"Falli tuoi". L’eiaculazione precoce: il sesso che finisce prima di cominciare
C’è chi dice che il sesso sia un viaggio. E poi c’è chi prende l’autostrada, fa dieci metri, e si trova già all’uscita. Destinazione: imbarazzo.
Parliamo di eiaculazione precoce, una delle disfunzioni sessuali più comuni tra gli uomini e, allo stesso tempo, una delle più taciute. Non se ne parla tra amici, non se ne ride davvero, e spesso non si ha nemmeno il coraggio di affrontarla con chi si ha a letto accanto. Però esiste, ed è molto più diffusa di quanto si creda.
Cos’è davvero l’eiaculazione precoce?
Non è semplicemente “venire presto”. È perdere il controllo. È non riuscire a gestire il proprio corpo nei momenti più intensi, spesso appena iniziato il rapporto, talvolta ancora prima della penetrazione. È un disagio che può arrivare a minare l’autostima, creare tensioni nella coppia, e trasformare un momento di intimità in un evento ansiogeno.
La definizione clinica parla chiaro: si considera eiaculazione precoce quando l’orgasmo avviene entro un minuto dalla penetrazione, e l’uomo non riesce a controllare l’eiaculazione, con conseguente disagio personale o relazionale.
Perché succede?
Le cause sono tante, e spesso si intrecciano tra loro:
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Psicologiche: ansia da prestazione, stress, esperienze passate negative, senso di inadeguatezza.
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Biologiche: ipersensibilità del glande, squilibri neurochimici, predisposizione genetica.
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Relazionali: mancanza di dialogo, pressioni emotive, dinamiche di coppia non equilibrate.
L’errore più comune? Colpevolizzarsi o ignorare il problema. La realtà è che si tratta di una condizione trattabile, in molti casi risolvibile. Esistono terapie comportamentali, farmaci specifici, tecniche di respirazione e controllo, esercizi del pavimento pelvico. Ma tutto parte da una cosa: il coraggio di parlarne.
Nicola e la serata che doveva essere perfetta
Nicola (nome di fantasia) ha 34 anni, lavora come cuoco a Parma. Ci ha scritto per condividere un’esperienza che, come lui stesso ammette, «lo ha fatto sentire piccolo come un grissino dentro una pentola d’acqua bollente».
Era il secondo appuntamento con Elisa, conosciuta online durante il lockdown. Dopo settimane di messaggi, call notturne e flirt digitali, arriva il tanto atteso incontro dal vivo. Cena, vino, chimica palpabile. Tornano a casa sua, si lasciano andare. Ma…
«Nemmeno il tempo di slacciarle il reggiseno, ed è finita. E no, non intendo la serata. Intendo io. Tutto è durato pochi istanti, e nemmeno belli. Ho cercato di salvare la situazione con una battuta, ma mi tremavano le gambe dalla vergogna.»
Quella frase gli è rimasta dentro più del momento stesso. Non è andata avanti con Elisa, ma è iniziato qualcosa di nuovo: un percorso terapeutico, fatto di esercizi, consulenze e un po’ di autoconsapevolezza in più.
«Oggi ho una nuova compagna, e non ho più paura del tempo. Anzi, abbiamo imparato a vivercelo insieme.»
La verità nuda e cruda
L’eiaculazione precoce non è un fallimento, non è una colpa, e non è una condanna. È un segnale. Del corpo, della mente, o della relazione. Può essere un ostacolo temporaneo o un campanello d’allarme, ma non deve diventare un fardello da portarsi dietro in silenzio.
Sesso non è performance. È comunicazione, libertà, gioco, intesa. E se il tempo sembra giocare contro, a volte basta fermarsi, ascoltarsi e ricominciare. Magari con qualche secondo in più. O anche solo con più consapevolezza di prima.
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