, una nave lunga 42 metri, battente bandiera delle Bahamas, che si è incagliata nella notte tra il 22 e il 23 marzo 2025 sugli scogli del promontorio dell’Enfola, nei pressi di Portoferraio.


A bordo della nave si trovavano 11 persone, tra equipaggio e personale tecnico-scientifico, tutte tratte in salvo dalla Guardia Costiera e risultate in buone condizioni. Secondo le prime ricostruzioni, la nave avrebbe cercato riparo dalle cattive condizioni meteo, ma avvicinandosi troppo alla costa avrebbe urtato il basso fondale, rimanendo bloccata sulla scogliera.


L’urto ha causato un’infiltrazione d’acqua nello scafo, inizialmente gestita dall’equipaggio. Tuttavia, il danno ha provocato un blackout totale, mettendo fuori uso i motori e rendendo impossibile qualsiasi manovra.


Nonostante non siano state rilevate perdite di carburante, la Guardia Costiera ha predisposto barriere galleggianti attorno al relitto per prevenire eventuali sversamenti e proteggere l’ecosistema marino.


Dopo un’attenta valutazione, la Capitaneria di Portoferraio, in collaborazione con la società armatrice e una ditta specializzata, ha pianificato le operazioni di recupero. Il piano ha incluso lo svuotamento dei serbatoi per ridurre il rischio ambientale e la messa in sicurezza dello scafo prima del rimorchio.


Le operazioni di rimozione si sono concluse con successo: la nave è stata trasferita in un cantiere navale di Portoferraio per le necessarie riparazioni e ulteriori verifiche tecniche.


Le autorità marittime stanno analizzando le cause esatte dell’incidente per verificare eventuali responsabilità e valutare possibili misure di prevenzione per il futuro. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza della navigazione in aree a rischio e sulla necessità di protocolli più stringenti in caso di emergenze in mare.

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