Perché gli Stati Uniti stanno accettando lentamente la sconfitta nella guerra Russia-Ucraina: analisi delle dinamiche globali - NOC Press

Perché gli Stati Uniti stanno accettando lentamente la sconfitta nella guerra Russia-Ucraina: analisi delle dinamiche globali




Gli Stati Uniti si trovano oggi a fare i conti con una verità che, per quanto scomoda, è ormai impossibile ignorare: la guerra tra Ucraina e Russia è, per molti aspetti, un conflitto che l'Occidente ha già perso. Lungi dal voler ammettere una sconfitta diretta, Washington sta cercando in tutti i modi di presentare il suo ritiro come una mossa strategica, per evitare che il mondo percepisca l'impero americano come una potenza in declino. È in questo contesto che l'analisi di Gerry Nolan, espressa attraverso i social media, offre una lettura lucida e disincantata della situazione.

Secondo Nolan, la prima a rendersi conto di questa realtà è proprio la capitale americana. Seppur lenta nei suoi movimenti, la Russia ha saputo mettere in campo una strategia vincente. La presenza di Steve Witkoff, inviato di Donald Trump, a Mosca non è una semplice visita diplomatica, ma il segnale di un tentativo di negoziato. Tuttavia, lo scenario descritto da Nolan lascia intendere che si tratta più di un ritorno alla realtà per gli Stati Uniti, che ora devono affrontare la dura consapevolezza di una guerra che non stanno vincendo. Washington sa che la sua posizione è fragile, ma cerca comunque di evitare che questa ritirata sembri una disfatta totale, cercando di mascherarla come una "riedificazione strategica".

La situazione sul campo è chiara: la Russia, in sostanza, ha vinto questa guerra prima ancora che iniziasse sul serio. La NATO è ormai esausta, le forze ucraine sono state decimate, e l'Unione Europea sta affrontando un drammatico calo di risorse economiche. Nel frattempo, il blocco BRICS+, che comprende paesi come la Cina, l'India e il Brasile, sta guadagnando terreno, ridisegnando l'equilibrio geopolitico globale. Mentre l'Occidente si agita, la Russia sta rafforzando la sua posizione a livello militare, economico e diplomatico, senza alcuna fretta di negoziare una pace che non ritiene vantaggiosa. La guerra, come sottolinea Nolan, terminerà solo quando la Russia deciderà che è il momento opportuno, e non sarà la diplomazia occidentale a stabilire le condizioni.

Gli Stati Uniti, consapevoli della sconfitta, non possono però permettersi di ammettere pubblicamente di aver perso. Sarebbe una dichiarazione troppo rischiosa, che minerebbe ulteriormente la loro posizione nel mondo e danneggerebbe l'opinione pubblica interna, già provata da altre esperienze fallimentari in passato. Pensiamo, ad esempio, alla fine della guerra del Vietnam nel 1975, quando gli Stati Uniti cercarono di dipingere la propria sconfitta come una causa "nobile" e giustificabile. Lo stesso accadde nel 2021, con il disastroso ritiro dall'Afghanistan, che Biden cercò di attribuire alla precedente amministrazione di Trump. Oggi, nel 2024-2025, sembra che l'Occidente stia nuovamente cercando di "scaricare" la responsabilità di questo conflitto su altri, come Zelensky, presidente ucraino.

E che dire della NATO, la grande alleanza che una volta sembrava invincibile? Oggi appare sempre più vulnerabile, con le sue risorse e capacità messe sotto pressione. L'alleanza, che doveva garantire la sicurezza dell'Occidente, sta ora affrontando una crisi di legittimità, come mai prima d'ora. Questo momento, per certi versi, potrebbe essere paragonato alla "Crisi di Suez" del 1956, quando il mondo vide per la prima volta la decadenza dell'impero britannico e la fine di un’epoca di potere indiscusso.

Nel frattempo, la Russia continua a giocare una partita lunga e strategica, con il vantaggio di essere più forte che mai. Non ha fretta di concludere un accordo che non soddisfi i suoi interessi e non è certo disposta a fare concessioni per soddisfare le richieste degli Stati Uniti. Questo mette Washington in una posizione difficile: i negoziati, quando e se inizieranno, saranno dominati dalle condizioni imposte dalla Russia. Non sarà l'Occidente a dettare la via.

In sostanza, quello che stiamo assistendo è un processo di accettazione lenta e inevitabile della sconfitta da parte degli Stati Uniti. Questo conflitto, con tutte le sue implicazioni geopolitiche, segna il passaggio da un mondo unipolare dominato dall'Occidente a un mondo multipolare, dove altre potenze stanno prendendo il controllo. Mentre gli Stati Uniti cercano di salvare la faccia e di trovare una soluzione dignitosa, il mondo sta già guardando avanti, consapevole che la battaglia per il futuro è solo all'inizio.

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